La mostra presenta il lavoro di quattro artisti, Karin Andersen, Francesco Arena, Matilde Montanari, Fabrizio Orsi, che da alcuni anni lavorano su tematiche relative al corpo, al nudo e alla sua rappresentazione. Ognuno le affronta con uno stile del tutto personale che riflette percorsi artistici individuali e precisi.
Karin Andersen Francesco Arena Matilde Montanari Fabrizio Orsi
a cura di Elisa Mezzetti
La mostra presenta il lavoro di quattro artisti, Karin Andersen, Francesco Arena, Matilde Montanari, Fabrizio Orsi, che da alcuni anni lavorano su tematiche relative al corpo, al nudo e alla sua rappresentazione. Ognuno le affronta con uno stile del tutto personale che riflette percorsi artistici individuali e precisi.
La mostra si propone come un’eterogena panoramica sulla produzione di questi autori i cui lavori dialogano insieme confrontandosi reciprocamente, mantenendo però ognuno una propria specificità .
Le immagini di Karin Andersen (1966, vive e lavora a Bologna) attingono a mondi immaginari all’interno dei quali avvengono contaminazioni e mutazioni di genere. I luoghi e i personaggi rappresentati hanno un’attinenza reale al mondo in cui viviamo, ma vengono manipolati dall’artista e acquistano, così, una nuova vita inserita in un improbabile habitat non propriamente umano. La Andersen gioca con intelligente fantasia alla creazione di situazioni potenziali, possibili, regolate da norme extraterrestri e mutevoli.
Francesco Arena (1966, vive e lavora a Genova) concentra la sua attenzione su singoli particolari anatomici, quali occhi, mani, bocche. Il suo è un procedere dal particolare al generale, i singoli elementi sono accomunati da forti legami fisici, attraverso un linguaggio attento alle compenenti estetiche e cromatiche. Le immagini fanno intuire rapporti a volte anche violenti, dove il corpo viene utilizzato attraverso atti di tipo perfomativo. E’ una narrazione esplicita delle compenenti più carnali e sessuali della fisicità umana.
Matilde Montanari (1979, vive e lavora a Bologna) compie un’indagine di tipo introspettivo e autobiografico attaverso l’utilizzo dell’autoritratto. Le sue immagini richiedono uno sguardo attento e paziente che permetta all’osservatore di penetrare in ridondanti interni di abitazioni riccamente arredate in cui, solo in un secondo momento, si intravedono corpi di donne che abitano quegli ambienti. Sono racconti privati attraverso i quali l’artista ci permette di entrare in un mondo che è essenzialmente autoreferenziale. Il tempo scorre in due dimensioni parallele, quello dell’osservatore e quello immobile e pensoso della donna ritratta mentre svolge la sua vita e vive i suoi ambienti domestici come se nessuno la stesse osservando.
Fabrizio Orsi (1961, vive e lavora a Reggio Emilia) presenta ritratti di corpi su fondo nero, dove la nudità femmibile viene percepita come icona senza tempo e senza luogo, simbolo di una bellezza spesso sofferta, portatrice di consapevolezze collettive. L’utilizzo di uno sfondo che volutamente annulla ogni riferimento temporale e spaziale e la messa in posa dei corpi creano delle immagini che diventano astrazioni sospese, in bilico tra realtà vissute individualmente e proiezioni di desideri spersonalizzati.
Inaugurazione sabato 23 ottobre - ore 18
apertura solo su appuntamento
Catalogo: in galleria
Ass. Cult. STUDIO ERCOLANI
Viale G.B. Ercolani, 5/2 - 40138 Bologna - Italia