Una mostra dedicata all'attivita' grafica dell'architetto svizzero. La struttura espositiva presenta l'insieme dei titoli di Le Corbusier, altre edizioni come l'Ouvre complete e la rivista L'Esprit nouveau, numerosi documenti originali, alcuni disegni e documentazione fotografica. Flavio Favelli: un ambiente incentrato su una 'scultura-quasi-mobilia', come la definisce l'artista stesso, che segue il profilo curvilineo della Project Room per il quale ha concepito; installazione-performance durante la serata d'inaugurazione.
19 Marzo - 29 Maggio 2005
Le Corbusier: l'architetto e i suoi libri
A cura di Catherine de Smet
dell'Archivio Biblioteca Arte Contemporanea
Una mostra dedicata all'attività grafica del famoso architetto svizzero Le
Corbusier (pseudonimo di Charles Edouard Jeanneret, La Chaux-de-Fonds, Svizzera,
6 ottobre 1887 - Cap Martin, Francia, 27 agosto 1965).
Dalla sua morte nel 1965, il lavoro di ricerca su tutta l'opera di Le Corbusier
ha fatto emergere le numerose sfaccettature di una lunga carriera: costruttore,
urbanista, imprenditore, pubblicitario, teorico, scrittore, fotografo e infine
artista. Ciononostante esiste un'altra attività rimasta meno nota, ma alla quale
egli si è molto dedicato: la produzione grafica dei suoi libri, cioè il progetto
editoriale, il formato, l'impaginazione, la scelta della carta e del carattere,
la prefazione delle note, le appendici, la copertina.
La mostra, curata da Catherine de Smet, presenta dunque Le Corbusier come uomo
di libri, autore di più di 35 testi, pubblicati tra il 1912 e il 1960, di cui ha
curato il progetto editoriale nel suo complesso. L'esame di questi volumi, dal
formato e dal contenuto estremamente diverso, ma sempre abbondantemente
illustrati, invita a una lettura inedita del secolo scorso attraverso lo sguardo
di uno dei suoi protagonisti. I libri di Le Corbusier hanno una relazione molto
particolare con l'insieme della sua attività : contemporaneamente specchio,
esegesi e laboratorio della sua opera di architetto e artista.
Arazzi, disegni, quadri, sculture, libri, case e piani urbanistici non sono
altro, per quello che mi riguarda, che una sola ed unica manifestazione di
un'armonia stimolante in seno a una nuova società delle macchine. (Le Corbusier)
L'esposizione mette in evidenza come la padronanza dei processi editoriali e
delle tecniche tipografiche ha condotto progressivamente Le Corbusier ad
esercitare pienamente la sua attività plastica nella concezione stessa
dell'impaginazione, mettendo di fatto la sua esperienza artistica al servizio
della valorizzazione della sua opera editoriale.
La struttura espositiva, che combina l'approccio cronologico a quello tematico,
presenta l'insieme dei titoli di Le Corbusier, altre edizioni come l'Ouvre
complète e la rivista L'Esprit nouveau, numerosi documenti originali (maquette,
schizzi e note), alcuni disegni ed inoltre una ricca documentazione fotografica,
realizzata per l'occasione, attingendo ai fondi della Fondation Le Corbusier di
Parigi. Sono via via sottolineati i tratti caratteristici di ciascun periodo,
dagli anni '10 agli anni '60, arricchiti da elementi trasversali come la
questione tipografica, il trattamento della sua opera artistica, il libro come
oggetto plastico e la relazione con gli editori. Attraverso scelte tipografiche
e scenografiche specifiche, si restituirà l'estetica dello spirito lecorbusiano.
L'evento, coprodotto con il Mart di Trento e Rovereto e il Museo d'arte moderna
e contemporanea di Strasburgo, sarà accompagnato da una monografia edita da Lars
Müller e curata da Catherine de Smet, storica dell'arte e autrice di numerosi
articoli sulla storia e l'estetica della grafica.
