GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Bergamo
via San Tomaso, 53
035 399528 FAX 035 236962
WEB
Triplo evento
dal 20/10/2004 al 27/2/2004
035 399528 FAX 035 236962
WEB
Segnalato da

GAMeC




 
calendario eventi  :: 




20/10/2004

Triplo evento

GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Bergamo

La mostra propone il rifacimento di ambienti cinetici degli anni '60 e la ricerca sulla sintesi tecnica tra luce e dinamismo in opere dal formato piu' tradizionale. L'artista ha sempre operato secondo una prassi artistica che intende progettare l'intero campo della vita e dell'estetica contemporanee, agendo non solo nel campo delle arti visive ma estendendo la sua creativita' ai campi del design, dell'architettura e della moda. Voltes IV presenta un'opera inedita di John Armleder: un'istallazione che avvolge il visitatore in un gioco di luci e di segni. La mostra e' parte del progetto Special Guest che prevede la realizzazione di opere uniche nella nuova ala della Galleria. Nello spazio ParolaImmagine personale di Anish Kapoor: dieci gouaches realizzate dall'artista anglo-indiano tra il 1995 e il 2000.


comunicato stampa

----english below

Getulio Alviani

Alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea una personale ripercorre la carriera di uno degli artisti più significativi a livello internazionale tra gli anni '60 e '70

Dal 22 ottobre al 27 febbraio 2005 alla GAMeC – Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo - si terrà l'antologica dedicata a Getulio Alviani (Udine, 1939), uno degli artisti più significativi a livello internazionale tra gli anni '60 e '70, protagonista di quella corrente indicata di volta in volta come Optical Art, Arte Cinetica e, come definita da Umberto Eco, Arte Programmata.
La personale - curata da Giacinto Di Pietrantonio, direttore della GAMeC - si concentra sull'intero arco della carriera del maestro friulano ed esplora tecniche, periodi e formati differenti della sua produzione, ponendo l'attenzione sia alla dimensione ambientale del lavoro di Alviani – attraverso il rifacimento di ambienti cinetici degli anni '60 come Interrelazione cromospeculare (1969), Interrelazione speculare curva (1965/1967) e Rilievo a riflessione ortogonale (1967), tutti presenti in mostra – sia alla ricerca sulla sintesi tecnica tra luce e dinamismo in opere dal formato più tradizionale. Il suo approccio astratto alla forma viene analizzato, oltre che attraverso ambienti e sculture, anche attraverso le sue caratteristiche opere realizzate con la molatura di materiali metallici come l'acciaio e l'alluminio, dalla superficie cangiante che si definiscono a seconda del movimento dello spettatore e di cui viene presentata un'ampia selezione che spazia fino ai giorni nostri.
Da oltre quarant'anni Alviani conduce ricerche nell'àmbito dei materiali e della loro organizzazione in insiemi programmati: il suo interesse per l'uso in arte di strutture plastiche desunte dal campo industriale inizia negli anni Sessanta, con la produzione delle prime opere in alluminio (come Linee luce, 1961 e Superficie a testura vibratile 1.2.4, 1961-62), una delle quali entra a far parte della collezione permanente del MoMA di New York a partire dal 1965, anno in cui l'artista viene invitato alla collettiva The Responsive Eye.
Alviani ha sempre operato secondo una prassi artistica che intende progettare l'intero campo della vita e dell'estetica contemporanee, agendo non solo nel campo delle arti visive ma estendendo la sua creatività ai campi del design, dell'architettura e della moda.
Alviani è stato uno dei principali promotori, a livello internazionale, di un approccio all'arte come forma conoscitiva che, attraverso lo studio dei fenomeni ottici, indaghi le strutture della percezione. In questo senso il suo operare non si è svolto solo attraverso il lavoro da artista ma anche attraverso l'attività di teorico, con l'elaborazione di numerosi scritti e la curatela di svariate mostre.
Nelle sue opere è evidente la ricerca continua di regole e proporzioni geometriche generate da calcoli matematici e contrasti di colori primari o complementari: arte e scienza diventano campi di ricerca di un rigore estetico che le denota entrambe.
La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione monografica, edita da Skira Editore, con testi di Loredana Parmesiani, di Beppe Finessi e con una conversazione tra l'artista e Giacinto Di Pietrantonio. Completa il volume, un'ampia documentazione di scritti dell'artista e apparati bio/bibliografici.

