Un reportage intenso e drammatico racconta la difficile quotidianita' di bambini e adolescenti che vivono abbandonati a loro stessi per le strade di San Pietroburgo. La loro esistenza, segnata da violenza e precarieta', si consuma tra prostituzione, accattonaggio e piccoli reati con cui si guadagnano da vivere.
Karat - Sotto il cielo di San Pietroburgo
Un reportage intenso e drammatico racconta la difficile quotidianità di bambini e adolescenti che vivono abbandonati a loro stessi per le strade di San Pietroburgo. La loro esistenza, segnata da violenza e precarietà , si consuma tra prostituzione, accattonaggio e piccoli reati con cui si guadagnano da vivere. L'uso di eroina, alcol, ma soprattutto di droghe "povere" come le colle e il lucido da scarpe (da cui il nome Karat), presenza costante nelle loro storie, rappresenta spesso l'unico espediente per far fronte al vuoto affettivo e all'angoscia di un futuro senza prospettive. Tra il 2000 e il 2001, Wolfgang Müller ha passato nove mesi a San Pietroburgo con l'intento di raccogliere una documentazione fotografica che si allontanasse dal cliché dei bambini di strada visti come inevitabilmente infelici e perduti. Il lavoro del fotografo tedesco, incentrato sulle storie di otto fra ragazzi e bande, mette piuttosto in luce come essi si siano ritagliati, tra sottotetti e cantine, uno spazio di libertà in cui condividere non solo miseria e sofferenza, ma anche preziosi momenti di tenerezza e di divertimento.
''Tra il 2000 e il 2001 ho passato 9 mesi a San Pietroburgo fotografando bambini e adolescenti tra vita di strada, uso di droghe e prostituzione. In quel periodo ho seguito 8 persone o gruppi di giovani per poter documentare da vicino e nel modo più personale possibile la loro condizione. Nel fare questo lavoro è stato per me molto importante evitare di mostrare i ragazzi solo come vittime. Ho voluto raccontare le loro storie personali da diversi punti di vista, non dimenticando i momenti di gioia e divertimento che pure fanno parte del loro quotidiano. Presentarli cioè semplicemente per quello che sono: esseri umani.
Quando ho cominciato questo lavoro, nel 2000, sono arrivato a San Pietroburgo avendo in testa le immagini in bianco e nero di Peter Dammann e Christopher Püschner. Alla metà degli anni '90 questi fotografi hanno svolto un lavoro pionieristico, almeno per la Germania, sul tema dei bambini di strada a San Pietroburgo. Arrivando sul posto ho però capito che quelle immagini erano ormai solo degli stereotipi nella mia mente. L'aspetto della città era totalmente cambiato. Dopo un periodo di decadenza e transizione la città , con il suo centro storico recentemente restaurato, si presentava di nuovo come un centro cosmopolita. Questo cambiamento ha modificato anche il modo in cui la povertà si presenta. Non si incontrano più i ragazzi con i capelli rasati dalla polizia. Nel frattempo anche loro si sono adattati al cambiamento, adeguandosi alla moda giovanile occidentale con vestiti presi dalle raccolte di abiti usati o rubati dai negozi. L'uso della fotografia a colori è un altro elemento che è stato importante per riflettere il radicale cambiamento della città , per evidenziare, quando possibile, come anche i ragazzi siano stati coinvolti nel cambiamento.''
