Nata dalla collaborazione tra Federica Palmarin e Ries Straver, l'esposizione e' un'indagine sull'aspetto percettivo e cognitivo dell'osservazione. Grandi fotografie e schermi al plasma mostrano ragazze in tipica posa da pin-up: gli artisti fanno uso di simboli e icone presenti nell'immaginario e nella cultura popolare, utilizzandole per evocare sensazioni comuni ma interpretazioni discordanti
Federica Palmarin e Ries Straver
Giovani donne sexy ritratte in una situazione sospesa tra finzione e realtà : "Girls with balls", la mostra che si inaugura allo Studio Camuffo martedì 8 febbraio alle 20, sarà una sorta di esperimento sull'inattendibilità dell'umana percezione.
Nata dalla collaborazione tra i due giovani artisti Federica Palmarin e Ries Straver, l'esposizione sarà un'indagine sull'aspetto percettivo e cognitivo dell'osservazione.
Grandi fotografie e schermi al plasma ci mostreranne ragazze in tipica posa da pin-up: in "Girls with Balls" - ironico gioco di parole che si presta volutamente a diverse interpretazioni - gli artisti fanno uso di simboli e icone presenti nell'immaginario archetipico della cultura popolare, utilizzandole per evocare una sensazione di già conosciuto.
Lo spettatore viene così portato a confondere il linguaggio visivo da loro usato con immagini tipiche delle riviste di moda o delle cartoline sexy degli anni settanta e ottanta.
Le opere in mostra presentaranno un mondo familiare a tutti, costringendoci a riconsiderare quello che crediamo già di conoscere e scardinando alcuni luoghi comuni: come affermano i due autori: "Non ci si può fidare delle nostre opere"
Federica Palmarin (1977), opera nell'arte visuale come fotografa e documentarista. Il suo lavoro è spesso incentrato su argomenti quali: vie crucis, il dolore inflitto nel nome di Dio, rituali collettivi, turisti in fila davanti ai magazzini della Ralph Lauren, aspiranti Gesù, fanatici, oggetti di culto, fans club...
Ha realizzato una serie di documentari sui festival religiosi e le porte della percezione. Ha completato la sua formazionea Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione del Gruppo Benetton, collaborando anche con la rivista Colors. Attualmente lavora come freelance in Italia, Mauritius e Olanda. Ha esposto i suoi lavori in varie mostre personali e collettive in Italia e all'estero.
Ries Straver (1975), videomaker, ha iniziato ad usare il video per presentare le sue idee sulla comunicazione visiva. Adora la tv e tutto quello che trasmette, specialmente quando lo schermo è coperto da carta in alluminio (domopack) completamente bucherellata perchè, spegnendo la luce, tutto l'universo si trova lì, in quello schermo. E questo è proprio ciò su cui verte il lavoro di Ries: l'universo e altre cose del mondo. Ha studiato graphic-design in Olanda, ma quando ha realizzato che le immagini che creava non si muovevano e non emettevano alcun suono, ha deciso di iniziare a fare video clip, performance, installazioni, cortometraggi e animazioni. Il lavoro di Ries può a volte essere trasgressivo e offensivo, ma essenzialmente suscita una riflessione personale sull'uso dei media e il linguaggio visivo che ne deriva. I suoi lavori sono stati esposti a Milano, Amsterdam e San Francisco.
http://www.riesstraver.com
Inugurazione mostra: martedì 8 febbraio 2005 ore 20
DJ session.
Per maggiori informazioni:
Michela Miracapillo tel.041 5228034 fax 041 5234024
Studio Camuffo, Cannaregio 4132, Venezia
Sabato e domenica chiuso