Divertissement e' il titolo della mostra del giovane pittore, il tema del divertimento e del gioco e' il filo rosso dei trenta dipinti ad olio e dei dieci disegni grafite su carta che espone. La mostra inaugura il nuovo spazio espositivo che nasce per promuovere artisti giovani e gia' affermati che lavorano o vivono nel territorio tra Modena, Bologna e Ferrara.
Divertissement
La mostra inaugura il nuovo spazio espositivo.
Sabato 11 dicembre 2004 (ore 18.00) a Pieve di Cento (Bologna) si apre Il Ponte (via Ponte Nuovo 23/h), nuovo spazio espositivo e culturale che, diretto dall’Associazione Artistico Culturale omonima presieduta da Andrea Maccaferri, si aggiunge a pieno titolo agli altri luoghi dedicati all’arte antica e contemporanea di Pieve di Cento, piccola città d’arte nella grande pianura bolognese. In occasione dell’apertura de Il Ponte si inaugura la mostra Divertissement, personale dell’artista Nicola Nannini, curata da Graziano Campanini. La mostra prosegue fino al 31 gennaio 2005.
Il Ponte, spazio espositivo di circa 250 metri, nasce per proseguire la tradizione artistica che caratterizza la città di Pieve di Cento e per promuovere artisti giovani e già affermati che lavorano o vivono nel territorio tra Modena, Bologna e Ferrara. Il Ponte ospiterà durante l’anno diverse mostre d’arte e di fotografia: oltre a Nicola Nannini, sono previste personali degli artisti Pirro Cuniberti, Nicola Zamboni, Sara Bolzani, Andrea Samaritani e altri. Il Ponte si propone anche di diventare un vero e proprio centro artistico-letterario per il territorio, sono previste infatti anche presentazioni di libri, incontri con scrittori, serate dedicate alla musica e allo spettacolo.
La mostra, patrocinata dal Comune di Pieve di Cento, è corredata da un catalogo, edito da Skirà e realizzato con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Cento e Crevalcore. Il catalogo, curato da Graziano Campanini, contiene i contributi dei critici d’arte Alberto Agazzani e Roberto Cresti, affiancati da testi di Giancarlo Mandrioli e di Piero Sacchetto. Chiude il catalogo un racconto di Graziano Campanini. Tutti i testi, nelle loro diverse sfaccettature, “illustrano†e spiegano il lavoro del pittore.
Divertissement è il titolo della mostra di Nannini, giovane pittore bolognese (classe 1972) e il tema del divertimento e del gioco è il filo rosso dei trenta dipinti ad olio e dei dieci disegni grafite su carta, realizzati tra il 2003 e il 2004. Opere, che il curatore Campanini definisce «piccoli racconti filosofici per adulti» e che possono essere annoverate nel genere della natura morta e tuttavia vogliono dare una visione più aperta, che taglia trasversalmente i rigidi generi pittorici così configurati da secoli. Protagonisti assoluti della mostra sono i giochi o meglio i giocattoli che Nannini, per casualità della vita, ha ritrovato in casa: persi da anni in scatole di cartone, avanzi d’infanzia, giochi rubati alla figlia di due anni.
Con questi personaggi sono nati i Divertissement, interpreti di tanti ruoli; un lenzuolo bianco è il palcoscenico, teatro divertito del senso e del non senso. Inquadrature strette per escludere il mondo esterno, per rendere mondo universale il piccolo teatro dei giocattoli, per immergere lo sguardo dentro quelle coordinate, per sistemare noi stessi vicino a quelle pose, per “ragionare†come loro, dentro il “loro mondoâ€, diverso, ma uguale. Varie le situazioni raffigurate, dalle più ironiche, alla reminescenza letteraria, dalla citazione di grandi artisti (il quadro Il guanto è un omaggio alla serie di incisioni Un guanto di Max Klinger), al ricordo, senza regole se non quelle del gioco.
