Negli spazi di Forma Libera s'inaugura una mostra dedicata ai lavori di Natale Zoppis. Si tratta di una rapida antologica, che esplora quindici anni di percorso artistico legato alla fotografia, usata come strumento per elaborazioni, che vanno però oltre la sua definizione di superficie riproduttiva del reale.
Negli spazi di Forma Libera s'inaugura una mostra dedicata ai lavori di Natale Zoppis. Si tratta di una rapida antologica, che esplora quindici anni di percorso artistico legato alla fotografia, usata come strumento per elaborazioni, che vanno però oltre la sua definizione di superficie riproduttiva del reale. La fotografia è per Zoppis un alfabeto malleabile con cui raccontare storie e trattenere la memoria, tematica che accomuna tutte le opere e si pone come orizzonte primario di ricerca. Si parte dai primi lavori in bianco/nero del 1984 intitolati "Anamorfosi", ritratti di volti ampliati con deformazioni prospettiche. Poi nell'86 inizia la serie "Ritratto della Memoria : polaroid 600", altri ritratti ancora con cui entra il scena la fotografia quadrata della polaroid 600, che diventerà elemento costante. Zoppis ritaglia vecchie foto e materiali diversi per farne collage tridimensionali, poi rifotografati con la polaroid.
Il periodo successivo invece, verso l'87, vede la realizzazione di collage di polaroid stampati, in grande formato direttamente in cibacrome. Si chiamano "Stratificazioni" e sono piccoli racconti sviluppati per sovrapposizioni d'immagini. La galleria della memoria diventa tra l'88 e il '90 la serie "Museo della memoria : Ipotesi di donazione", in cui l'Artista ipotizza volti in piccole immagini in sequenza con montaggi, poi rifotografati in due polaroid abbinate però in linea orizzontale. Il discorso del museo riprende nel '91 con "Museo della Memoria : Reliquiari 1991-1996" : sono ancora altri collage, ma questa volta trasformati in vere sculture con l'utilizzo a vista di graffette, corde e cartone. Forme sempre diverse, oggetti e non più foto. Alcuni lavori sono invece accomunati dal titolo "Dei racconti onirici" e contengono brevi narrazioni costruite a partire dalle immagini di gemelle, un trittico di famiglia, un bambino morto. Poi nascono autoritratti come "Reliquiario con devoto". Oppure "Sul mio corpo" : autoscatti di parti del corpo, immagini vicine all'iconografia cristologica medioevale, in cui le fotografie dei piedi, trattenute da graffette, evocano la crocifissione, o il proprio sesso diventa simbolo del passaggio generazionale, perciò reliquia. Saranno presenti in mostra anche alcune installazioni fotografiche dell'Autore, come "False Muse", presentata la prima volta nel Castello di Klenovà in Repubblica Ceca nel '98.
A CURA DI: Olga Gambari
SEDE: Forma Libera
via Carlo Alberto 59
Tel 0118127966, fax 0118127893
INAUGURAZIONE: Giovedì 26 ottobre 2000 dalle ore 18.30
ORARI: da lunedì a venerdì, ore 15.00 - 19.00
mattino e sabato su appuntamento