Institut francais Milano (ex Centre Culturel Francais)
Milano
corso Magenta, 63
02 48591928 FAX 02 48591952
WEB
Voix Blanches - Verde a pois
dal 10/1/2005 al 18/2/2005
WEB
Segnalato da

Centre culturel francais de Milan




 
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10/1/2005

Voix Blanches - Verde a pois

Institut francais Milano (ex Centre Culturel Francais), Milano

Il lavoro di due artisti contemporanei, uno francese e l'altro italiano, che adoperano due linguaggi molto diversi. Dominique Petitgand invita a un viaggio attorno e dentro il suono con una installazione in una galleria libera da qualsiasi riferimento visivo. Pierluigi Calignano propone una installazione di sculture marmoree nel chiostro del Palazzo delle Stelline. In occasione dell'inaugurazione verra' presentato il libro/catalogo sul lavoro dell'artista Miquel Mont che fu ospite del Centro un anno fa.


comunicato stampa

Dominique Petitgand : « voix blanches »
installazione sonora, la galerie

Pierluigi Calignano : « verde a pois »
nel chiostro del Palazzo delle Stelline

curatrice : Claire Burrus

Il Centre culturel français de Milan inizia il nuovo anno presentando il lavoro di due artisti contemporanei, l’uno francese, l’altro italiano, che adoperano due linguaggi molto diversi : Dominique Petitgand ci invita ad un viaggio attorno e dentro il suono con una installazione in una galleria libera da qualsiasi riferimento visivo mentre Pierluigi Calignano propone una installazione di sculture marmoree nel chiostro del Palazzo delle Stelline. In occasione dell’inaugurazione verrà inoltre presentato il libro/catalogo sul lavoro di Miquel Mont, artista che fu ospite del Centre culturel français de Milan nel gennaio 2004.

Dominique Petitgand
Il lavoro di Dominique Petitgand assume varie forme - installazioni sonore, dischi, concerti, diffusioni sonore - e ogni volta il dispositivo d’ascolto offre una percezione particolare.
In un universo saturato d’immagini, Petitgand coinvolge di nuovo l’udito, senso spesso trascurato, che, in un ambiente totalmente spoglio, riesce a sviluppare immagini subliminali e immaginari reconditi.
L’artista costruisce le sue opere a partire da parole, silenzi, respirazioni, rumori e musiche che egli stesso sollecita, compone, ritaglia e assembla.
« Mi sento come un regista che afferra alcuni momenti per inscriverli nella tensione di un racconto : fatti della vita quotidiana, una scena, un gioco di voci. Qualcuno che scrive storie, pur non avendo a disposizione che un vocabolario estremamente limitato: quello della realtà che mi viene data. Anche se non amo proprio il naturalismo ».

Le opere di Petitgand, che egli stesso definisce « racconti e paesaggi mentali » - si collocano tra finzione e realtà, in uno spazio allo stesso tempo fisico e mentale, ambiguo e atemporale. Egli inventaria gesti, umori, voci sovrapposte, dialoghi improbabili e impossibili tra personaggi che si ignorano, per trasmettere un pensiero, uno stato, un vuoto. L’articolazione degli elementi, le ripetizioni, la musica seriale danno vita ad un ritmo mentre i diversi strati sonori mettono in relazione il vissuto delle parole, la spontaneità del gesto e la precisione della forma. L’irragiungilità del suono, la cui sorgente sembra essersi perduta, crea degli strati d’incertezza – sul senso di ciò che viene espresso e dell’origine fisica della diffusione – e un’ambiguità sulla natura stessa dei suoni percepiti : emozione e noia,
pesantezza ed evanescenza, suspens e dolcezza, rilassamento e tensione estrema si fondono nell’insieme di questi caratteri paradossali. Ciascuna delle sue opere è una storia in divenire destinata ad appartenere soltanto allo spettatore-auditore.
Dominique Petitgand traccia un camino possibile, con la sua linea acustica, i suoi lati sonori, il suo orizzonte incerto e invita ad una vera e propria deambulazione all’interno del suono stesso.
Nei suoi lavori in situ, il suo gesto si avvicina ancor più a quello del tecnico delle luci che opera nel cinema e ci riconduce ad una dimensione architettonica del suono che modifica la nostra percezione delle distanze, dei volumi, dei contrasti e delle prospettive.
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Pierluigi Calignano
Gli oggetti realizzati da Pierluigi Calignano sono palesemente irreali, ma come avviene nelle fiabe o nei racconti d’avventure fantastiche, le capacità narrative dell’artista ci fanno ''credere'' nella verità delle situazioni create.
La sua ricerca esplora un universo nel quale mondo animato e robotica, storia dell’arte e immaginario fumettistico si intrecciano, creando suggestivi rimandi.
Le installazioni sono credibili proprio per la loro capacità di portarci all’interno della loro evidente irrealtà. Percorrono quindi una strada inversa rispetto a molte altre ricerche artistiche che rincorrono la vita, la ''copiano'', la ''usano'', ma spesso, tanto si mischiano ad essa da rivelare la loro incapacità di essere veramente credibili.
Calignano non si preoccupa affatto della realtà. Quello che gli interessa veramente è costruirne una diversa e soprattutto inventarne una per poterla raccontare. L’importante è realizzare uno spazio visionario, complesso, atemporale, dove si può serissimamente ridere lasciandosi prendere dall’affascinante utopia che la vera realtà è ciò che vogliamo che il mondo sia.
Nel suo universo espressivo è riuscito in un’operazione non sempre facile o immediata: far incontrare gli opposti, che è come dire mettere sul medesimo piano le due facce della stessa medaglia, allineare positivo e negativo. Allora reale e irreale, leggerezza e consistenza, illusione e verità, sogno e incubo, concretezza e astrazione s’incontrano per dar vita a un mondo fantastico, a un racconto che parte dalla riflessione per arrivare al gioco o che prende spunto dall’ovvio per scoprire l’imprevisto, ma anche viceversa.
Disegni, sculture, installazioni sono tutti all’insegna di un riduzionismo concettuale che altera la solidità del reale mediante il procedere di una poetica frammentaria, pronta a fermarsi un grado prima della realtà fenomenica vera e propria.
Il lavoro di Calignano potrebbe essere inteso come un continuo studio di confini.
Limiti di visione, limiti di significato, limiti tra i corpi e i loro rispettivi regni naturali d’appartenenza, inclusioni, confusioni di identità e coerenze. I confini precari con cui lavora Calignano sono limiti porosi in cui avvengono scambi non previsti.
Le sue opere hanno la capacità di trasgredire i rimandi, stravolgere le distanze, capovolgere o annientare le gerarchie a cui il nostro sguardo e pensiero sono abituati.

Immagine: Pierluigi Calignano, Bianco S.Matteo, 2002 60 x 20 x 62 cm. Courtesy Galleria Carbone.to Torino

Inaugurazione: martedì 11 gennaio 2005, ore 18.00

le centre culturel français de Milan
corso Magenta 63, Milano
orari di apertura: dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 19.00
sabato : ore 15.00 – 19.00

Ufficio stampa
Rosette Ciola 02 48591928

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