Rosetta Berardi
Carlo Cirillo
Pasquale Ciuccio
Adriano Di Giacomo
Vinicio Momoli
Graziella Reggio
Nello Teodori
Alberto Timossi
Franco Troiani
Anna Cochetti
Fotografie, installazioni e sculture che insistono per antitesi sulla concettualizzazione del dato memoriale e sulla sottrazione della materia.
Rosetta Berardi
Carlo Cirillo
Pasquale Ciuccio
Adriano Di Giacomo
Vinicio Momoli
Graziella Reggio
Nello Teodori
Alberto Timossi
Franco Troiani
a cura di Anna Cochetti
Inaugurazione sabato 25 settembre 2004, ore 16
La mostra – come indicazione semantica ambigua sulla doppia valenza di arte ''prigioniera'' e di arte ''cattiva'' - intende proporsi come tema di riflessione e di intervento sulla funzione critica dell'arte oggi e si è dislocata su due spazi, diversamente individuati nella loro rilevanza storica e nella loro valenza evocativa, sia per contesto ambientale che per funzione, e su due tempi, a declinare le diverse articolazioni della riflessione.
Il primo tempo – giugno 2004 – aveva visto l’evento nelle celle sotterranee dell’ex Carcere del Sant'Uffizio a Spoleto, connotate come spazio architettonico e come funzione storica dell'essere luogo deputato alla costrizione di tutti i soggetti ritenuti ''eretici'', dal punto di vista dogmatico, dal sistema religioso o politico, 'prigione' sui cui muri persiste la traccia di parole e segni che costituiscono la ''memoria'' degli eventi, individuali e collettivi, su cui è costruita la Storia. In questa sede erano state collocate sculture e installazioni, che rispondevano ad una linea coerente di ricerca intorno alla fisicità della presenza e alla matericità del fare arte. Erano presenti Alessandra Bonoli, Ilaria Ciardi, Gianni Guidi, Sergio Monari, Graziano Pompili, Bruno Raspanti, Giovanni Scardovi, Graziano Spinosi, Sergio Zanni.
Il secondo tempo – settembre 2004 - si svolge negli spazi recuperati per l’arte contemporanea – e come Parco delle sculture - di un manufatto ‘documento’ dell’edilizia rurale e ‘memoria’ del lavoro contadino sottratto al degrado e riqualificato, aperto allo sguardo sulle colline romagnole, in un’area significativamente segnata dalla presenza di castelletti-ex prigioni dello Stato Pontificio. In questa sede sono collocate fotografie, installazioni e sculture, che insistono per antitesi sulla concettualizzazione del dato memoriale e sulla sottrazione della materia.
Il Catalogo, che documenterà i due tempi/luoghi di “Ars Captivaâ€, verrà presentato al termine delle Manifestazioni.
C.etrA, associazione culturale, via Sigla 328
Castelbolognese (RA)