Galleria Arteutopia
Milano
Via Gian Giacomo Mora, 5
02 89055278
WEB
Mm3 Ultrapop
dal 24/11/2004 al 23/1/2005
02 89055278
WEB
Segnalato da

Claudia Ratti




 
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24/11/2004

Mm3 Ultrapop

Galleria Arteutopia, Milano

Una mostra m3tropolitana. Secondo gli autori la parola designa tutto cio' che e' ultrapopolare, che appartiene cioe' a quella che un tempo si chiamava sottocultura e alla quale oggi siamo tutti adeguati. Il gruppo artistico Ultrapop si e' formato a Milano nel 1995, oggi e' composto da tre dei quattro fondatori originari: Giordano Curreri, Antonio Sorrentino e Sandra Virlinzi. Tra colori ed emozioni forti, un'acida allegria, critica sociale e nuovi linguaggi visivi, qualche spavento e molto sarcasmo, i tre passano spietatamente al setaccio la vita quotidiana.


comunicato stampa

Una mostra m3tropolitana.
Spiacenti: sbaglia chi interpreta il neologismo “ultrapop” come un semplice derivato della Pop Art. Non è questo, o almeno lo è solo in (piccola) parte. Per cominciare, la parola vuole designare tutto ciò che è “ultrapopolare”, che appartiene cioè a quella che un tempo si chiamava “sottocultura” e alla quale oggi invece ci siamo adeguati – volenti o nolenti, o più spesso beatamente e beotamente indifferenti – tutti. Ultrapopolare, per fare un solo esempio, è qui e ora la televisione, con tutta quell’aura di svagata e svaccata allegria veloce che si porta dietro. Un’allegria troppo, davvero troppo veloce, e quindi, come sappiamo, spesso solo artificiale (ma qualche volta pure autentica, quando sul mercato non si trova disponibile alcun altro modo di provarla…). Gli artisti del gruppo eversivo Ultrapop proprio a quel mondo hanno scelto di dedicarsi: per esempio agli stereotipi del divertimento, finto o vero, che oggi vorrebbe coincidere del tutto con la vita. Ecco allora che oltre le cortine fumogene del varietà e della fiction, oltre le maschere sorridenti a tutti denti della pubblicità e della pubblicistica spettegolante, oltre i ritmi trillanti dei cartoni animati e martellanti delle discoteche, oltre gli schermi qua e là appannati del computer e della playstation, oltre le patetiche promesse terrene dei politici e ultraterrene delle religioni, invece lì dietro viene a galla, e a tratti si risommerge, la vita vera: un frenetico marasma di corpi ora sudati e ora deodorati (è lo stesso) che si arrabatta verso la fine del mese, o verso Natale, o verso la pensione, o verso il cimitero, facendo finta di niente, facendo finta che tutto vada bene, facendo finta addirittura di divertirsi. Perché questa è la moda del nostro tempo. E chi non segue la moda, ahilui, per il consesso sociale è morto anche se è vivo. Bene, questo era il punto di partenza. La seconda fase del metodo Ultrapop riguarda invece più la forma che i contenuti. I giovani artisti del gruppo eleggono un look ultracolorato e ultrapiatto, a metà tra il cartoon e il segnale stradale, tra la sintesi pubblicitaria e il racconto fumettistico, tra la levigatezza fantascientifica e l’istantanea scandalistica, tra il paradiso dei bimbi e l’inferno dell’horror, tra il rito pio dell’immagine sacra e l’aggressiva irritualità dei graffiti murali. Linguaggi visivi ultrapopolari, alla prima occhiata comprensibili a tutti – lo slang in cui sono (siamo) cresciuti, l’ambiente visuale che frequentano (frequentiamo) giorno dopo giorno. Finalmente, il terzo momento del criterio interpretativo ultrartistico intreccia e spariglia significati e significanti per esprimere una torrenziale condivisione di amore-odio con il tempo che ci è capitato di abitare. Non si può rinnegare il proprio humus, ma si avrà anche il diritto di coltivarne un’opinione contraddittoria, e pure contraria, o no? È quanto fanno i tre, sfrontatamente interrogativi. Porsi domande, in un momento storico in cui si vorrebbe ricorrere solo a facili risposte, è già un atto quasi rivoluzionario. È abbastanza rivoluzionaria, allora, Sandra Virlinzi, quando guarda al mondo femminile con la lente lucida dell’appartenenza diretta al club, affettuosa ma senza nulla amnistiare al suo sesso (né a tutti gli altri). È piuttosto rivoluzionario, allora, Antonio Sorrentino quando, con la mano fredda e sicura del chirurgo extraterrestre, espone alla superficie le budella rosa ma maleodoranti dell’attuale coesistenza “civile”. È quanto basta rivoluzionario, allora, Giordano Curreri quando con la debita malignità scardina le infime insipidezze delle liturgie quotidiane: casa chiesa stadio patria famiglia squadra lavoro sesso gioco strada, tutti impegnati e mobilitati alla fasulla ricerca di un’identità personale che non c’è più, che non c’era mai stata. L’arte Ultrapop non fugge dalla realtà, la affronta con il coraggio e l’incoscienza dei giovani, come si deve, come si dovrebbe: insegna una strada dimenticata alla vile consapevolezza dei troppo adulti. Per far ciò gli Hell’s Angels Ultrapop, con tutti i sensi all’erta, instancabili pattugliano la terra desolata del presente day after, un dopo-bombaN che ha lasciato intatte le cose e distrutto le persone. Tra le rovine continuamente fumanti della storia contemporanea, ora ci sembrano impietosi sciacalli, ora eroici vigili del fuoco. Sono lì che scavano tra le innumerevoli macerie antropologiche, alternativamente riportando in vita cose credute morte e sopprimendo qualche imbrattato residuo ancora in vita. È uno sporco lavoro; anzi sono due sporchi lavori; ma qualcuno deve pur farli; e se non ci fossero bisognerebbe inventarli.
Ferruccio Giromini

