Le opere proposte riprendono il tema degli insetti, già oggetto della mostra della scorsa stagione, rivisitando però l'argomento attraverso un punto di vista parzialmente mutato. Anche quest'anno si tratta di fotografie di vere e proprie microsculture che rappresentano insetti o creature fantastiche ispirate al mondo animale. Gli insetti sono costruiti con materiale di riciclo, nel senso più letterale del trash, e sono poi fotografati.
Insetti...collezione inverno 2001.
Le opere proposte riprendono il tema degli insetti, già oggetto della mostra della scorsa stagione, rivisitando però l'argomento attraverso un punto di vista parzialmente mutato.
Anche quest'anno si tratta di fotografie di vere e proprie microsculture che rappresentano insetti o creature fantastiche ispirate al mondo animale. Gli insetti sono costruiti con materiale di riciclo, nel senso più letterale del trash, e sono poi fotografati.
A differenza dell'anno precedente, ora la fotografia è utile a concentrare l'attenzione sullo spazio che circonda l'ideale creatura, o più precisamente a dare vita a questo stesso spazio secondo le intenzioni dell'artista. Ne risulta uno spazio artistico visionario e fantastico, in cui la dimensione del sogno si confonde con un'apparenza scientifica.
Piuttosto che "insetti", le creature proposte quest'anno ricordano le immagini dei libri di chimica: sembrano microrganismi la cui figura sia possibile scorgere solo attraverso il microscopio. L'operazione è guidata da un preciso orientamento concettuale, da ricollegare ad una precisa idea di spazialità nel rapporto tra scultura, l'ambiente che la circonda e la nostra percezione di questo stesso ambiente.
La comprensione, la visione diretta e normale che noi abbiamo del nostro mondo quotidiano appare, infatti, spesso incompleta e insufficiente. E forse, come suggerisce la stessa artista, ciò accade non tanto per la nostra effettiva disattenzione, quanto per la noncuranza di tutti questi "piccoli mondi" nei nostri confronti.
L'artista opera come se fosse possibile zoomare direttamente e senza alcuna interposizione all'interno di queste realtà , perdendo il contatto con il nostro abituale senso esterno e svelandone l'inconsistenza e la radicale infondatezza.
Lo spazio normalmente percepito è annullato e riportato al suo punto zero, così come l'abituale percezione della temporalità , mentre siamo trasportati in una dimensione astratta, visionaria e in fin dei conti artificiale, quasi allucinatoria del nostro mondo-ambiente.
A ben guardare non si tratta tanto della messa in luce di una riscoperta dimensione ultranaturalistica, ma, ciò che è profondamente diverso, della creazione e costruzione di uno spazio difforme - che per lo stile artistico adottato potrebbe ricordare la pop art o il kitsch anni sessanta (soprattutto quello che maggiormente s'ispirava al surrealismo).
Le opere rivelano l'esperienza e l'abilità dell'artista nell'ambito della scultura oltre che della fotografia. Gli insetti fotografati sono minuscole sculture atteggiate a microrganismi: appaiono come fossero animate, fanno il verso a corpi di possibile esistenza, ma improbabile realtà e si configurano perciò soprattutto come un prodotto di carattere culturale e artificiale.
Infine gli occhi dello spettatore scivolano sullo sfondo, sul piano di riferimento spaziale, che pare sfondarsi all'infinito, con una perdita totale e allucinatoria di tutte le ordinarie visioni prospettiche.
Irene Roveda è una giovane artista veronese. Ha da poco conseguito il diploma presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha studiato scultura e fotografia e si è specializzata nell'analisi dei rapporti tra scultura e teatro. Ha già partecipato a diverse mostre collettive e personali, esponendo anche ad Amantes nel gennaio 2000.
Inaugurazione:
17 ottobre, ore 19.00.
Orario:
dal lunedì al sabato, dalle 16.00 alle 2.00.
Associazione Amantes,
Via Principe Amedeo 38/a,
Torino,
tel. e fax. 0118172427.