Eccezionalmente e per la prima volta, per celebrare i cinquecento anni del David di Michelangelo (1504-2004), la Galleria dell'Accademia di Firenze ospitera' opere d'arte contemporanea che saranno esposte nello spazio intorno alla tribuna del David. L'allestimento e' un confronto esplicito tra il capolavoro cinquecentesco e le opere concepite per l'occasione da grandi artisti contemporanei: Georg Baselitz, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Robert Morris e Thomas Struth. Cinque opere inedite in dialogo con il David per testimoniare i processi di crisi della forma che dall'epoca stessa di Michelangelo hanno investito le arti plastiche, rendendosi particolarmente evidenti nel corso del XX secolo.
Eccezionalmente e per la prima volta, per celebrare i cinquecento anni del David di Michelangelo (1504-2004), la Galleria dell’Accademia di Firenze ospiterà opere d’arte contemporanea che saranno esposte nello spazio intorno alla tribuna del David: lunedi 29 novembre 2004 si inaugura la mostra Forme per il David, con la direzione e il coordinamento di Franca Falletti, a cura di Bruno Corà e la collaborazione scientifica di Chiara d’Afflitto e Carlo Sisi.
L’allestimento è un confronto esplicito tra il capolavoro cinquecentesco e le opere concepite per l’occasione da grandi artisti contemporanei: Georg Baselitz, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Robert Morris e Thomas Struth.
Cinque opere inedite in dialogo con il David per testimoniare i processi di crisi della forma che dall’epoca stessa di Michelangelo hanno investito le arti plastiche, rendendosi particolarmente evidenti nel corso del XX secolo.
L’evento fa parte di un ampio progetto organizzato dalla Soprintendenza per il polo museale fiorentino, che si propone di suscitare un momento di riflessione storico critica sul David e sulla sua efficace presenza nell’attualità .
Spiega Franca Falletti, direttrice dell’Accademia: “Perché un incontro fra Michelangelo e il contemporaneo? Perché si può vedere incarnato nella vite e nelle opere di Michelangelo l’inizio del processo che condurrà a quella “morte del classico†in cui si riconosce uno degli aspetti chiave dell’arte contemporaneaâ€.
Come sostiene Bruno Corà , “Con le opere di Baselitz, Fabro, Kounellis, Morris e, nella forma della fotografia, con quelle di Struth si intende fornire alcuni tra i più significativi pronunciamenti degli ultimi decenni, relativamente al problema della crisi della forma, sempre aperto, tanto più da quando è mutato profondamente anche il ruolo dell’osservatore nella definizione di essaâ€.
Georg Baselitz (Deutschbaselitz, Sassonia, 1938) è considerato il capofila del neoespressionismo tedesco. La sua ricerca poderosa ed energicamente riflessiva del modello antropologico ne rimette in discussione con modi e tecniche efficaci ogni residua integrità .
La grande gamba con la scarpa Pace – Piece (2004) che Baselitz ha collocato al centro del transetto destro della Tribuna del David nel Museo dell’Accademia di Firenze, è una fusione in bronzo dipinta, originata da un modello ligneo a cui egli ha lavorato nel corso del 2004, dopo aver compiuto alcuni sopralluoghi in quegli ambienti. Il bronzo, dipinto interamente di bianco dalla scarpa in su, fino alla zona del ginocchio è rivestito anche da un nero non interamente coprente. Tale decorazione culmina con alcune lingue rosse evocanti fiammelle prima di concludersi con un accrescimento della forma suggerente l’estremità di un pantalone.
Nell’opera di Luciano Fabro (Torino, 1936) esponente di spicco dell’arte Povera, è saliente l’assidua riflessione compiuta sulla forma attraverso sculture ed installazioni. In particolare, dopo la catastrofica esplosione del reattore nucleare di Chernobyl, avvenuta in Russia il 28 aprile 1986, Fabro muove a una più drastica interrogazione della nozione formale in natura in un tempo in cui l’invisibile deterrente catastrofico è all’ordine del giorno.
Dell’artista sono presenti, nel braccio del transetto opposto a quello di Baselitz nella Tribuna del David, le opere Giona e Sisifo (1994-2004): Sisifo, collocata sul pavimento del transetto, a fianco del David e, dietro di essa, la grande immagine Giona (1994-2001), che trovano in occasione della mostra una loro prima coniugazione, dopo che erano state ideate e solo parzialmente eseguite.
Se il Sisifo (1994) vanta più occasioni espositive e più di una versione, diverso è per Giona che non era stato mai realizzato sino alla scadenza fiorentina.
