Galleria Cons Arc
Chiasso
via Gruetli
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Gerard Petremand
dal 2/4/2005 al 13/5/2005
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Segnalato da

Guido Giudici


approfondimenti

Gerard Petremand



 
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2/4/2005

Gerard Petremand

Galleria Cons Arc, Chiasso

La serie di fotografie 'Topiques' e' una rappresentazione paradossale del territorio urbano in cui la citta' e' trasformata in immagini dove le nozioni di scala, distanza, successione di piani sono completamente stravolte. 'Dream City' sono citta' immaginarie che l'artista ha creato assemblando fortuitamente materiali diversi.


comunicato stampa

Topiques

Le fotografie riunite da Gérard Pétremand sotto il titolo «Topiques» sono una rappresentazione essenzialmente paradossale del territorio urbano. La realtà della città vi si trova trasformata da una strana esperienza di sguardo, catturata in immagini dove le nozioni di scala, distanza, successione di piani sono completamente stravolte. Lo sguardo che cerca di fissarsi su di un oggetto è subito deviato verso un altro, poi viene come frazionato verso tutti i punti della fotografia; la città acquista una nuova sostanza, colori e forme puri. L’andare e tornare costante e disordinato del nostro sguardo da un livello all’altro, dal reale rappresentato alla superficie propriamente formale dell’immagine fotografica, stabilisce una dinamica di trasformazione – e noi siamo subito trasportati in uno spazio virtuale.

Da diversi anni Gérard Pétremand conduce alcune ricerche visive sul paesaggio urbano, queste sono concentrate da due anni, nel corso dei suoi viaggi, sulla periferia delle città europee o americane. Dal sud della Francia a Saraievo, passando per la Finlandia, la Svizzera e la Silicon Valley, sono sempre le stesse bretelle d’accesso stradale, gli stessi capannoni, gli stessi binari, gli stessi palazzi, gli stessi cantieri che “verniciano” le sue immagini di costruzioni colorate. A differenza di molti lavori di taglio documentaristico, il vero centro di gravità delle immagini di Gérard Pétremand é puramente fotografico e risiede nel lavoro sulla profondità di campo, che crea zone sfocate e zone nitide nell’immagine, indipendentemente da una scala lineare delle distanze; ogni piano può essere sia sfocato che nitido, lo sguardo è letteralmente accompagnato nello spazio dell’immagine secondo un percorso sinuoso e aleatorio, senza alcun rapporto con un percorso fisico possibile nello spazio rappresentato; da qui quest’impressione molto strana che si prova immancabilmente di avere a che fare con dei modellini. Il paesaggio familiare diventa, una volta fotografato, completamente virtuale. Come se lo spazio continuo e costruito del mondo così come noi lo conosciamo e lo sentiamo si frazionasse in livelli o in zone di natura essenzialmente diversi, ma contigui e collegati. Come se l’immagine fotografica attualizzasse degli spazi virtuali, rivelasse una geografia potenziale nello spazio familiare.

Questo lavoro di rivelazione è senza dubbio il lavoro stesso della fotografia, che fa succedere delle immagini in un movimento di cattura e di restituzione che rivela sempre dell’astrazione. La scommessa di G.P. con la ricerca di «Topiques» è quella di raggiungere una moltitudine di percezioni molto contemporanee della città, legate essenzialmente alla nozione di movimento. Il paradosso risiede qui nell’impressione che i luoghi fotografici siano dei modellini, degli oggetti fissi, incollati, dei puri artefatti, dunque il contrario stesso di uno spazio di vita dove i corpi si spostano- ma nello stesso tempo questi spazi virtualizzati obbligano ad un incessante movimento dello sguardo, metafora di una circolazione a tutti azimuts. La cintura delle città d’oggi è, bene o male, questo luogo di transito, di passaggio, di movimenti incessanti, e le fotografie di G.P. lo riportano semplicemente, senza alcuna pesantezza discorsiva o critica. Ma questo movimento della vita urbana è anche diventato quello del nostro sguardo, formattato dal video, in perpetuo rinnovamento, scansionando per così dire l’ambiente per decifrarvi i segni di riconoscimento. Con le immagini di G.P. il movimento dello sguardo non è bloccato o analizzato, è deviato e portato verso i limiti sempre fuggevoli tra il mondo e la sua immagine. Questa fusione di diversi approcci simultanei del territorio suburbano non ha nulla di sofisticato nelle immagini di «Topiques». Non richiede nessun trucco o ritocco a posteriori, nessun intervento di tecnologie dell’immagine virtuale – ed è in questa semplice operazione fotografica che risiede la potenza d’attrazione e la ricchezza delle immagine di G.P. Non si cerca con questo, tramite la fotografia, di imitare gli effetti dell’immagine virtuale ma di integrare alla pratica puramente fotografica uno sguardo rinnovato, dinamico e totalmente contemporaneo sul nostro ambiente. Le immagini di “Topiques” si tengono a distanza dalla fotografia documentaristica e dalla fotografia formale, ed è precisamente perché inglobano più generi e si reclamano di più appartenenze che si rivelano realmente di un’arte contemporanea.
Lysianne Léchot Hirt

Dream City

Nel suo precedente lavoro -Topiques-, Gérard Pétremand ci mostrava le periferie urbane del nostro quotidiano come fossero modellini. Questa volta ci trascina nei dedali di città immaginarie che ha svelato o scoperto nell’assemblaggio fortuito di materiali diversi incontrati sui cantieri, depositi, luoghi di transito, che non si sa se siano in procinto di nascere o di sparire.

Giocando con la scala di percezione degli oggetti e dei luoghi ci da l’illusione di scorgere delle intere metropoli che si stendono su qualche metro quadrato.

La ripartizione non convenzionale degli sfocati e dei nitidi, indipendentemente dai piani, rafforza l’illusione di città reali e conferisce allo spettatore l’impressione di esserne parte, che si tratti di luoghi della memoria o di città sognate…

L’universo del sogno è rafforzato dalla scelta di una cromia selettiva dove le dominanti del bianco e del verde sono emblematiche di un duello tra costruito e natura.

Ancora una volta Gérard Pétremand s’interroga sulla veridicità delle nostre percezioni e le possibilità di ritrascriverle tramite un lavoro fotografico.
Pascale Lorenz

Inaugurazione: domenica 3 aprile 2005 dalle 11.00 alle 13.00

GALLERIA CONS ARC
via F.Borromini 2 - Chiasso
Orari: lu-ve 9-12/14-18.30

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Igor Ponti
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