Artista visionario e ironico, Herrero rivela attraverso i suoi lavori una singolare percezione del mondo. In esposizione una ventina di opere recenti, molte delle quali di grande formato dove l'ironia e' bruscamente spezzata dal senso di inquietudine procurato da un linguaggio pittorico ridotto al monocromo
Abel Herrero è nato nel maggio del 1971 a La Avana (Cuba), dove ha frequentato la “Academia de Pintura de San Alejandroâ€. Dal 1994 risiede in Italia.
Artista visionario e al contempo raffinatissimo ironista, Herrero rivela, attraverso i suoi lavori, una singolare percezione del mondo. La sua opera infatti ci colpisce sì per la sua forza, la sua vitalità , ma ancor più per l'impatto con immagini inaspettate: creature animali, reali o immaginarie, sono infatti i soggetti delle sue tele, animali ai quali vengono spesso conferiti atteggiamenti che appartengono alla specie umana, creando così situazioni irreali, spesso buffe, come ad esempio i canguri del quadro "Gli Astronomi" che indossano occhiali scuri per meglio osservare i pianeti.
Tuttavia l'ironia è bruscamente spezzata dal senso di inquietudine procurato da un linguaggio pittorico ridotto al monocromo, ad un colore fagocitante che sembra inghiottire anche le rare pennellate di pallida luce bianca da cui affiorano immagini che sembrano emergere dai recessi più profondi dell'inconscio per fissarsi sulle tele.
Particolarmente significative le parole di Claudio Parmiggiani che introducono il catalogo della mostra: “Abel Herrero vive in Italia da diversi anni, giunto dalla città dell’Avana, fiero della provenienza dalla propria terra e del proprio nome. (…) Non è un esule, è un orfano. Orfano di quanto proprio la nostra “cultura†ha sottratto e fatto morire dentro l’umanità e la poesia della sua terra. Dipinge con i colori ad olio, una tecnica che sembra quasi appartenere ad un passato remoto dell’arte. Dipinge grandi tele, in terra d’ombra e ombra di terra. Sono ombre di fantasia che appartengono al sogno e al meraviglioso della mente: antropomorfie, zoomorfie cosmografiche, anamorfosi, metamorfosi, che danno come risultato figure di “mutantiâ€, dove l’animale umano è il motivo della meditazione che queste tele ci offrono.â€
In esposizione una ventina di opere recenti, molte delle quali di grande formato, a testimoniare un singolare linguaggio di grande potere evocativo.
Rif. per ulteriori informazioni o materiale fotografico: Galleria Forni, Silvia Mainardi, T. 051 231589
Durata: 11 dicembre 2004 - 13 gennaio 2005
Orari di apertura: 9,30-13 e 16-19,30
chiuso lunedì mattina e festivi
ingresso libero
Inaugurazione: sabato 11 dicembre 2004, ore 18
Catalogo della mostra con testo introduttivo di Claudio Parmiggiani
Luogo: Galleria Forni
Via Farini, 26 - Bologna