Galleria Monopoli
Pavia
Via dei Liguri 3

Dentro e attraverso la pittura
dal 6/10/2000 al 29/10/2000
0382 32204

Segnalato da

Pietro Monopoli




 
calendario eventi  :: 




6/10/2000

Dentro e attraverso la pittura

Galleria Monopoli, Pavia

Giovanna Fra con il suo attuale lavoro sembra ribadire il diritto anzi la necessità, per un autentico atto creativo, di fare un passo indietro, di non guardare a tutto, di non privilegiare gli aspetti comunicativi su quelli espressivi, di non conformarsi ad aspettative prefabbricate o preconcette, perfino di isolarsi e di fare la propria strada.


comunicato stampa

"Pian piano nascono sulle mie tele bianche dimensioni, profondità, tempo, luce e spazi. Come le note sul pentagramma, come parole sulla carta, cosi' il colore sulla tela, cosi' paesaggi sonori".
Giovanna Fra


Sorprende trovare nelle dichiarazioni poetiche di Giovanna Fra un accenno alla musica di Satie, "note assolute e finite che staccandosi dalle corde colmano piani, riempiono anche la dimensione del tempo".

Sorprende perchè di fronte a un'effusione pittorica così apparentemente lirica e libera il riferimento ad una freddezza e un'ironia, fra le più imperturbabili di tutto il novecento, appare fuori luogo, incongruo. Eppure la razionalità si annida anche dove meno ce la si aspetta e non solo, per esempio, in righe o forme dal sapore tardo-costruttivista, concreto e neoplastico. Pur avendo scelto con convinzione, almeno per ora, un linguaggio pittorico di ascendenza ancora scopertamente informale, dove l'unica "condizione" è l'impalpabile, lieve e profondo dispiegarsi del colore, Giovanna Fra non nasconde, anzi mette in evidenza il rigore, il pensiero necessario a dominare la forma più labile, più aperta, ad equilibrare un ocra ad un grigio, un vuoto ad un pieno, ad aggiungere un lieve spessore di carta sulla superficie della tela.

Ed è forse l'aspetto più promettente, più interessante della giovane artista che, non a caso, ricorda a se stessa e a noi (ancora una volta nelle dichiarazioni di poetica) come del quadrivium medioevale facessero parte allo stesso titolo la matematica e la musica e come, senza studio profondo, senza calcolo e misurazioni esatte, la preziosa armonia delle sfere non fosse accessibile nemmeno all'ascolto, al godimento.

Niente prepotenza quindi, niente eccessi segnici o cromatici tanto sintomatici di talento quanto propensi alla rivolta, niente rivendicazioni a proposito della centralità di quella specie di pulsioni tanto caratteristiche dei protagonisti dell'espressionismo astratto al di qua e al di là dell'Oceano Atlantico. Giovanna Fra li considera e li nomina con la riverenza che si può attribuire a padri spirituali o maestri ideali, Sam Francis, Cy Twombly, Helen Frankenthaler, Vasco Bendini fra i suoi prediletti; ma di fatto, più che giustamente, ne ripercorre il cammino solo in parte e fra cautele e differenze, senza soprassedere sui decenni nel frattempo trascorsi, senza nascondersi le insufficienze di un atteggiamento soltanto e ormai riduttivamente romantico, ma concedendo però, ancora, alla pittura un tempo ed uno spazio pertinente ed adeguata ad un racconto non solo strettamente privato.

La scelta della pittura, oggi, è in se stessa qualcosa di controcorrente, di difensivo, se vogliamo, rispetto alla pressione incalzante di linguaggi sempre più complessi sotto il profilo tecnologico o mediatico, e peraltro sempre più spesso volti ad una mera, classificatoria o enciclopedica replicazione dell'esistente. Proprio per questo, per certi versi, la pittura nel nostro tempo può configurarsi di nuovo anche come vero e proprio progetto di vita, rispondere ad esigenze intime ed insidacabili, al di là della facilità, che una volta aveva, di ottenere un pubblico.

Giovanna Fra con il suo attuale lavoro sembra ribadire il diritto anzi la necessità, per un autentico atto creativo, di fare un passo indietro, di non guardare a tutto, di non privilegiare gli aspetti comunicativi su quelli espressivi, di non conformarsi ad aspettative prefabbricate o preconcette, perfino di isolarsi e di fare la propria strada.
Con questo però i suoi dipinti sono ben lontani dalla gratuità di un arbitrio qualsiasi, si presentano come creature complesse e piene di consapevolezza, sviluppate attraverso passaggi sottili ma consistenti, sotto la sorveglianza di uno sguardo esigente; tanto più esigente adesso che l'artista, dopo un tempo di volontaria chiusura nell'ambito di una ricerca esclusivamente personale, ha deciso di uscire allo scoperto in una mostra.

Ma proviamo ad addentrarci almeno un poco nei dettagli e nei particolari di questo linguaggio che chiamiamo genericamente "informale" o tardo-informale o derivato da una cultura informale. Che cosa significa più precisamente? Quali sono le declinazioni peculiari cui l'artista sottopone le proprie fonti, oppure dove si colloca il punto d'incontro fra senso, emozione e controllo? Innanzitutto va detto che in questo lavoro non c'è macchia, così come non ci sono né linea né segno che possano aspirare ad una qualche nitidezza ed autonomia; ci sono solo passaggi, intensificazioni ed alleggerimenti del corpo della pittura; aree a maggiore e minore densità e tensioni complessive verso un tono o l'altro (l'azzurro cenere, per esempio, o il rosso ruggine o l'ocra) ma tutti intimamente fusi insieme fino ad una totale complementarità.

Inutile sottolineare come una ricerca del genere non potrebbe nemmeno avere luogo se non fosse sostenuta da una consumata, instancabile, penetrante sensibilità; meno inutile forse ribadire l'attenzione puntuale ed instancabile, il perfezionismo, la ricerca dell'equilibrio, il senso scaltrito della composizione che si esercita su una totalità visiva dispiegata tanto in senso bidimensionale, nelle direzioni orizzontali e verticali della superficie, quanto nelle profondità più o meno illusorie e più o meno costruite della tela. Sulla quale, non a caso, Giovanna Fra talvolta appone garze, carte, complicazioni di tessuto che aggiungono sempre nuovi retroscena all'immagine sotto forma di tracce del materiale originario; quasi una mappa dei passaggi anteriori, del tempo trascorso, dentro e attraverso la pittura fino al suo definitivo apparire, fino a che, in altre parole, le scelte, le ipotesi abbiano assunto la consistenza di forme, cioè di visione irrevocabile.
La giovane artista pavese non ha lasciato nulla, assolutamente nulla al caso e nemmeno all'occasionalità di attimi più o meno chiari, più o meno ispirati, più o meno fortunati. Il suo lavoro è frutto di una costanza integerrima, della volontà pervicace di ritornare sempre negli stessi posti, sulle stesse parole. Per riceverne risonanze sempre più profonde. E senza sforzo.
Martina Corgnati

Galleria MONOPOLI ARTE CONTEMPORANEA,via dei Liguri 3-27100 Pavia Tel.0382-32204

Orari: Inaugurazione Sabato 07 ottobre 2000 ore 18.00
Fino al 29 ottobre 2000, dalle ore 16.00 alle 19.30
Lunedì su appuntamento
Catalogo in galleria a cura di Martina Corgnati

IN ARCHIVIO [5]
Pino Deodato
dal 16/11/2001 al 23/12/2001

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede