Matteo Basile'
Davide Bramante
Giacomo Costa
Christine De La Garenne
Domiziana Giordano
Robert Gligorov
Sandra Mann
Hiroyuki Masuyama
Andreas Strauss
Heidi Schiacchitano
Mostra di arti visive che fara' da cornice alla seconda edizione del festival 'Artisti per Alcamo', organizzato dall’Associazione per l’Arte (AxA). Artisti italiani e artisti tedeschi daranno vita a un percorso visivo e disegnando correlazioni fra culture. I cinque artisti italiani sono Matteo Basile', Giacomo Costa, Robert Gligorov, Domiziana Giordano e Davide Bramante. Gli artisti tedeschi sono Christine de la Garenne, Hiroyuki Masuyama, Sandra Mann e Andreas Strauss. A cura di Heidi Schiacchitano
FESTIVAL ARTISTI X ALCAMO 2004
Arti visive
da un'idea di Davide Bramante
a cura di Heidi Schiacchitano
in collaborazione con Goethe Institut Palermo
“Baciamo le mani / Willkommen†è il titolo della mostra di arti visive che farà da cornice alla seconda edizione del festival “Artisti per Alcamoâ€, organizzato dall’Associazione per l’Arte (AxA), con il contributo della “Fondazione Federico IIâ€. Artisti italiani e artisti tedeschi (o che da anni vivono in Germania), daranno vita a un percorso visivo e figurativo, costruendo un ponte ideale fra Germania e Italia e disegnando, inoltre, ulteriori correlazioni fra culture.
La mostra, nata da un’idea di Davide Bramante e curata da Heidi Sciacchitano, in collaborazione con il Goethe Institut di Palermo, annovera una quarantina di opere: si tratta per lo più di fotografie, sia classiche che digitali, ma anche video e un dipinto. L’esposizione sarà inaugurata domenica 21 novembre, alle 18.30, presso il Castello dei Conti di Modica ad Alcamo (Trapani) e potrà essere visitata fino al 19 dicembre, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. L’ingresso è gratuito.
I cinque artisti italiani sono Matteo Basilè, Giacomo Costa, Robert Gligorov, Domiziana Giordano e lo stesso Davide Bramante. Gli artisti tedeschi sono Christine de la Garenne, Hiroyuki Masuyama, Sandra Mann e Andreas Strauss.
La ricerca dei punti di contatto tra i due linguaggi artistici è il filo conduttore di “Baciamo le mani/Willkommenâ€, che propone una lettura unitaria del percorso artistico, mediante un’immagine uniforme e assolutamente consequenziale, in modo che la partecipazione di artisti provenienti da culture differenti possa costituire l’occasione per ricercare analogie e similitudini. Questa lettura uniforme viene realizzata sia nel confronto con l’ambiente e con le specifiche culture, sia nel rapporto fra l’artista e il proprio tema. In questo quadro, le correlazioni sono quelle interpretate da due culture contemporanee, quella tedesca e quella italiana, con una chiave di lettura ulteriore, data dalla sicilianità del territorio (Alcamo, appunto) che ospita questo viaggio virtuale attraverso l’arte europea, per scoprire come culture diverse possano confrontarsi, rivisitare e attraversare le rispettive tradizioni, trovando nell’arte un linguaggio espressivo unitario.
Grazie al contributo del Goethe Institut, verrà realizzato un ponte di scambio culturale verso la Germania, che nell’aprile del 2005, ospiterà la mostra seguendo un percorso unitario di continuità con il viaggio intrapreso ad Alcamo. Dunque, la mostra viene pensata e realizzata in Sicilia, ad Alcamo, e sarà portata in Germania, per proseguire questo viaggio, per completare questo ponte ideale nel nome dell’arte, fra due realtà geograficamente distanti, ma in realtà vicine. In questo senso, appare, dunque, naturale la scelta di presentare nella prossima primavera questa mostra anche a Berlino (al Kust Tacheles), città -crocevia di percorsi pluridirezionali e organo pulsante di vitalità multietnica.