CENNI BIOGRAFICI
Getulio Alviani (Udine, 1939) espone per la prima all'estero con una personale presso la Mala Galerija di Lubiana nel 1961, seguita da una seconda, nel 1962, alla Galerija Suvremene Umjetnosti di Zagabria e allo Studio f di Ulm. Nello stesso anno partecipa alla mostra Arte Programmata a Venezia, Roma, Düsseldorf, Leverkusen e a Zero alla Galleria Diogenes di Berlino. Prima personale all'estero
Nel 1963 espone allo Stadtisches Museum Schloss Morsbroich di Leverkusen. Nel 1964 prende parte alla mostra Nouvelles Tendences al Palazzo del Louvre di Parigi e nel 1965 alla collettiva The Responsive Eye al MOMA di New York che gli acquista alcune opere che entrano a far parte della collezione permanente e crea le prime stanze-ambienti con pareti a superficie vibratile. Nel 1968 è invitato a Documenta 4 a Kassel.
Dal 1981 al 1985 dirige il Museo d'Arte Moderna di Ciudad Bolivar, Venezuela.
Prende parte più volte alla Biennale di Venezia (1984, 1986 e 1993). Nel 1992 interviene alla trigon – identität – differenz a Graz e realizza Mai wai alla Galleria Seno di Milano.
Antologiche gli sono dedicate alla Galleria Tivoli di Lubiana (1996) e al Muzej Suvremene Umjetnosti di Zagabria (1997). Nel 2000 è curata una sua rassegna di grafica dalla Galeria Bielska BWA di Bielsko-Biala. Sue personali sono state ospitate: al Muzeum Okregove, Chelm (1994); alla Stara Galleria BWA, Lublino (1995); alla Galleria BWA Avantgarda, Cracovia (1996); alla Galleria Dina Carola, Napoli (1998); alla Galeria Schoeller, Düsseldorf (2000); alla Galerie Conny Van Kasteel, Egmond Aan Zee; alla Galerie Cuenca, Ulm; alla Galleria Spazia, Bologna; alla Galleria Placentia, Piacenza (2001); alla Galleria Comunale d'Arte Contemporanea, Monfalcone (2003). Nel 2001 gli sono dedicate una monografica di superfici metalliche allo Städtischens Museum-Gelsenkirchen e una rassegna al Mondriaanhuis Amersfoort.
Tra il 2001 e il 2003 è presente a Luce movimento & programmazione, mostra itinerante nei musei di Ulm, Mennheim, Gelsenkirchen, Kiel, Schwerin e Klagenfurt. Nel 2002 è alla Biennale di Buenos Aires. L'anno successivo allestisce collettive alla Galleria Seno (Milano), a Villa Croce (Genova) all'Académie de France à Rome (Roma) e al Museo della Permanente, Spazio Atelier (Milano). Nel 2004 è di nuovo a Milano alla Triennale; espone alla Kunsthaus di Graz e al Palazzo delle Papesse. Negli ultimi anni si è dedicato alla cura di testi ed esposizioni riguardanti i protagonisti delle ricerche strutturali e visive a livello internazionale, collaborando con musei soprattutto dell'Europa dell'est e ha realizzato vari progetti di architettura.

------

22 ottobre 2004 - 25 aprile 2005

Voltes IV
John Armleder

La personale prosegue il progetto Special Guest, che prevede la realizzazione di opere uniche e inedite, nella nuova ala della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea.

Dal 22 ottobre 2004 al 25 aprile 2005 è in programma alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo la mostra Voltes IV, che presenta un'opera inedita di John Armleder.
Il progetto dell'artista svizzero, tra i più celebri della generazione post-concettuale e attivo sin dalla fine degli anni '60 come co-fondatore del gruppo Ecart, che comprende artisti di ispirazione Fluxus, prosegue la serie di personali dal titolo Special Guest, inaugurate lo scorso anno con Saxifraga di Paul Morrison e prevede la realizzazione di opere uniche, concepite in funzione della singolare struttura che le ospita, una grande aula, disegnata dallo Studio Gregotti Associati, di oltre 170 m² per una doppia altezza di circa 7 metri.

Il progetto, Voltes IV, avvolge il visitatore in un gioco di luci e di segni: l'intera parete di fondo della sala è occupata da un target del diametro oltre 6 metri interamente realizzato con neon di luce bianca che si illuminano a intermittenza. L'artista, utilizzando lo spettro luminoso e il movimento, trasforma un elemento comune, come il neon, in un motivo di eleganza.

