In mostra oltre 50 lavori a olio e assemblaggi polimaterici, fatti di rifiuti e ricordi -dagli intrecci di rami che si stagliano sulla parete ai teatri di stracci antropomorfi- insieme a lavori dai toni piu' dichiaratamente sociali, come la serie degli interni di fabbriche e le figure di manichini.
Mostra personale
Giovedì 10 marzo 2005, alle ore 18.30 presso la Sala Bolaffi di Via Cavour 17, si inaugura la mostra dedicata a Franco Pulacini, curata da Luca Beatrice, organizzata e promossa dalla Direzione Promozione Attività Culturali, Istruzione e Spettacolo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte.
Grande scoperta per il pubblico torinese e ottima occasione per identificarsi nel carattere sabaudo e artistico di Franco Pulcini, la mostra racconta la storia di un uomo che ha fatto dell’arte la sua ragione di vita ma che non ha mai cercato, attraverso di essa, la fama, la gloria o il denaro. Un carattere proverbialmente schivo al punto da apparire ostile, la scelta precisa di non inserirsi mai nel sistema delle gallerie privilegiando sempre una visione intellettuale a 360 gradi della “questione arte†sono le principali linee che da sempre guidano la vita di questo maestro dell’arte contemporanea piemontese.
Nato a Somma Lombardo (Varese) nel 1934 e da molto tempo attivo nella “sua†Arona (Novara), Pulacini presenta nei suoi oltre trent’anni di lavoro quei caratteri non ordinari che rappresentano il fascino di un’arte non strettamente legata alla centralità . Dopo aver compiuto studi di anatomia all’Accademia di Brera, Pulacini è entrato nel mondo dell’arte attraverso una lunga e importante esperienza nel restauro di opere classiche, specializzandosi nella conservazione di tele, tavole e affreschi del ‘600. Contemporaneamente comincia a lavorare come artista, e ad essere un importante animatore culturale nella sua città con la nascita di un “Laboratorio†aperto a mille iniziative e collaborazioni, “dove convergevano poesia, letteratura, anche teatro e pittura. Intorno al laboratorio gravitarono poeti come Enzo Di Mauro, Vittoria Palazzo (vicina a Treccani, Brindisi, Sassu), Giuliano Gramigna, Tomaso Kemeny, Alessandro Quasimodo, Maurizio Cucchiâ€, ricorda Pulacini.
Nonostante produca dalla seconda metà degli anni ’60, Pulacini inizia un’attività espositiva più o meno regolare solo negli ultimi quindici anni. Oggi lo Spazio Bolaffi ospita la prima mostra antologica in Piemonte proponendo oltre cinquanta lavori a olio e assemblaggi polimaterici, fatti di rifiuti e ricordi. Dagli intrecci di rami che si stagliano sulla parete come attenti disegni, passando per i teatri di stracci antropomorfi, carnevaleschi e spettrali allo stesso tempo, fino alle invenzioni dei collages di spazzatura riesumata. Ad una originale costruzione linguistica che l'assemblaggio gli consente di esprimere pienamente, Pulacini accosta una maestria tecnica e chimica che deriva dal suo talento di restauratore, nascono così solide sculture-quadro fatte di pozioni indissolubili che legano la pittura a oggetti comuni o stranianti.
In mostra anche lavori dai toni più dichiaratamente sociali come la serie degli interni di fabbriche e le figure di manichini lavoratori che cadono a pezzi sistemati in ordine come automi nelle loro scatole.
L'occasione è importante per scoprire l'universo nel quale si è mosso un artista schivo fino all'osso, ma capace di opere che, al contrario, si spingono contro lo spettatore, esplosive e sgargianti. Originalità di Pulacini è senz’altro l’utilizzo disinvolto di molteplici forme, strumenti e linguaggi per uno stile che, pur partendo dall’esperienza privata consumata in provincia, presenta interessanti intuizioni che possono collegarsi con l’attuale visione globale della cultura visiva.
Organizzazione: Regione Piemonte - Direzione Promozione Attività Culturali
Catalogo: Bolaffi Editore con testi di Luca Beatrice e Laura Carcano.
Ufficio Stampa: AdfarmandChicas – tel. 011 3199871
Sala Bolaffi
Via Cavour 17 - Torino
Orario: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19; lunedì chiuso