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Flavio Favelli
19 marzo - 22 maggio 2005
a cura di Stefano Pezzato
Per la mostra di Prato, Favelli creerà un ambiente incentrato su una "scultura-quasi-mobilia", come la definisce lui stesso, seguendo il profilo curvilineo della Project Room e facendo da eco al grande semicerchio del teatro all'aperto, per il quale concepirà e realizzerà una installazione-performance che avrà luogo durante la serata d'inaugurazione.
Nato a Firenze nel 1967, Favelli vive e lavora a Samoggia-Savigno nell'appenino bolognese.
Ha esordito a metà degli anni '90 intervenendo direttamente nell'appartamento ereditato dalla nonna paterna e situato nel centro di Bologna, facendo della "casa" il luogo prediletto della propria indagine.
Da allora il suo lavoro si è sviluppato sia all'interno della propria casa-studio, dove sono raccolti e rielaborati gli oggetti trovati, selezionati dall'artista in base al loro valore evocativo di funzioni e memorie, sia in situ, all'interno di spazi espositivi (Dialogo nello Spazio: César /Favelli, Museo della Permanente, Milano, 2002; Crocicchio, Palazzo delle Papesse Siena, 2000) o in luoghi non deputati all'arte (La Vetrina dell'Ostensione, Via De' Musei, Bologna, 2003; Catetere, Ex Dormitorio FS, Bologna 2000), dove prendono forma installazioni e performance che rimandano alla quotidianità e al vissuto personale dell'artista. Nel 2005 aprirà Vestibolo opera-ambiente permanente che investe l'atrio della sede Anas S. Croce di Venezia
Flavio Favelli ha esposto in importanti spazi pubblici e privati in Italia e all'estero come Interior, IIC Los Angeles 2004 , Clandestini, 50^ Biennale di Venezia, 2003; La mia casa è la mia mente, Galleria Maze, Torino, 2003; Where is my home?, IIC, Londra, 2003; Moltitudini-Solitudini, Museion, Bolzano, 2003; Exit, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2002; My home is my mind, Artinprogress, Berlino, 2002.
Utilizzando cancelli, porte, balaustre, ballatoi, seggi, panche, tavoli, lettighe, tappeti, specchiere, lampadari, abilmente modificati e spesso combinati fra loro, Favelli da vita a opere dall'aspetto familiare e funzionale che tendono a rapportarsi con il luogo che li contiene. L'artista costruisce i propri lavori nello spazio, sebbene non sia interessato ad appropriarsene quanto piuttosto ad attivare e alterare con le sue opere la percezione dei visitatori. Dall'apparente concretezza di elementi architettonici e complementi d'arredo, l'artista riesce a far scaturire forme visionarie, a far affiorare suggestioni emotive, rivelando la natura estetica e poetica latente negli oggetti.
Il "linguaggio artistico" originale coniato da Favelli pone l'accento sulla precarietà delle cose e sulla continua trasformazione della loro identità attraverso le nostre interpretazioni. In tal modo l'artista sembra voler registrare il lento scorrere del tempo e riflettere sull'aleatorietà del nostro intimo rapporto con la realtà di tutti i giorni, esemplificata dagli oggetti domestici, così come più in generale sulla fragilità delle nostre esistenze.
Credo che la mia esistenza si giochi tutta fra il mio passato, le mie paure, i miei desideri e le mie speranze.
Sono una persona con fissa dimora che cerca di sfuggire al senso di colpa. La casa per me è un concetto fondamentale. Tutto il resto mi sembra meno importante. Mi hanno fatto notare che nelle schede degli artisti presenti alla Biennale di Venezia spiccava il mio "vive e lavora a Samoggia-Savigno (Bologna)" fra i New York, Berlin, London. Non so cosa significhi rimanere qui. A pochi metri dalla mia casa, dopo la chiesetta, la strada perde l'asfalto e c'è il cimitero. Credo che sarò seppellito lì. (F. Favelli)
Immagine: Flavio Favelli
Orari: dal lunedì al venerdì 9.00 - 19.00; sabato, domenica e festivi 10.00 - 19.00; chiusura: 1 maggio.
Ingresso libero
Ufficio Stampa: Ku.ra. Rosi Fontana – t. 050 9711343 - fax 050 9711317
Ufficio Comunicazione Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci - t. 0574 531828 - fax 0574 531900