Nelle sue opere, Armleder propone una riflessione lucida e ironica che spazia lungo la storia delle forme artistiche del XX secolo, mescolando pittura, scultura, installazione ambientale e sonora, video e ready-made. Tutti i suoi lavori indagano la stretta relazione tra arte e vita, funzionalità e teoria, avanguardia e oggetto d'uso quotidiano. L'artista offre al suo pubblico una duplice esperienza: quella dell'analisi e della riflessione sull'arte come linguaggio - attraverso frequenti rivisitazioni e citazioni dell'arte del passato - senza mai separare questo momento dal piacere estetico e dalla ricerca della bellezza.
Dopo aver raggiunto la notorietà sulla scena internazionale agli inizi degli anni '80, John Armleder è diventato un punto di riferimento per molti artisti delle generazioni più giovani che hanno riportato il discorso sul Modernismo, le arti applicate e lo spazio dell'estetica nella società al centro del dibattito internazionale.

Nella tradizione di Special Guest il catalogo che accompagna la mostra, edito da Silvana Editoriale, è esso stesso un "progetto d'artista", ideato e progettato da Armleder e corredato da testi di Giacinto Di Pietrantonio - direttore della GAMeC - e Xavier Douroux - direttore de Le Consortion di Digione. Chiude il volume l'intervista all'artista realizzata da Alessandro Rabottini, curatore della GAMeC.

CENNI BIOGRAFICI
John Armleder (1948, Ginevra) ha tenuto mostre personali nelle più prstigiose istituzioni d'arte contemporanea europee e statunitensi, tra cui il Wiener Secession, (Vienna, 1993), Le Consortium (Dijon, 1996) e il Museum of Modern Art (New York, 2000). Ha inoltre preso parte a numerosissime mostre collettive internazionali come la Biennale di Venezia del 1990 e la Biennale di Lione (1993 e 2003) e presso istituzioni museali quali il Martin Gropius Bau (Berlino 1991), il Deichtorhallen (Amburgo, 1993), l'Hong Kong Museum of Art (1995), il Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris e il Centre National d'Art Contemporain G. Pompidou, Beaubourg (Parigi, 1996), il Museum of Contemporary Art (Sydney, 2001) e lo Stedelijk Museum Bureau (Amsterdam, 2003).

----

Dal 22 ottobre al 28 novembre
Anish Kapoor

Allo spazio ParolaImmagine della GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea - le opere su carta dell'artista anglo-indiano

Dal 22 ottobre al 28 novembre 2004, la GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita una personale di Anish Kapoor. In esposizione saranno presentate dieci gouaches realizzate dall'artista anglo-indiano tra il 1995 e il 2000.
In contemporanea all'inaugurazione della mostra, giovedì 21 ottobre, al Chiostro di Santa Marta di Bergamo, verrà collocata in maniera permanente un'opera inedita che la Banca Popolare di Bergamo Gruppo BPU Banca ha commissionato all'artista.
Le gouaches esposte alla GAMeC permettono di apprezzare un aspetto meno conosciuto, quasi "privato" dell'attività di Kapoor, generalmente noto al grande pubblico per le imponenti sculture che spesso raggiungono dimensioni monumentali o ambientali.
Anche questi lavori di Kapoor, considerato uno degli artisti più influenti della sua generazione, indagano temi a lui cari quali la compenetrazione tra pieno e vuoto, l'idea di infinito, la dimensione del cielo e ambivalenze come concavo-convesso, presenza-assenza, tangibile-intangibile.
Il colore, nell'arte di Kapoor, diviene materia e assume una dimensione scultorea: la polvere impedisce una netta delineazione dei contorni e sfumando, elimina la distinzione netta tra forma e sfondo e rende la profondità dei diversi piani uno spazio abitabile dall'immaginazione dello spettatore.

