Una mostra votata alla luce che a partire dal medesimo filo conduttore, individuabile proprio nei fasci di radiazioni elettromagnetiche percepibili dall'occhio umano, mettera' in scena tre diversi percorsi creativi sia sotto il profilo concettuale e tecnologico, sia per quanto concerne l'appartenenza generazionale.
Alberto Biasi
Carlo Bernardini
Tomaso Boniolo
Inaugurazione: sabato 20 novembre 2004 ore 18.30
La collettiva intitolata Lumen è una mostra votata alla luce, che a
partire dal medesimo filo conduttore, individuabile proprio nei fasci di
radiazioni elettromagnetiche percepibili dall'occhio umano, metterà in
scena tre diversi percorsi creativi sia sotto il profilo concettuale e
tecnologico, sia per quanto concerne l'appartenenza generazionale.
Pur nella diversità , le opere di Alberto Biasi, Carlo Bernardini e
Tomaso Boniolo lasceranno infatti emergere l'accezione figurata di
'luce' quale simbolo di ciò che illumina la mente, lo spirito dell'uomo,
alludendo anche al principio che il latino lumen della luce indica
l'effetto e, in chiave poetica, allude agli occhi, quindi al vedere.
Come scrive Sabrina Zannier nella presentazione, ''Lumen, allora,
prefigura una sorta di porta d'ingresso alla mostra, di cifra
introduttiva capace di anelare da un lato alla valenza concettuale di
lavori caratterizzati, seppur in misura diversa, da metodologie
scientifico-sperimentali e programmatiche; dall'altro lato a quei
principi della percezione ottica che, radicati anche nella psicologia e
nella teoria della Gestalt, chiamano necessariamente in causa la
pluralità dei punti di vista dello spettatore, ossia il suo
coinvolgimento diretto e il suo movimento nello spazio''.
Aspetti, questi, che Alberto Biasi, storico componente del Gruppo N di
Padova e dell'arte cinetica e programmata italiana, ha affrontato sin
dalla fine degli anni '50 con un rigore tecnico quasi ingegneristico,
capace di sottendere all'impatto ludico ed evocativo dell'opera una
profonda riflessione intellettuale. Aspetti, ancora, che Carlo
Bernardini sviluppa affrontando il concetto di spazialità attraverso
lavori tesi fra dimensione scultorea e installativa generata, però,
dall'idea di un di-segno nello spazio che chiama in causa sia il
dinamismo dello spettatore sia quello delle condizioni di luce naturale;
e che Tomaso Boniolo, invece, trasla in chiave narrativa ed evocativa
per elevare la luce a traccia simbolica che prende le distanze dall'arte
puramente visuale, per sprofondare, piuttosto, sul versante di un
rinnovato umanesimo.
Nell'immagine: Carlo Bernardini, 'Spazio Permeabile', 2000, Legno e fibre ottiche
FIORETTO ARTE
Riv. A. Mussato, 89/a 35139 Padova