Il gruppo artistico Ultrapop si è formato a Milano nel 1995. A ormai dieci anni di distanza, oggi è composto da tre dei quattro fondatori originari: Giordano Curreri (Genova 1967), Antonio Sorrentino (Catania 1969) e Sandra Virlinzi (Catania 1973), tutti milanesi di adozione. Le prime fantasiose mostre del gruppo si svolgono principalmente nel capoluogo lombardo, in particolare in luoghi di aggregazione giovanile: Gringos Vs. Don Marzio (Teatro dell’Elfo 1998), Mostri per resti (Magazzini Generali-Teatro di Porta Romana, 1998), Save the Brain (Cox, 1999), Ritratti Paracromatici Ultrapop (Atelier Mendini, 1999), Premiata Macelleria Ultrapop (Molto Art Place, Killer Plastic, 1999). Subito impostosi per la speciale carica vitale e spettacolare della propria pittura, il gruppo raggiunge nel 2000 l’anno della svolta. Dopo Ultrapop: L’ultima invasione alla Galleria Sergio Tossi di Prato, iniziano le partecipazioni a importanti rassegne collettive: nella sola Milano, Essere Benessere al Palazzo della Triennale, il 6° Happening Internazionale Underground al Centro Sociale Leoncavallo e Trapassato Futuro alle Cartiere Vannucci; ma anche Cambio di stagione per Pitti Uomo alla Fortezza da Basso di Firenze e, primo notevole riconoscimento internazionale, Ultrapop: 70% Ultrapopular Subculture, 30% Good Taste nel grande Festival di Babel ad Atene. La consacrazione definitiva avviene nel 2001, dopo la partecipazione a Totemica alla Casa del Mantegna di Mantova e a Sui Generis al Padiglione di Arte Contemporanea di Milano, con la grande esposizione Ultrapop Ultracolor allestita al Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova. Le successive occasioni espositive alternano nuove partecipazioni a grandi collettive e mostre particolari del gruppo: ancora nel 2001 a Milano, Tutto l’odio del mondo al Palazzo dell’Arengario; nel 2002 Degli adornamenti delle donne alla Galleria Jannone di Milano, City Sounds all’ArteFiera di Bologna, Non chiamateli jukebox alla Galleria Adelinquere di Torino, Ultrapop in Montecarlo da Maretti Arte Contemporanea a Montecarlo e Philatelic Fun in varie sedi tra Friuli, Veneto e Piemonte; nel 2003 Ultrapop all’Archivio Caterina Gualco di Genova, Kids are us alla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, Torna a casa homeless ai Mercati Generali di Catania, 1234567890 all’Aeroporto Nicelli di Venezia e poi a Milano e Torino, Ultrapop Fun Club alla Juliet Room di Trieste, Le retoriche di Eros alla Pinacoteca Civica di Bondeno e I crimini dell’amore: da Crepax all’Ultrapop alla Galleria L’Ariete di Bologna; nel 2004 Lasciateci divertire al Palazzo Comunale di Arezzo e Face to Face da Sesamo a Genova. MM3 Ultrapop ai Musei di Porta Romana è la loro prima grande mostra antologica a Milano.

a cura di Ferruccio Giromini e Luigi Pedrazzi

inaugurazione: giovedì 25 novembre ore 18,00
fino al: 23 gennaio 2005

orario 10,30-19,30 – giovedì 10,30-22,00 – chiuso lunedì
ingresso 5,50 € - ridotto 3,50 €

Galleria Arteutopia - Musei di Porta Romana
viale Sabotino 22, Milano

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