Alla visione di un perduto ‘ordine’ e di una drammatica volontà di ricomposizione dello stesso, mediante la considerazione del frammento, è rivolta tutta l’opera di Jannis Kounellis, (Pireo, Grecia 1936), artista di origine greca ma da molti anni attivo in Italia, che opera prevalentemente con installazioni.
L’opera Senza titolo (2004) esposta nel Museo dell’Accademia è realizzata in due parti, poiché è concepita appositamente e inserita a misura tra le sculture del San Matteo e delle due “Prigioni†di Michelangelo, nel medesimo loro allineamento, lungo la parete destra della Galleria.
Una parte del lavoro, costituita da alti contenitori metallici riempiti di carbone visibile sulla loro sommità , ha la struttura di uno stretto dedalo. Tra l’insistita angolarità delle pareti di ferro, entro il breve tragitto percorribile, trova luogo sul pavimento un quintale di carbone.
Delimitata da una griglia metallica che la definisce, l’altra parte del lavoro, non percorribile, mette in evidenza un foglio da disegno con una grande macchia di catrame, appeso con due ganci sul supporto dei contenitori.
Tra i protagonisti della scultura minimalista, il nordamericano Robert Morris (Kansas City, 1931) è colui che più di ogni altro artista d’oltreoceano ha inteso rendere dialettica la sua opera con la grande statuaria rinascimentale. Le sue realizzazioni degli anni Settanta e Ottanta sono deliberatamente riferibili alla plastica di Donatello, di Michelangelo e Leonardo.
Morris partecipa all’evento con un video dvd, The Birthday Boy dove un testo, ideato dall’artista, viene recitato da due speakers-conferenzieri, un uomo e una donna che, pur alternandosi, non si intrecciano mai. L’opera è specchio lucido e crudele di ciò che il David significa per la nostra società e in particolare per quella americana; analizza il fanatismo che negli ultimi decenni vi si è sviluppato intorno e i valori che il pubblico dei nostri giorni vede incarnati in questo eroe.
Attento interprete del topos museale, della relazione tra i visitatori, le opere d’arte, l’aura da esse emanata e il relativo, articolato e difforme comportamento espresso da individui o gruppi dinanzi ai capolavori storici, Thomas Struth (Golden, 1954) presenta in mostra le opere fotografiche Audience 1 (2994), Audience 2 (2004) e Audience 3 (2004), tutte di grandi dimensioni, che ritraggono il pubblico di visitatori che durante tutto l’anno frequenta le gallerie del Museo dell’Accademia e che, giunto nella tribuna del David, sostando di fronte alla scultura di Michelangelo, si abbandona a una contemplazione dai comportamenti incontrollati.
Alla mostra si affiancheranno una serie di eventi collaterali finalizzati a oltrepassare i confini dell’ambito museale e promuovere iniziative che non concernono solo le arti visive, ma anche altre forme espressive. Il programma di incontri aperto al pubblico prevede una serie di conferenze incentrate sui cinque artisti protagonisti della mostra Forme per il David e un ciclo di incontri con gli stessi artisti, eventi musicali e di danza, tavole rotonde e infine, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, un concorso per giovani scultori segnalati da artisti di chiara fama e studiosi.
Tutte le iniziative per il cinquecentenario del David sono realizzate in collaborazione con la Banca Toscana che celebra quest’anno i cento anni dalla fondazione: un contributo importante che consolida il ruolo ormai storico dell’azienda nella partecipazione all’offerta culturale e sociale non solo del territorio toscano ma anche nazionale. Il contributo ai festeggiamenti per i cinquecento anni del David corona infatti l’impegno dell’azienda toscana che negli anni ha affiancato grandi restauri, mostre internazionali, eventi sportivi, culturali e sociali.
Inaugurazione: lunedì 29 novembre 2004, ore 18.00
Conferenza stampa: lunedì 29 novembre 2004, ore 12.00, Galleria dell’Accademia, Firenze
Info: Firenze Musei - tel. 055-2654321
Orari:
dal martedì alla domenica, dalle 8.15 alle 18,50. Lunedì chiuso.
Ingresso:
Euro 8,00 (biglietto comprensivo della visita alla Galleria dell’Accademia)
Catalogo: Giunti editoriale, 320 pagine, prezzo: euro 35. A cura di Bruno Corà , Chiara d’Afflitto, Franca Falletti, con la collaborazione Francesca Ciaravino
Galleria dell’Accademia
via Ricasoli 60
Firenze