Anish Kapoor è uno degli artisti più significativi nel panorama dell'arte contemporanea internazionale. Nato a Bombay nel 1954, vive e lavora a Londra sin dagli anni '70. Dagli inizi degli anni '80 i suoi lavori originali, in continuo dialogo tra bidimensionalità e tridimensionalità, gli consentono di ottenere ben presto un ruolo di spicco nella New British Sculpture, nome con cui la critica designò la nuova scena della scultura inglese e di cui facevano parte artisti come Cragg, Deacon, Woodrow e Gormley. Le sue opere indagano la dialettica degli opposti: uomo e donna, luce e tenebre, interno ed esterno, ed è l'utilizzo del colore nella sua purezza a diventare elemento costante delle sue opere e simbolo della sintesi tra oriente ed occidente. Il percorso artistico di Kapoor si compone di due fasi complementari. Alla prima appartengono le opere dei primi anni '80: oggetti scultorei con forme tra l'astratto e il naturale, completamente ricoperte di pigmento puro, il cui intenso colore nasconde l'origine di manufatto e suggerisce l'idea di sconfinamento. Negli anni '90 invece approfondisce quelle che possono essere riconosciute come sue caratteristiche peculiari: sculture di dimensioni sempre più monumentali e che rappresentano la sua messa in scena del vuoto, reso tangibile da una cavità che si riempie o da una materia che si svuota.
I lavori di Kapoor sono stati esposti in tutto il mondo sia in musei che in gallerie private, tra i quali la Tate Modern di Londra, il Museum of Modern Art di New York, il Reina Sofia di Madrid e lo Stedlijk Museum di Amsterdam. Nel 1990 prende parte alla XLIV Biennale di Venezia dove gli conferiscono il "Premio Duemila" (ottenuto anche nel 1992). L'anno seguente consegue il "Turner Prize" e nel 1992 partecipa a Documenta IX con la costruzione Descent into Limbo. Nello stesso anno l'Expo di Siviglia gli commissiona l'enorme opera architettonica Building for Void. Nel 2003 espone al Museo Archeologico di Napoli.


Immagine: Getulio Alviani,Cubo, 1964 1969, realizzazione per konstruktive kunst element und prinzipiem, Norimberga

Inaugurazione: giovedi' 21 ottobre ore 18.30

Bergamo, GAMeC – Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea
Via San Tomaso, 53
Orari: martedì – domenica 10.00 – 19.00; giovedì 10.00 – 22.00. Lunedì chiuso
Ingresso gratuito

Servizi didattici: tel. 035.399529
giovanna.brambilla@gamec.it

Prenotazioni visite guidate gratuite: tel. 338.6868231
martedì-venerdì: 9.30-12.30; 15.00-18.00

Ufficio Stampa
CLP Relazioni Pubbliche Tel. 02433403 – 0248008462 - fax 024813841

----english

Getulio Alviani, John Armleder and Anish Kapoor in Bergamo

GAMeC presents three artists in three different exhibitions according to their generation and geographical origins but linked by three common themes: geometry, abstraction, and light.

Getulio Alviani. antologica
Curated by Giacinto Di Pietrantonio

From October 22, 2004 to February 27, 2005, GAMeC will present the first retrospective that have ever been dedicated to Getulio Alviani from an Italian museum. Alviani is one of the most important artists at the international level during the 1960's and early 1970's, as a leading member of the current that was alternately labeled Optical Art, Kinetic Art, and Programmed Art.
The exhibition at the GAMeC in Bergamo, curated by Giacinto Di Pietrantonio, focuses attention both on the environmental dimension of Alviani's work through the reworking of kinetic environments in the 1960's and research on the technical synthesis of light and dynamism in more traditionally formatted works.
Getulio Alviani's artistic training was close to masters like Josef Albers, Konrad Wachsmann and Max Bill, who, in developing the theoretical and practical premises of the Bauhaus, nudged artistic innovation and creative work in a scientific direction, basing aesthetic work on expansion of the field of perception and the verifiability of solutions to problems.Alviani has been conducting research on materials and their organization in programmatic compositions for over forty years: his interest in the use of art for plastic structures and visual knowledge deriving from the industrial field began in the 1960's with the production of his first works in aluminum, one of which was acquired for the permanent collections of the MOMA in New York starting in 1965, the year when the artist was invited to participate in the group show The Responsive Eye. Alviani was one of the principal promoters at the international level of an approach to art as a form of knowledge that, through the study of optical phenomena, investigates the structures of perception.
His works manifest a continuous search for rules and geometric proportions generated by mathematical calculations and contrasts between primary or complementary colors: art and science become the fields of research for an aesthetic rigor that denotes both of them.
Alviani's works are always conceived in relation to the observer's point of view and stimulate it by using the refraction of luminous effects on metallic surfaces and the observer's movements with respect to the objects in front of him as artistic materials: the result is that these objects change physically, while the space that contains them and the individual's visual perception become part of the work. Alviani has always proposed an approach that remains extremely topical by challenging the traditional significance of artistic representation and illusion and presenting an idea of work as the dynamic center of relation with the public.
The exhibition will be accompanied by a monographic catalogue published by Skira Editore, with texts by Loredana parmesani, Beppe Finessi, and a conversation between the artist and Giacinto Di Pietrantonio, Director of the GAMeC and curator of the exhibition. The catalogue will be rounded out by complete documentation of the artist's writings and biographical and bibliographical apparatus.