Wolfgang Müller
Biografia
Nato nel 1958 a Regensburg, Wolfgang Müller si è avvicinato solo recentemente alla pratica della fotografia. Dopo un¹intensa partecipazione a movimenti sociali ed un lavoro di artigiano a Francoforte, cerca una via di accesso nel mondo dell¹arte attraverso il teatro e la pittura. Durante un viaggio scopre definitivamente nella fotografia la sua strada nel mondo dell¹arte. Dal 1997 studia fotografia all¹Università di Scienze Applicate di Dortmund, dove frequenta i corsi del Prof. Arno Fischer, e si diploma a pieni voti in photodesign nel 2002. Tra il 1997 e il 2002 ha esposto in diverse sedi in Russia, Germania, Belgio e Francia. Si è a lungo dedicato (1998) ad un progetto di documentazione sui senzatetto a Odessa, dal titolo Odessa Final Stop, segnalato in Italia al Memorial Mario Giacomelli 2002 come uno tra i migliori lavori presentati, pubblicato nel catalogo del premio ed esposto in due collettive a Brescia e a Milano, presso la Galleria Grazia Neri, nel marzo 2003. KARAT - Sky over St. Petersburg, (2000-2001), suo secondo grande progetto di documentazione sociale, tratta il tema dei minori senzatetto e senzafamiglia a San Pietroburgo, che il fotografo ha ripreso durante nove mesi passati a stretto contatto con diversi gruppi di adolescenti nella città russa. Il lavoro mostra senza pietismi e con sguardo aperto e sincero la vita quotidiana di questi ragazzi, tra vagabondaggio e prostituzione, alcol e droghe sintetiche (Karat è appunto il nome di una marca di lucido da scarpe contenente un solvente che molti di loro inalano), espresso con un linguaggio fotografico di forte impatto e senza rinunciare, accanto all¹istantaneità , ad un¹armonia estetica e compositiva delle immagini (a colori). Questo lavoro, corredato da un ampio apparato di testi che contengono le storie-intervista di tutti i ragazzi fotografati, è stato pubblicato in Germania da Vice Versa Verlag e nei paesi anglofoni da Nazraeli Press ed è stato presentato in anteprima alla fiera del libro di Francoforte nel 2003. Il lavoro ha riscosso un notevole interesse a livello mondiale ed è stato pubblicato sulle più importanti riviste internazionali: European Photography, Photonews, Frankfurter Rundschau Magazin, Photo Magazin, photo8, Das Magazin... Dalla fine del 2003 Wolfgang Müller risiede a Berlino, dove ha avuto modo di allargare i contatti professionali e di promuovere maggiormente le sue produzioni fotografiche. Tra il 2003 e 2004 la mostra KARAT è stata esposta a San Pietroburgo, Francoforte e alla Tom Blau Gallery di Londra.
Wolfgang Müller è rappresentato in esclusiva per l'Italia dall'Agenzia Grazia Neri
Il sostegno del Goethe-Institut Mailandal progetto di Wolfgang Müller
La città di San Pietroburgo ha festeggiato lo scorso anno il suo trecentesimo compleanno. La sua storia ha visto giorni di splendore e giorni di dolore. Qui ebbe inizio la
rivoluzione russa, che portò al cambiamento di nome in Leningrado. Qui, durante la seconda guerra mondiale, un assedio nazista di 900 giorni ridusse alla fame la popolazione. Ora la città , riacquistato il nome di San Pietroburgo, ha restituito l'antico fulgore alle facciate sul Nevsky-Prospekt e restaurato chiese, palazzi e negozi. Dietro la ripresa economica e lo sfarzo esteriore, però, l'osservatore più attento scopre le zone d¹ombra del rapidissimo mutamento politico ed economico della Russia. Il fotografo Wolfgang Müller, acuto osservatore, ha accompagnato e fotografato per nove mesi i bambini senzatetto di San Pietroburgo. La sua impressionante documentazione racconta come questi ragazzi vivano, costantemente o periodicamente, per le strade o sui tetti delle case. È difficile valutare quanti siano: sicuramente non meno di 15.000. Le foto non sono spettacolari. Mostrano visi tristi e induriti, ma anche pieni di speranza, di adolescenti e bambini sullo sfondo del loro squallido ambiente: li vediamo drogarsi, giocare, o semplicemente trascorrere del tempo insieme; ci colpiscono frammenti d¹interni e piccoli dettagli del loro quotidiano. Sono i perdenti del cosiddetto progresso economico. Dopo la caduta del muro, Wolfgang Müller ha incessantemente lavorato nei paesi dell'Est europeo. Nel 1998 ha realizzato un reportage sui senzatetto a Odessa. Tra le storie colpiva quella di Sanja, 10 anni, protettore di prostitute. Le foto di San Pietroburgo sono invece degli anni 2000 e 2001.
In occasione della settimana di cultura tedesca in Italia
orari:
da lunedì a venerdì: 9.00  13.00 e 14,30  18.00
sabato: 10.00 - 12,30 e 15.00 Â 17.00
chiuso la domenica
ingresso libero
Ufficio stampa
Agenzia Grazia Neri
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paola.riccardi@grazianeri.com
AGENZIA GRAZIA NERI
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