Gustave Courbet
Edouard Manet
Claude Monet
Camille Pissarro
Alfred Sisley
Gustave Caillebotte
Paul Gauguin
Vincent Van Gogh
Armand Guillaumin
Marco Goldin
La grande mostra, promossa in vista delle Olimpiadi del 2006, propone 150 capolavori fra i quali dipinti di Gustave Courbet, Edouard Manet, Claude Monet, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Gustave Caillebotte, Paul Gauguin, Vincent Van Gogh e Armand Guillaumin tra gli impressionisti, unitamente a circa 100 dipinti dei pittori europei loro contemporanei sul tema della neve.
La Francia e l'Europa
La spettacolare esposizione consentirà al pubblico di apprezzare a Torino circa
150 capolavori sul tema della neve. Si potranno ammirare dipinti di Gustave
Courbet, Edouard Manet, Claude Monet, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Gustave
Caillebotte, Paul Gauguin, Vincent Van Gogh e Armand Guillaumin tra gli
impressionisti, unitamente a circa 100 dipinti dei pittori europei contemporanei
degli impressionisti stessi, sempre sul tema della neve. Questo confronto
serrato sarà la grande novità dell'esposizione.
L'affascinante esposizione torinese si presenterà come un suggestivo viaggio, in
due sezioni, attraverso uno dei temi più luminosi e fiabeschi con i quali si sia
misurata la grande pittura di paesaggio del XIX secolo: l'inverno e la neve.
La prima avrà come tema la pittura di neve in Europa, al di fuori della
Francia. Circa cento opere, suddivise per aree geografiche (Scandinavia, Russia,
Est Europa, Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Italia),
delineeranno l'ampia storia tematica della pittura del secondo Ottocento, con
autori più o meno noti, fino ai paesaggi di neve dipinti da Edvard Munch a
cavallo tra XIX e XX secolo. Varrà comunque tener presente, nella comprensione
di questa prima parte della mostra, che non si vuole offrire al pubblico
italiano l'immagine di improbabili scuole "regionali" forti di una loro unitÃ
interna, quanto piuttosto, seguendo il tema unificante della neve, portare il
visitatore a riflettere su quanto e come l'arte europea, fin dentro la Russia e
le terre dell'Est, abbia risentito con accenti diversi del novitÃ
impressionista. Riuscendo così a misurarne affinità evidenti e altrettanto forti
distanze.
Con la seconda sezione, si entrerà invece in territorio francese, per accostare
l'altro nucleo della mostra. All'inizio le opere di Gustave Courbet,
l'importante figura di riferimento per i giovani pittori che si affacciavano
sulla scena di Parigi. Courbet che più di ogni altro, prima degli
impressionisti, dipinse la neve, costituendo per loro un modello non
prescindibile.
Monet sarà poi certamente l'artista più rappresentato, con opere che ne
delineano il percorso pittorico nel suo svolgimento più completo: da alcune
delle prime negli anni settanta del suo tempo fondamentale di Argenteuil, che è
anche quello delle mostre impressioniste a Parigi, fino ai disgeli del
1880-1881; quindi i celeberrimi covoni invernali attorno alla proprietà di
Giverny e la seconda serie dei disgeli nel 1893. Infine, la serie con i paesaggi
di neve del monte Kolsaas e del villaggio di Sandviken in Norvegia nel 1895,
realizzati durante il viaggio di tre mesi ad Oslo, l'antica Cristiania, e
dintorni.
Accanto a Monet, molte tra le figure più prestigiose che abbiano animato la
pittura impressionista nel secondo Ottocento: Camille Pissarro, Alfred Sisley,
Gustave Caillebotte, Paul Gauguin, Vincent Van Gogh.
L'eccezionalità di questa rassegna, in grado di poter proporre, grazie al
credito dei più importanti musei internazionali, opere segrete, è data anche dal
fatto che sarà presente l'unico dipinto del grande Manet sul tema della neve.
Autentico padre di tutti gli impressionisti, Manet, con il suo Petit-Montrouge,
effetto di neve incredibilmente prestato dal museo di Cardiff, chiude questa
galleria di opere quasi irrintracciabili.
In tutto circa cinquanta dipinti che renderanno preziosissima l'esposizione, in
modo particolare nel suo capitolo centrale riservato agli anni settanta, il
tempo più vero dell'impressionismo.
Perché anche dipingendo l'inverno e la neve gli impressionisti segnano quel
passaggio mirabilmente avvenuto, solo in parte anticipato dagli artisti di
Barbizon, dalla natura come scenografia alla natura descritta in quanto vera
luce del mondo. Certo la neve ben si adatta alla spettacolarizzazione del medium
luminoso, alla resa di quella trama del colore che non aveva fino ad allora
eguali nell'ambito della pittura.
La grande mostra, promossa in vista delle
Olimpiadi del 2006, è curata da Marco Goldin e organizzata, congiuntamente, da
Linea d'ombra, la Città di Torino, la Regione Piemonte, il Toroc e la Fondazione
Torino Musei. Il principale sostenitore non istituzionale della mostra è la
Compagnia di San Paolo. Ad ospitarla sarà la Promotrice di Belle Arti, al Parco
del Valentino, a conclusione di un completo restauro dello storico spazio
espositivo.
Immagine: Sisley, Effetto di neve a Louveciennes, 1874, cm 54 x 65, collezione privata
Palazzina della Promotrice delle Belle Arti, Parco del Valentino, Torino
Vernice per la stampa venerdì 26 novembre dalle ore 11 alle ore 16
Ufficio Stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel. 049.663499