Johannes Deutsch
Fabiola Faidiga
Mimi Farina
Pina Inferrera
Asaki Kan
Jane Mulfinger
Angela Pietribiasi
Luisa Raffaelli
James Russel
Dean Verzel
Il titolo della mostra sottende la dualita' d'interpretazione, positiva e negativa, del liquido. L'aqua e' un imprescindibile principio di vita ma, nello straripante eccesso o in difetto, anche inesorabile portatore di distruzione e morte. Gli artisti rappresentano questa ricerca che scava in territori diversificati. Opere di: Johannes Deutsch, Fabiola Faidiga, Mimi Farina, Pina Inferrera, Asaki Kan, Jane Mulfinger, Angela Pietribiasi, Luisa Raffaelli, James Russel, Dean Verzel.
AQUA VITA ET MORS
La mostra è nata in Italia, nel 2003, anno internazionale dell’acqua. L’associazione Idea Vita l’ha promossa nell’ambito di una più ampia celebrazione dei “valori e memorie della civiltà contadinaâ€. Partita dalla Cascina Airone di Vespolate (in provincia di Novara, sett./ott. 2003), ospitata poi al Broletto di Novara (ott./nov. 2003) e nelle prestigiose sale storiche di Palazzo Bricherasio a Torino (maggio 2004), AQUA VITA ET MORS approda ora a Londra alla galleria APT art in perpetuity trust e nei nuovissimi spazi del LABAN Center.
Il titolo ideato da Maria Campitelli, curatrice della mostra, diviene tragicamente attuale dopo l’immane disastro dello tsunami. Esso sottende la dualità d’interpretazione, positiva e negativa, del liquido elemento. Imprescindibile principio di vita, ma, nello straripante eccesso o anche in difetto, inesorabile portatore di distruzione e morte.
Al di là di un atteggiamento puramente contemplativo nei confronti dei fenomeni naturali, come poeti, scrittori, filosofi hanno più volte espresso, Maria Campitelli ha voluto sottolineare i disequilibri in atto nell’eco-sistema - oltre alla incontenibile forza distruttrice della natura in sé come ha testimoniato appunto lo tsunami- ; da un lato essi provocano catastrofi come le alluvioni, dall’altro, per il fenomeno contrario della siccità , conseguono il medesimo risultato negativo. L’acqua dunque, di per sè fonte di vita si può tramutare in terribile strumento di morte.
Undici sono gli artisti invitati a rappresentare questa ricerca che scava in territori diversificati, nel sociale come nei dissesti dell’eco-sistema, che gioca con i significati delle parole o scivola nel paradosso,che sogna nel ricordo evocativo recuperando il mito, o guarda alla femminilità come flusso vitale e ai grandi temi della vita e della morte attraverso inquietanti metafore visive.
I nomi . Johannes Deutsch di Vienna (Austria), Fabiola Faidiga di Trieste (Italia), Mimi Farina di Pramaggiore (Venezia-Italia), Pina Inferrera di Bergamo (Italia), Asaki Kan di Londra (U K)Chris Marshall di Londra (U K), Jane Mulfinger di Londra/Los Angeles (U.S.A.), Angela Pietribiasi di Torino (Italia), Luisa Raffaelli di Torino (Italia), James Russel di Londra (U K), Dean Verzel di Koper/Liubljana (Slovenia).
I linguaggi sono i più disparati, vanno dall’installazione spettacolare al video, alla gigantografia, digitale e analogica. La tecnologia, sempre più presente nell’espressione artistica contemporanea si sposa con materiali naturali o più spesso artificiali, in compositi linguaggi propri del tempo presente e probabilmente del futuro.
La mostra è supportata da catalogo bilingue (italiano/inglese).
opening 3 febbraio 2005, ore 18/21
Ufficio stampa APT Gallery
Liza May – Chris MarshallV
Tel./fax : 020 8694 8344
APT GALLERY, art in perpetuity trust
Harold Works, 6 Creekside – Depford, London SE8 4SA
e al LABAN Center- Creekside
orario : da giovedì a domenica 13 – 18