Il critico d’arte Alberto Agazzani ci parla di Nicola Nannini come di un «pittore anarchico, guerriero nel senso ribadito da San Paolo, che combatte la “buona battaglia†mantenendo salda la sua fede: la fede nella pittura... che dopo aver esercitato la sua mano, il suo cuore e la sua mente in soggetti “seri†più disparati (dai ritratti, ai notturni, ai paesaggi, fino alle vedute cittadine o alle visioni delle sue piazze “esploseâ€) ora ci “sberleffa†con queste nature morte cariche di umanità , vita, sentimento ed ironia».
Gli effetti pittorici dell’artista sono invece definiti dal critico Roberto Cresti «sorprendenti....ove il gioco freddo dei bianchi e dei grigi si avvale di un diffuso effetto luminoso, del tutto rimboccato nel movimento delle superfici... Nannini lavora entro e attraverso il proprio vissuto, sforzandosi di renderlo visibile anche al limite dell'arte, fra le pieghe del buio che lo circonda, come un riflesso di vita preso e inviato ad altri occhi».
Nicola Nannini, nato a Bologna il 6 giugno 1972, frequenta il liceo classico di Cento (Ferrara) e successivamente si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna. In seguito si dedica con tenacia all’esercizio del disegno e della pittura, alla riscoperta delle tecniche e dei materiali della grande tradizione e scuola del “secolo d’oroâ€. Inizia così un viaggio tutto personale nella storia dell’arte, tentando di ricostruire la “forma sfaldata†del Novecento in un percorso tecnico e poetico a ritroso; percorso che lo porta dal Picasso blu e rosa fino a Rembrandt, Velà zquez ed El Greco, passando per Boldini, Carriere, Degas e, soprattutto, per la secessione viennese di Klimt e l’espressionismo austriaco di Schiele e Kokoschka. Particolare attenzione la dedica alla rielaborazione delle teorie spaziali cubiste, soprattutto nelle strutture delle vedute dove unisce più punti di vista simultaneamente, aprendo come una “scatola†città e piazze alla maniera del disegno infantile, non rinunciando alla figurazione classica e al volume. Punti focali in tali strutture sono la “comprensione†a tutto tondo dell’oggetto e il movimento, che in lui divengono ambito di ricerca privilegiato. Punto di riferimento lontano rimane, tuttavia, l’ideale seicentesco del Barocco. Nel 1999 “scopre†la pittura di Odd Nerdrum e Lucian Freud, nei quali riconosce le due diverse scuole che fino ad allora hanno mosso la sua ricerca. In Freud, inglese ma di origini viennesi, riconosce l’evoluzione e lo sviluppo della Secessione mitteleuropea, mentre nel norvegese Nerdrum quell’espressione contemporanea del Seicento, cui aspira. La sua attività espositiva comincia nel 1994. Numerose le mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche tra le quali: la Pinacoteca Civica d’arte moderna e contemporanea di Szèkesfehèzvan in Ungheria; il Museo d’arte contemporaneo presso il Castello visconteo a Pavia; la collezione d’arte della Camera del Lavoro e della Camera di Commercio di Ferrara; il Museo delle Generazioni Italiane del ’900 “Giulio Bargellini†a Pieve di Cento (Bo); a Cento, la Galleria d’Arte Moderna “Aroldo Bonzagniâ€, la sala consigliare della Partecipanza Agraria, la collezione della Fondazione Cassa di Risparmio e del Museo “Sandro Parmeggianiâ€, alla Galleria Forni di Bologna e Milano e al Centro di Promozione Culturale “Le Muse†di Andria. Attualmente lavora con gallerie private in Italia e all’estero. È docente di disegno e figura presso la scuola di artigianato artistico di Cento dopo aver insegnato negli ultimi anni pittura e disegno in varie realtà scolastiche tra Bologna e Ferrara. (Alberto Agazzani)
Inaugurazione sabato 11 dicembre 2004 ore 18.00
Il Ponte
via Ponte Nuovo 23/h, Pieve di Cento (BO)
Orari mostra: tutti i giorni dalle 16.30 alle 19.30. Domenica mattina dalle 10.30 alle 12.30 (solo mese di dicembre). Ingresso libero
Ufficio stampa Pepita Promoters, tel. 051.2919805 fax. 051.2960653