Mostra fotografica di Tommaso Fiscaletti e Michela Orbani. Un viaggio in Marocco diventa per Tommaso Fiscaletti un'occasione per sperimentare il reportage, suo principale interesse in campo fotografico, che per definizione riporta fatti e immagini come si sono colti sul posto, e che richiede dunque il trovarsi in un luogo, e quindi il 'sentire' immediatamente prima del 'vedere'. Guardami. Dopo una lunga serie di fotografie caratterizzate da elementi architettonici, da visioni urbane e da oggetti, Michela Orbani si confronta con la figura e lo fa nei modi che le sono propri, creando cioe' mediante l'utilizzo della fotocamera un racconto.
mostra fotografica di: Tommaso Fiscaletti - Michela Orbani
Un viaggio in Marocco diventa per Tommaso Fiscaletti un’ occasione per sperimentare il reportage, suo principale interesse in campo fotografico, che per definizione riporta fatti e immagini come si sono colti sul posto, e che richiede dunque il trovarsi in un luogo, e quindi il “sentire†immediatamente prima del “vedereâ€.
Dalle foto in bianco e nero che ha scelto di esporre, emerge l’avventura in un luogo dove uomo e spazio interagiscono seguendo regole di assembramento e dispersione che per noi, “europei modernizzatiâ€, sono lontane di almeno un cinquantennio o sono rimaste intatte in luoghi di campagna o di mare dove una comunità ridotta vive i principali momenti della sua giornata all’aperto.
Non è una folla indistinta quella che si raccoglie attorno ad un accadimento qualsiasi, una lotta come una partita di pallone, ma sono i bambini o gli uomini del quartiere che accorrono, gli stessi che hanno giocato assieme, discusso, o che si sono incontrati al mercato, vivendo il tempo come dentro ad un’unica famiglia. Ed è sempre qualcuno di loro ad essere il protagonista di una foto spoglia, riconoscibile da pochi elementi urbani, rendendola colma di presenza, anche solo attraverso un paio di scarpe lasciate sul pavimento.
In ogni foto l’obiettivo rivela il modo in cui la comunità vive e percepisce lo spazio. Dalle piastelle decorate geometricamente che tracciano una griglia sotto i piedi o come sfondo all’incedere delle persone, ai muri che chiudono gli spazi o si animano di scritte e frecce, ai cancelli, alle scale, Fiscaletti dissemina nelle sue foto segni di confini e limiti che il villaggio si è dato cercando un’identità , linee di protezione e mai definitive.
Fiscaletti rinuncia alla seduzione del colore e sceglie un bianco e nero in cui una gamma di grigi e l’uso della sfuocatura riescono a rendere un ambiente in costante movimento e tensione emotiva, nel tentativo di “capire la ragione di una vita quotidiana e segreta al tempo stessoâ€, come ha sottolineato lo scrittore Pietro Fratta.
Elisa Capitanio
Tommaso Fiscaletti è nato a Cattolica (RN) nel 1981, si è diplomato all’Istituto d’Arte di Pesaro, con una specializzazione in architettura ed arredamento. Lavora da tre anni presso lo studio fotografico Amati Bacciardi di Pesaro. Ha recentemente realizzato la copertina dell’ultimo libro dello scrittore pesarese Pietro Fratta. Alcune delle foto di questa mostra sono state esposte in una personale presso il palazzo Gradari di Pesaro in agosto 2004.
Nell'mmagine una foto di Tommaso Fiscaletti.
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Guardami
Dopo una lunga serie di fotografie caratterizzate da elementi architettonici, da visioni urbane e da oggetti, Michela Orbani si confronta con la figura e lo fa nei modi che le sono propri, creando cioè mediante l’utilizzo della fotocamera un racconto.
L’idea di esporre queste immagini nasce fondamentalmente da una passione. Passione per la fotografia, passione per il viaggio, passione per ciò che quella piccola porzione di terra e di abitanti d’Africa, che la fotografa ha incontrato, le ha suggerito.
Attraverso questo lavoro l’autrice ci invita così ad assaporare la sua esperienza con l’ausilio di figure e volti che divengono forme e colori dai tagli di luce particolari, unici nel loro essere tanto caratterizzati.
La scelta di queste riprese esposte, selezionate tra un centinaio di immagini realizzate, non è casuale, anzi, è una scelta formale precisa, legata ad una volontà , da parte dell’artista, di rinviare ad una corrispondenza tra i singoli soggetti che sembrano muoversi in una continuità . Essi si rispondono e si integrano in un percorso visivo che risulta circolare e dinamico.
L’esposizione intende del resto sviluppare un itinerario attraverso le immagini di figure che si mostrano in un divenire di movimenti sino a rivelarsi nei primissimi piani, mettendo in evidenza il gioco di ritrarre e farsi ritrarre, in una geometria di sguardi che passa dal soggetto al fotografo allo spettatore, in uno scorrere che va oltre l’immagine stessa.
Queste foto nascono nel corso di un viaggio e si propongono, non solo nella libera interpretazione del fruitore, di proseguire un proprio viatico. Il visitatore può infatti cogliere alcune fotografie che si trovano depositate a terra - diverse, e di dimensione molto più piccola rispetto a quelle appese alle pareti -, scoprendosi così protagonista, e direttamente partecipe ed interagente nell’essere invitato a creare nuovi ed ulteriori percorsi, nuovi ed ulteriori sguardi.
Susanna Zattarin
Michela Orbani è nata a Gorizia nel 1969. Vive a Venezia dal 1990 dove si è laureata in Architettura allo IUAV con una tesi sulla fotografia. Già dal 1985 frequenta laboratori fotografici e persegue un percorso di formazione segnato sia dall’attività pratica di ripresa e stampa che da un approfondimento storico-teorico. Espone principalmente in Friuli e pubblica in alcune riviste nazionali e siti internet.
inaugurazione mercoledì 20 ottobre - ore 19:00
a cura di:
Elisa Capitanio - Susanna Zattarin - FORTAYA group
Club ARCI Malvasia Vecchia
San Marco 2586, Venezia (vicino Teatro la Fenica)
Ingresso riservato ai soli tesserati ARCI
Per informazioni: 041 2750999