Assessorato alla Cultura, Comune di Pietrasanta
Codici Armonici. L'artista individua e propone l'espressione piu' consona per combinare ad hoc entrambe le sue passioni, l'arte e la scienza. Uno studio fatto di intuizioni e ragionamenti, slanci e contenimenti. In mostra una quarantina di opere.
Codici Armonici
Venerdì 25 marzo, alle ore 17, nelle Sale dei Putti e del Capitolo del Chiostro di Sant’Agostino di Pietrasanta si inaugura l’esposizione BRUTO POMODORO - Codici Armonici, curata e presentata da Martina Corgnati.
Una quarantina di opere, molte delle quali inedite, costituiscono il corpus di questa significativa rassegna dedicata ad uno dei più interessanti pittori italiani della nuova generazione.
Scrive Massimiliano Simoni, Assessore alla Cultura del Comune di Pietrasanta: «Dopo i “Codici algeniciâ€, Bruto Pomodoro propone i “Codici armoniciâ€. Questo potrebbe essere un passaggio molto importante nella sua costruzione artistica: dalla perfezione geneticamente modificabile di questa filosofia nuova detta ‘algenìa’, l’artista
è passato - o forse sempre rimasto - all’‘armonia’, basata sugli accordi, sulla loro formazione e combinazione.
Accordi che peraltro si trovano evidenti nelle sue tele, in cui accostamenti geometrici perfettamente equilibrati
dialogano con accostamenti cromatici, anche impensabili, e che d’altro canto ‘armonicamente’ si sostengono in
modo reciproco. [...]
La maestria di Bruto è stata proprio quella di individuare e quindi proporre l’espressione più
consona per espletare e combinare ad hoc entrambe le sue passioni, l’arte e la scienza. Un codice essenziale,
pulito, dove niente può essere lasciato al caso, ma anzi deve essere perfettamente calibrato e soppesato: uno
studio fatto di intuizioni e ragionamenti, slanci e contenimenti».
Martina Corgnati in apertura al suo testo scrive: «A-priori e sfumature: l’artista scopre, sa di questa matrice che
determina a-priori l’organizzazione degli organismi; in una serie di opere recenti la chiama “algenicaâ€, facendo
riferimento esplicitamente alle istanze perfezioniste che stanno alla base di molta recente genetica, soprattutto nelle
sue componenti ingenieristiche e modellistiche. Il codice è un nucleo che implica e ricomprende in se stesso elementi
ad alto tenore simbolico come il cerchio, l’ovale, la spirale; linee curve, dispiegate nello spazio. Esso, lo sappiamo
dal DNA, si ripresenta sempre uguale in tutte le cellule che formano un determinato individuo e con variazioni
infinitesimali in tutti gli individui della stessa specie e poi, con margini di differenziazione via via crescenti, della
stessa famiglia, ordine, classe, regno. Fin qui, ovviamente, la scienza.
Ma meno noto e assai più inquietante è che forme simili, codici, potremmo dire, algenico-simbolici, si ritrovano
nel guscio di certe conchiglie fossili all’alba della vita; nella disposizione delle galassie, nella crescita dei cristalli.
Bruto non me ne voglia se, accennando a queste cose, la mia imprecisione è quella del dilettante della specie
peggiore, il più superficiale. Voglio solo dire che l’universo è pieno di ricorrenze, riscontrabili sin nell’infinitamente
piccolo delle particelle subatomiche e del loro comportamento; e che questo eterno ritorno dell’uguale o del simile
ha commosso Einstein e fa pensare all’Assoluto».
Bruto Pomodoro è nato a Milano nel 1961, dove tuttora vive e lavora. Ha iniziato il suo percorso artistico nel 1994
con la sua prima personale, Ultramarino, tenutasi presso lo spazio espositivo milanese Studio D’Ars. Dalla figurazione
degli esordi l’artista si è avvicinato progressivamente ad un lessico espressivo in cui la predominante geometrica
emerge a direzione compositiva delle sue opere, a fianco di un’attenta analisi cromatica. Nasce così una ricerca
pittorica rigorosamente astratta, che tende a coniugare le tematiche concretiste con un proprio linguaggio simboliconarrativo
che affonda le sue radici nell’universo scientifico e in particolare nell’analisi dell’evoluzione e dello sviluppo
delle forme viventi. I suoi primi lavori, Contemplazioni, vengono esposti nella rassegna personale che prende nome
da queste opere, ospitata nel 1997 dai Comuni di Siena, Rimini e Riccione. Sul finire del 1998 un nuovo ciclo
di opere pittoriche, intitolate Elogi del Quadrato, viene esposto a più riprese in diverse sedi, pubbliche e private,
fra le quali il Chiostro di San Francesco del Comune di Sarzana che, nel giugno del 2001 gli dedica una importante
personale. Abbandonando le policromie accese e rarefacendo gli spazi costruttivi delle opere precedenti, nel 2002
Bruto si dedica unicamente alla produzione di un nuovo ciclo di lavori: nascono i Codici Algenici, opere di medio
e grande formato che sono state esposte per la prima volta in occasione della personale ospitata dal Comune di
Courmayeur nel dicembre del 2002 alla Maison Fleur. Nel settembre del 2003 si inaugura a Milano, negli spazi
della Galleria Ab origina, una nuova personale di Pomodoro, il quale torna a esporre nella sua città dopo sei anni
di assenza. Il Centro Media MindShare di Milano ospita nell’autunno del 2004 l’antologica Il cammino dell’Archetipo,
curata da Francesca Della Monica. A questa mostra segue, nel febbraio del 2005, una nuova personale di Bruto,
ospitata a Torino negli spazi della storica Galleria Berman e intitolata Bruto Pomodoro: tele e carte, 1997 - 2004.
La rassegna, organizzata dal Centro Culturale “Luigi Russo†di Pietrasanta è promossa dall’Assessorato alla Cultura
del Comune di Pietrasanta, è corredata da un esaustivo catalogo edito da IL VICOLO - Divisione Libri che contiene,
oltre all’interessante saggio critico di Martina Corgnati, il repertorio fotografico delle opere oggetto della rassegna.
Inaugurazione: venerdì 25 marzo, ore 17
Chiostro di S.Agostino - Sale dei Putti e del Capitolo
Via S.Agostino, 1
Pietrasanta