“Baciamo le mani / Willkommenâ€, inoltre, sarà l’occasione per un confronto con il pubblico sui temi dell’arte e dei percorsi culturali: domenica 21 novembre, infatti, alle 10,30, sempre al Castello dei Conti di Modica, è in programma un incontro/confronto sull’arte contemporanea con gli artisti che esporranno. Lunedì 22 novembre e martedì 23 novembre, alle 19, si terranno due incontri con Salvatore Lacagnina e Davide Bramante dal titolo “Artisti d’oggiâ€. La mostra, dunque, non costituisce un’iniziativa isolata, ma s’inserisce in quel percorso di coinvolgimento dei giovani e di valorizzazione del territorio di Alcamo, portato avanti, attraverso il festival, dall’Associazione per l’Arte.
Gli artisti italiani e siciliani che si offrono all’incontro/confronto sull’arte contemporanea sono stati selezionati anche grazie all’apporto dell’Accademia di Belle Arti di Siracusa.
Questi gli artisti che esporranno:
Robert Gligorov, nato 45 anni fa a Kriva Palanca (Macedonia), vive a Milano da più di un decennio. Ex attore e modello, abile illustratore e performer, (ha realizzato, fra l’altro, le copertine di alcuni dischi di Sting), è uno degli artisti più provocatori ed eclettici del panorama contemporaneo. I suoi media espressivi, il video e la fotografia, la pittura e le installazioni multimediali, lo hanno imposto all’attenzione del pubblico e della critica sin dalla sua prima apparizione. La forza e la credibilità dell’arte di Gligorov sono concentrate su di un solo tema, il corpo. Al centro del suo racconto artistico c’è l’essenzialità di un solo soggetto riconoscibile, l’artista stesso, “l’ioâ€, l’autoritratto dipinto. Ci sono le tecniche ricorrenti tese a rappresentare un corpo unico sebbene proteiforme, ma tecniche vissute solamente come supporti, perché il punto focale rimane l’oggetto della ricerca, l’artista ed il suo corpo come punto di partenza e di arrivo. La maggior parte delle immagini surreali e fantastiche di Gligorov hanno il pregio di attirare ed imbonire lo spettatore il tempo necessario perché possa leggere nelle foto un messaggio di drammaticità , di angoscia, di distruzione. Segnali inequivocabili di morte, di ansia per il destino dell’umanità , di instabilità vengono comunicati con eleganza grazie all’uso degli oggetti fotografati ed alla suggestione fornita dalla luce diffusa. Molto singolari sono alcune sue opere realizzate non solo nelle forme più impensate ma anche con materiali qualsiasi,: cavolfiori, funghetti, formaggi, anguria e meringhe. Dopo la sperimentazione degli ultimi anni attraverso i vari linguaggi dei media (video, foto, installazioni), Gligorov ha deciso di indagare a fondo il linguaggio pittorico, da sempre sua grandissima passione, sebbene mai compiutamente realizzata.
Matteo Basilè, nato a Roma nel 1974, appartiene ad una stirpe ben nota alle cronache d’arte, un Dna che gli ha permesso di inserirsi immediatamente nel meccanismo del mondo artistico romano, ma che si è rivelato troppo ingombrante tanto da portarlo a scegliere un nome d’arte, mutato dal trisavolo Basilio Cascella, anche esso pittore. I primi lavori risalgono all’inizio degli anni ’90 e sono un’evoluzione tecnologica della pittura di strada. Basilé ha cominciato infatti come graffitista, dipingendo su cornici di alluminio che appendeva in strada come se fossero pubblicità . Le sue opere vengono collocate a metà strada tra la figurazione classica e la nuova rinascita dell’arte come mezzo per esprimere e comunicare emozioni contemporanee. Per Basilé, il compito dell’artista è quello di un cacciatore che cattura delle immagini che già esistono e che, pertanto, deve rendere evidenti nel momento in cui si offrono alla visione, in modo da rendere tangibile ciò che si snoda nelle linee del profondo. Basilè lavora su rielaborazioni di ciò che esiste in natura o nella società presentandole come uniche realtà dell’universo virtuale, ma ne conserva sempre un aggancio con la concretezza della vita materiale. Dalla sua ricerca, divisa tra espressione estetica e tecnologica, emerge con grande forza visiva una sorta di “neo-naturaâ€, che riesce a svelarsi attraverso le immagini digitali.
