15 opere, olii su tela di medio e grande formato. La composizione e' sempre dinamica, i diversi elementi sembrano fluttuare o spostarsi, rispecchiando il rapido movimento del nostro sguardo mentre precorre uno spazio cogliendo solo i fenomeni luminosi.
15 opere, olii su tela di medio e grande formato
Juan Olivares è nato nel 1973 ad Alzira (Valencia, Spagna), dove vive e lavora.
Il lavoro di Juan Olivares si colloca in quella specifica area legata all’astratto postmoderno che esiste da quasi tre decenni, ma le sue opere si collegano a questa tradizione più in termini concettuali che formali.
Olivares parte dall’immagine come da uno scorcio della realtà : ombre, inferriate, putrelle, tubi, griglie, scale… si convertono in immagini piatte.
La forma con la quale Olivares opera è analitica e riflessiva: variano poco i suoi dipinti nel modo in cui sono realizzati. La gamma dei colori si riduce generalmente al bianco e al nero più un altro colore, massimo due, cui si associano sempre disegni, zone o bordi colorati e spazi vuoti. La composizione è sempre dinamica, i diversi elementi sembrano fluttuare o spostarsi, rispecchiando il rapido movimento del nostro sguardo mentre precorre uno spazio cogliendo solo i fenomeni luminosi. Man mano che i quadri si fanno più complessi, e che più elementi ne popolano la superficie, essi diventano paradossalmente più calmi. Le parti disegnate, che assomigliano alle ombre di fili di ferro o di gabbie sformate, acquistano una voluminosità che si contraddistingue dai bordi colorati, dai piani, dagli spazi vuoti. Siffatte tensioni dinamiche sembrano sottolineare la precarietà di tutto, accennando ad un equilibrio instabile. In un certo modo, sembrano parlare della condizione umana. Il raggiungimento di uno stile non è, come si è pensato, l’obbiettivo principale dell’artista, bensì la contemplazione degli spazi urbani circostanti, la loro traduzione in spazi pittorici di grande bellezza rappresentando le fondamenta labili non solo della nostra personalità , ma anche della nostra civiltà .
Le forme usate da Olivares non sono organiche ma geometriche, sebbene fuse o sformate.
La rituale ripetizione degli spazi pittorici di Olivares si avvicina al lavoro di Gerhard Richter, nel cui zelo chiarificatore (antidogmatico) si alternano stili opposti. Juan Olivares è tutt’altro che mero epigono dell’astratto postmoderno : Olivares traduce gli stimoli esterni in sintagmi pittorici o linguistici, convertendoli in strumenti atti a definire fenomeni interni psicologici.
La sua pittura soddisfa sia l’intelletto che il senso estetico e tutto lascia presumere che questo giovane artista sia destinato ai successi che già hanno arriso ai suoi connazionali Barcelò e Sicilia.
Vernissage: 09 ottobre, ore 18.00
Presentazione in catalogo di Valerio Dehò
Galleria Spazia
Via dell’Inferno 5
Bologna