Photographs 1975-2003. La rassegna si propone come la prima vera retrospettiva mai realizzata sul lavoro dell'artista-fotografo prepotentemente emerso negli anni '80. 'A Storybook Life', capitolo fondante della mostra, e' il racconto di 25 anni di vita privata dell'artista, dove per privato si intende anche tutto cio' che ha a che fare indirettamente con l'ambito professionale: 76 fotografie che datano dal 1975 al 1999. Esposti anche i lavori seriali prodotti dalla fine degli anni '80 ad oggi
Photographs 1975-2003
A cura di Filippo Maggia
Giovedì 20 gennaio 2005 s'inaugura a Venezia, presso la Fondazione Bevilacqua La
Masa, la mostra personale dell'artista americano Philip-Lorca diCorcia, a cura
di Filippo Maggia, prodotta in collaborazione con Whitechapel Gallery, Londra,
con la partecipazione del Centre Nationale de la Photographie di Parigi (ora
assorbito dal nuovo Jeu de Paume); Folkwang Museum di Essen; Magasin 3, Stokholm
Konsthall e Centro de Artes Visuais di Salamanca.
Questa rassegna si propone come la prima vera retrospettiva mai realizzata sul
lavoro di Philip Lorca di Corcia (1953, Hartford, Connecticut), uno dei più
rappresentativi artisti-fotografi del nostro tempo prepotentemente emerso negli
anni ottanta e novanta.
L'artista, si diploma alla School of the Museum of Fine Arts di Boston nel 1975
ove consegue il Post Graduate Certificate l'anno successivo. Nel 1979 ottiene il
Master in fotografia presso la Yale University, dove negli anni recenti
ritornerà più volte come "visiting professor". Attualmente vive e lavora a New
York City.
Philip-Lorca diCorcia rappresenta a pieno titolo la continuità stilistica e di
sostanza di quella che oltre mezzo secolo fa venne definita street photography,
approccio, questo, caro a fotografi quali Robert Frank, William Egglestone, Lee
Friedlander, Robert Adams, per citarne alcuni.
Philip-Lorca diCorcia si avvicina anche a quella fotografia fatta di incursioni
nella psiche umana -dall'alienazione dell'individuo nella massa alla necessitÃ
costante dell'affermazione e del riconoscimento del sé- che già nella prima
parte del Novecento caratterizzò il lavoro di Walker Evans -ben evidente negli
strepitosi Subway Portraits realizzati tra il 1938 e il 1941-, ispirando poi
tutto il lavoro -come la serie Women are Beatiful- di un altro grande
protagonista, Garry Winogrand, negli anni Settanta.
A Storybook Life, capitolo fondante di questa mostra, è il racconto di
venticinque anni di vita privata dell'artista, dove per privato si intende anche
tutto ciò che ha a che fare indirettamente con l'ambito professionale che tanto
ha dato -quanto a esperienza e maturazione stilistica- al fotografo americano.
Nelle settantasei fotografie che datano dal 1975 al 1999 ci sono gli amici, la
famiglia, i viaggi e le città , ma specialmente il bello e il brutto della vita,
la felicità e il dolore, la sorpresa e l'incantamento che alle volte sembra
astrarre chi ci sta accanto. Temi ed elementi, questi, tutti magistralmente
riversati nei lavori seriali prodotti dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, dei
quali Hustlers (1990-1992), ove si narrano le vite di giovani ragazzi di strada
ritratti a Hollywood, è un esempio perfetto. In Streetwork (1993-1998) e
successivamente in Two Hours (1999), diCorcia, illuminandoli con un sistema di
luci stroboscopiche, fotografa gruppi di passanti o singole figure nelle strade
di varie città europee e americane, isolandoli così dal contesto generale e
costringendoli, loro malgrado, a divenire attori del Presente. Risultato,
questo, ancora più esasperato nei grandi ritratti che compongono la recente
raccolta intitolata Heads, dove la città , pur funzionando da sfondo, lascia
percepire la sua inarrestabile e impersonale attività , sottolineando i ruoli che
i suoi abitanti inconsapevolmente vi recitano.
Come racconta l'artista, «Le fotografie sono anti-eventi, sia perché lo ritengo
interessante, sia perché desidero eliminare la maggiore attrazione della
fotografia: l'offerta di un'esperienza di seconda mano. Solo chi si inganna
ritiene che la realtà oggettiva può definire ciò che è reale. Io non propongo la
mia opera come una definizione avanzata di realtà . (.) semplicemente sono
sicuro che quello che vediamo in questo mondo è ingannevole. Mi interessa la
società in generale (.). La strada non induce la gente a compartire la
conoscenza di se stessa. La gente sembra chiudersi in sé, sempre meno cosciente
di ciò che la circonda». (Philip-Lorca diCorcia, 1997)
Tra le mostre personali ricordiamo le esposizioni al MoMA di New York nel 1995,
alla Photographer's Gallery di Londra nel 1996, al Museo Nacional Reina Sofia di
Madrid nel 1998 e allo Sprengel Museum di Hannover nel 2000, prima dell'attuale
itinerante in Europa. Molte le personali e partecipazioni a collettive in
gallerie private di tutto il mondo.
Immagine: Philip-Lorca di Corcia
DeBruce
1999
Inaugurazione 20 gennaio 2005 ore 18.30
Ufficio stampa
Giorgia Gallina
Galleria Bevilaqua la Masa
Piazza San Marco, Venezia
Orario
dalle 12.00 alle 18.00
chiuso il martedì