Realizza quadri digitali, singoli o in sequenza, che fotografa, manipola e completa ed infine ferma nel momento di massima espressione. Le cose e le persone riprese, nel passaggio dall’hard disk alle stampanti, diventano lamine chimicamente elaborate, plotter painting on aluminium. L’artista non ricerca una bellezza fine a sé stessa, ma contaminata, sporca, quella di volti che hanno una storia, una profondità che non sempre si vede a prima vista.
Giacomo Costa, nato a Firenze nel 1970. Le sue opere rappresentano in maniera digitale il volto delle città contemporanee, dilatate in sconfinate metropoli, continuamente in bilico in un ambiguo gioco tra realtà e finzione. Dalla realtà , l’artista parte per la sua esplorazione e creazione; dal campionario fotografico, dal documentario oggettivo; sfruttando le potenzialità espressive del computer, egli avvia il processo di trasfigurazione. Della realtà quotidiana, quella della incombente stratificazione dell’edilizia civile, restano tracce ancora riconoscibili di palazzi e grattacieli, che poi, moltiplicati nei loro modi, ingranditi, allungati, omologati, finiscono per perdere la loro identità originaria ed assurgere quasi a paradigma. Questi grattacieli ci invitano così anche ad una riflessione sull’immaginazione e la fantasia che si confrontano con l’attualità pur fantastica; forme che attingono all’immagine stereotipa del parallelepipedo dell’edilizia pubblica. La tecnologia digitale non è usata per scoprire o inventare forme nuove, ma per moltiplicare geometrie tradizionali, “classiche†rispetto a quelle proposte in molti progetti architettonici attuali, che ricercano forme assai più fantasiose, complesse e sinuose, talvolta mutate dal mondo organico, che aspirano ad una immateriale leggerezza.
Davide Bramante, nato nel 1970 a Siracusa, è certamente il giovane artista siciliano più popolare al mondo. Terminati gli studi presso l’Istituto d’Arte di Siracusa, si reca a Torino per studiare presso l’Accademia Albertina di Belle Arti. Terminati gli studi ottiene due borse di studio presso la più importante fondazione-archivio di New York (Franklyn Furnace). Dal ’90 Bramante lavora sia con la fotografia che con la videoarte e le installazioni. Il mezzo che però predilige è proprio la fotografia. La sua tecnica lo contraddistingue da tutti gli altri fotografi d’arte e consiste nel sovrapporre più immagini (tre, sette, nove…) nello stesso fotogramma in fase di ripresa. I soggetti preferiti sono le città metropolitane, da New York a Londra, dal Cairo ad Atene, fino a Zurigo. Le sue opere, così come le vediamo, sono la percezione del suo pensiero, del modo personale ed unico di sentire la realtà : emozioni sovrapposte caoticamente le une sulle altre. La scelta di questi luoghi è dettata dalla sua deriva di viaggiatore; luoghi in cui il molteplice si respira nell’aria, il caso agisce a monte, lo stile agisce poi. L’impossibilità di riconoscere e distinguere le singole immagini parziali crea in noi un’inquietudine pacificata dal solo impatto estetico. Di recente ha tenuto una mostra al Cairo, “Visioni italianeâ€, nella quale ha esposto le foto delle città che per l’artista sono e rappresentano la vera essenza della sua Italia: Napoli, Bologna, Venezia, Siracusa, Siena.
Domiziana Giordano, è artista, fotografa e attrice. Video-artista nata a Roma, è la fondatrice del “digitalsistersindeed.orgâ€, uno spazio dedicato all’interazione della arti visive e tecnologiche. Ha studiato all’Accademia di Arte Drammatica di Roma e al Stella Adler Studio di New York, nonché al New York Film Academy. Ha lavorato con registi del calibro di Nicholas Roeg, J.L. Godard, A. Tarkowskji, Mauro Bolognini e Neil Jordan. Specializzata nella video-arte, ha esposto a Milano, al Festival di Locarno, a Roma e a Cyberealismo a Londra. È fra le più apprezzate video-artiste italiane.