John Armleder. Voltes IV
Curated by Giacinto Di Pietrantonio and Alessandro Rabottini

From October 22, 2004 to April 25, 2005, GAMeC will continue its series of Special Guest - one-man shows with unique works conceived for the unusual structure that hosts them - with the new work by John Armleder entitled Voltes IV. This project by the Swiss artist, one of the most famous members of the post-conceptual generation, who has been active since the end of the 1960's as co-founder of the group of artists inspired by Fluxus "Ecart".
The project, Voltes IV, envelopes the visitor in a play of lights and graphic elements: the entire wall closing the end of the hall is covered by a target with a diameter of over 6 meters, realized exclusively in white neon light that blinks on and off. The artist uses the spectrum of light and movement, thereby creating a work charged with hypnotic and abstract beauty, transforming a common element like neon into a motif of rarefied elegance.
In his works, Armleder proposes a lucid and ironical reflection that ranges across the history of artistic forms of the 20th century, mixing painting, sculpture, environmental and sound installation, video, and ready-made. All his works investigate the close relationship between daily life, functionality and theory, avant-garde and commonly used objects. Thanks to his ability to dissimulate a clearly conceptual attitude behind an ornamental surface, the artist creates works that fuse sophisticated irony with an almost pop fascination for the world of spectacle and entertainment, the aesthetic of consumption with reflection on the role and position of art in the contemporary cultural system. Nearly always brightly coloured, and presented either individually or as a serially repeated motif, these luminous targets transform the motif of the circle - a constant form in the history of abstract art and a archetypal figure - into a play of light and seductive, hypnotic movement.
Every possible artistic and cultural reference exists within a synthesis which, as occurs in all Armleder's work, produces an effect of sophisticated elegance and enigmatic beauty that is always poised between the simplicity of pure geometric form and the excesses of playful decoration.

In the tradition of the Special Guest series, the exhibition catalogue, published by Silvana Editoriale, is itself an "artist's project," conceived and designed by Armleder and containing texts by Giacinto Di Pietrantonio - Director of GAMeC - and Eric Troncy - Director of Le Consortion in Dijon. The catalogue is closed by an interview with the artist conducted by Alessandro Rabottini, Curator of GAMeC.

The exhibition has been realized with the contribution of Art Council of Switzerland Pro-Helvetia.

Anish Kapoor. gouaches
Curated by Giacinto Di Pietrantonio

From October 22 to November 28, 2004, GAMeC will host a one-man show by the Anglo-Indian artist Anish Kapoor, one of the most influential artists of his generation. A series of gouaches executed by the artist between 1995 and 2000 will be featured. The gouaches exhibited at GAMeC offer a glimpse of a lesser known and almost "private" aspect of Kapoor's activity, as he is generally known amongst the general public for his monumental sculptures, one of them, new and commissioned by Banca Popolare di Bergamo Gruppo BPU Banca, is at the Cloister of Santa Marta. Kapoor's gouaches, like his sculptures, are focused on subjects of particular interest to him, such as the interpenetration of solid and void, the notion of the infinite, the dimension of the sky, and ambivalences like concave-convex, presence-absence, and tangible-intangible.
Color in Kapoor's work becomes material and assumes a sculptural dimension: dust blurs the boundaries, eliminating the clear distinction between form and background and rendering the depth of the different planes in the form of space that can be occupied by the observer's imagination.
His works have been showed all over the world at museums and private galleries, for example: Tate Modern in London, Reina Sòfia in Madrid and Stedlijk Museum in Amsterdam.

GAMeC
Via San Tomaso, 53 Bergamo
Info: ph. +39 (0)35 399 528 - fax +39 (0)35 236962 silvia.dondossola@gamec.it
Opening: Thursday, October 21, 6:30 p.m.

Hours:

Getulio Alviani/ John Armleder
Tuesday - Sunday, 10 a.m. - 7 p.m.
Thursdays, 10 a.m. - 10 p.m.
closed Mondays

Anish Kapoor
Tuesday - Sunday 9:30 a.m. - 1:00 p.m., 2:30 p.m. - 5:45 p.m. closed Mondays

Free admission

Press office
CLP Relazioni Pubbliche Ph. 02433403 - 0248008462 - fax 024813841 ufficiostampa@clponline.it

IN ARCHIVIO [143]
Effetto Serra II
dal 21/12/2015 al 16/1/2016

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede