Loop house gallery
San Cesario di Lecce (LE)
via A. Russo 29
0832 205583 FAX 0832 205583
WEB
Le ragazze vanno giu'
dal 25/9/2004 al 3/10/2004
0832 205583, 328 3369039 FAX 0832 205583

Segnalato da

Luigi Negro




 
calendario eventi  :: 




25/9/2004

Le ragazze vanno giu'

Loop house gallery, San Cesario di Lecce (LE)

L'arte contemporanea al femminile in Lettonia, incontro tra margini differenti. Le artiste, coinvolte in un progetto di residenza e viaggio nel Salento, espongono gli approdi della loro recente ricerca che investe gli ambiti del disegno, della fotografia, della videoinstallazione, dei pensamenti.


comunicato stampa

L'arte contemporanea al femminile in Lettonia, incontro tra margini differenti

Residenza e percorso espositivo a cura di
Luigi Negro e Santa Oborenko

in collaborazione con il Comune di San Cesario di Lecce e Loop House (di Alessandra Pomarico)

con il Patrocinio e il contributo di
KKF-Kulturkapitala Fonds,
Fondi Governativi per lo Sviluppo del Capitale Culturale

e con il patrocinio della Provincia di Lecce,
dell’Universita’ degli Studi di Lecce,
dell’Accademia di Belle Arti di Lecce,
del Conservatorio Musicale di Lecce.
Accademia di Riga, Lettonia

26 settembre-3 ottobre 2004 San Cesario di Lecce,
Ex Scuole Elementari Damiano Chiesa Via Russo 19 e 29
tutti i giorni dalle 9 alle 14, martedi’ e giovedi’ dalle 16 alle 19

opening party: 26 settembre ore 19
incontro aperto: 24 settembre ore 19 Università degli Studi di Lecce.

Le artiste in residenza
Kristine Alksne
Maija Liduma
Santa Oborenko
Zane Oborenko
Katrina Teivane

Le cinque artiste provenienti da quella parte ''nuova'' dell'Europa, da Riga capitale della Lettonia, uno dei paesi baltici recentemente confluiti nell'Unione Europea. Le artiste, coinvolte in un progetto di residenza e viaggio nel Salento, espongono gli approdi della loro recente ricerca che investe gli ambiti del disegno,della fotografia, della videoinstallazione, dei pensamenti. I lavori presentati nascono dall’indagine di un’identita’ in cerca di definizione, sentita affine per natura a quella che si produce in altri luoghi di margine, e che si rispecchia in sconfinamenti a segnare e disegnare la vecchia e la nuova Europa. In questo senso Salento e Lettonia, territori a margine, drammaticamente distanti, caratterizzati da ragioni e modulazioni differenti, si riconoscono nell’essere bordo e frontiera, nel consentire sguardi incrociati sulle direzioni e i vissuti mondo. Storicamente aree dominate da altri popoli, limite di imperi e regni, continuamente attraversate da genti e tradizioni, si tratta di territori consapevoli della propria singolarita’ e che mantengono un proprio senso di appartenenza, zone di passaggio e di confine, oggi di frontiera, la cui liminalita’ permette di esprimere al tempo stesso unicita’ e permeabilita’ nei confronti delle altre culture. La Lettonia si affaccia sul mar Baltico come il Salento sul Mediterraneo, entrambi specchi di un’Europa che si ridefinisce in una modernita’ in cui i concetti di centro e di periferia appaiano insufficienti, superati anche nella/dalla pratica artistica. Al contrario, ricca di suggestioni e significati inesplorati appare l’idea di margine, luogo a parte, luogo ancora protetto, finestra privilegiata sui luoghi altri. > Su questa idea di margine (o di smargine, per riprendere un efficace neologismo) nasce il progetto residenza Le ragazze Vanno Giu’, che intende indagare quali processi creativi territori culturalmente e geograficamente lontani producano in risposta alle sollecitazione prodotte dall’essere (o dal sentirsi) al margine. In questo istintivo riconoscersi tra artisti e curatori della Lettonia e del Salento, le sorprese non sono mancate, a partire dalla scoperta di appartenere in qualche modo alla stessa prospettiva territoriale, come si evince facilmente facendo scorrere una linea da Riga in giu’. Non solo: il richiamo all’arcaicita’ e l’influenza di riti e culti pagani conservati e trasmessi in forma stilizzata sino ai nostri giorni, la presenza di altari sacrificali, gli aukuras, grandi pietre rotonde simili a macine, non lontani da quelli presenti nelle nostre zone; alcune forme letterarie popolari, le cosiddette dainos, quartine, fiabe e proverbi dedicati a temi mitologici e al lavoro nei campi; l’architettura rurale, le muizas, vere e proprie masserie in cui prevale un tipo di economia autarchica; il barocco e il liberty che contraddistinguono la parte moderna di Riga, elementi di un modo di sentire ed essere su cui artisti e curatori hanno voluto concentrarsi per scoprire cio’ che distanzia e accomuna la cultura baltica lettone e quella salentina e che la residenza c/o Loop house aiutera’ a mettere in luce.