Hiroyuki Masuyama, trentacinquenne, è nato a Tsukuba, ma dal ’95 vive e lavora a Düsseldorf. La tradizione culturale nipponica alla quale appartiene ha incoraggiato quest’artista a coniugare le tecniche più avanzate di riproduzione delle immagini con una concezione olistica ed esteticamente limpida del mondo e delle azioni del tempo su di esso. Il suo lavoro mostra una visione distaccata, sebbene non alienata, di quello che, per un europeo del nord, è la monotona normalità : in video le stagioni nordiche passano e ripassano miniaturizzate in un ciclo velocissimo; una light-box rivela un parco urbano durante tutto l’arco dell’anno, le forme sono sciorinate nel tempo ed illuminate da una luce che sembra il fantasma del giorno che passa.
Christine de la Garenne, nata nel a Karlsruhe. Dal 1994 realizza installazioni in stretto rapporto con lo spazio espositivo: si tratta dapprima di proiezioni di diapositive, talvolta legate a disegni murali; poi, dal ’97, si orienta verso l’utilizzo del video. La sua ricerca la porta a sviluppare opere in cui risultano evidenti una riflessione sullo spazio e sul tempo e l’obiettivo di legare la realtà visibile e nuove realtà appartenenti al dominio dell’invisibile per l’occhio umano. Nei suoi lavori sottili irritazioni quasi impercettibili a una prima osservazione perturbano l’occhio e l’orecchio: immagine e suono concorrono a sviluppare reciproche interazioni. La ripetizione di sequenze filmiche viene utilizzata come mezzo formale, determinando un circuito chiuso che contiene due livelli: da un lato la dissoluzione e la ricostruzione di scene nella loro continua ripetizione appare assurda, dall’altro, spazio e tempo si dissolvono morbidamente in una eterna ripetizione senza inizio e senza fine. Come conseguenza di questa distruzione della durata lineare i video di Christine si avvicinano a installazioni plastiche. La tecnica video è utilizzata per mostrarne le qualità formali e indagata, confrontando la complessità delle sue possibilità con una estetica minimale. La riduzione estetica viene sottolineata dal trattamento digitale. Il volume del suono e la dinamica dell’immagine formano un legame che spinge il dialogo fra lo spazio rappresentato e lo spazio espositivo, fra il livello del suono e le immagini a sovrapporsi e ad allontanarsi nuovamente.
Andreas Strauss è nato nel 1976 a Offenbach. Ha studiato fotografia a Berlino e dal è fra gli animatori dello “studio iso21°â€. Ha esposto a Mühlheim, a Berlino, a Minsk, ma le sue fotografie sono state portate in mostra anche a Beirut e a Tblisi. Lavora come fotografo professionista ed è ritenuto uno degli artisti emergenti del panorama dell’arte fotografica tedesca. Vive a Berlino, ma grazie alle sue particolari tecniche, le sue opere sono oggi conosciute in tutta Europa.
Sandra Mann, nata nel 1970, ha studiato a Francoforte, dove ha anche iniziato a esporre fin dal 1998. è considerata un’abile artista nell’uso della fotografia digitale. Ha partecipato a numerose mostre ed esposizioni: sue opere sono state esposte all’Expo ad Hannover, a Kunsthalle Mannheim, a Berlino e a Istanbul. Fotografie di Sandra Mann sono anche esposte al “Museum für Moderne Kunst Frankfurt“.
Numerosi i partner di questa seconda edizione di “Artisti per Alcamoâ€: il festival è organizzato dall’Associazione per l’Arte (AxA), con il contributo della “Fondazione Federico II†– grazie al sostegno dell’onorevole Girolamo Turano, consigliere d’amministrazione della Fondazione – e con la collaborazione dell’assessorato regionale ai Beni Culturali, dell’assessorato regionale al Turismo, Comunicazione e Trasporti, della Città di Alcamo, della Provincia regionale di Trapani, del Goethe Institut di Palermo e con il patrocinio del ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Nell'immagine un'opera di Giacomo Costa
Inaugurazione: 21 novembre ore 18.30
fino al 19 dicembre
dalle ore 9 alle 13 - dalle 16 alle 20
Castello dei Conti di Modica
p.zza Castello, Alcamo (TP)