Brevi note sulla storia e la cultura lettone
Le “terre dell’ambra” vengono definiti i tre piccoli paesi che sorgono sulle rive orientali del Mar Baltico: la Lituania, la Lettonia e l’Estonia, angolo d’Europa considerato parco protetto della cultura e della mitologia, dagli usi e tradizioni affini seppure contraddistinte da profonde differenze. Nel XIII secolo le tribu’ che popolavano Lettonia ed Estonia furono assoggettate dai Cavalieri Tedeschi dell’Ordine di Livonia, diventando parte dell”Impero Tedesco, assimilandone l’influenza, sia dal punto di vista culturale che economico. Successivamente il territorio si trovo’ sotto il dominio del grande regno polacco-lituano e poi della Svezia. A seguito della Guerra del Nord ( 1700-21) alcune zone passarono all’impero russo, dopo la rivoluzione russa del 1917 e la fine della Prima Guerra mondiale Lituania, Estonia e Lettonia divennero repubbliche indipendenti per essere nuovamente occupate dalle truppe sovietiche. Dopo un decennio di lotte nel 1991, a seguito del colpo di stato contro Gorbacev in Unione Sovietica, riconquistaronno la propria indipendenza politica ed economica. L’influenza sovietica subita dopo il 1945 e’ stata particolarmente negativa per la Lettonia ed ha causato massicci processi migratori, per non parlare del controllo quasi totale sulla cultura del paese. I lettoni, nella loro repubblica, rappresentano appena la meta’ della popolazione, il loro idioma fa parte del ramo piu’ antico delle lingue indoeuropee, considerato il piu’ vicino alla lingua madre indoeuropea. Diverse le comunita’ religiose, predominanti quelle protestanti e cattoliche, accanto a quelle russo-ortodosse e israelitiche, i cui membri conservano la lingua Yiddish in gran parte scomparsa nel resto d’Europa.

La Lettonia e' una nazione indeterminata che oscilla tra piu' decisi vicini. I lettoni amano immaginare se stessi come dei sognatori con un senso pratico innato (...) sono visti dagli altri baltici come detentori della rara capacita' di prestar fede a due cose contradditorie nello stesso tempo. Viene in mente un personaggio di una commedia satirica lettone che, giungendo a un bivio e dopo aver ponderato con la dovuta considerazione su quale strada proseguire, riesce a prendere entrambe le direzioni.


Note introduttive all’Arte Lettone Contemporanea.
A lungo l'arte moderna e contemporanea lettone e’ stata tributaria di moduli e stilemi concepiti ed elaborati da artisti dell'Europa Occidentale, in una pratica che mutuava procedimenti tecnici e stilistici elaborati altrove, in contesti socio-culturali differenti.
Gli artisti lettoni hanno cominciato a conferire alle proprie opere un carattere personale autoctono nel momento in cui taluni elementi piu’ ortodossi del barocco sono stati''lettonizzati'', avvicinati alla tradizione popolare e artigianale, insieme ad elementi fiabeschi ancestrali del manierismo fantastico locali. L’arte lettone si costituisce di ibridismi e contaminazioni.
Oggi la giovane generazione di artisti lettoni sembra avere il bisogno di indagare la storia, l’identita’, l’appartenenza, il senso di un locale che interagisce col globale mantenedo specificita’ proprie e propositive alternative alla produzione culturale internazionale. Interrogano l’attualita’, la realta’, alla ricerca di una presa di posizione, con modalita’ artistiche scaturite da una forte e rivendicata indipendenza, sopravvissuta a reiterate costrizioni e restrizioni espressive. Fortemente consapevoli della dimensione sociale dell’arte, i giovani artisti lettoni aspirano ad una verita’, rivendicano l’impeto verso un’ideale giustizia, reagiscono al vacuum culturale istituzionale, contraddistinti da un afflato, nelle parole di Arvids Alksnis, “tecno romantico”. Essi praticano la multidisciplinarita’, attraverso i nuovi media costruiscono spazi reali e virtuali di collaborazioni interne ed internazionali, si impegnano attivamente a strutturare centri di cultura indipendente in cui l’accento non e’ piu’ posto sull’artefatto o su valori artistici, bensi’ su di un’estetica interventista e sull’efficienza di azioni creative non mediate che intendono modificare l’ambiente circostante.

Reportage in residenza a cura di Alice Pedroletti
http://www.alike.it

Loop house gallery
via A. Russo 29, San Cesario di Lecce (LE)
tel 0832-20 55 83

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