Love in Progress. L'artista ci pone di fronte all'impossibilita' di esaurire qualsiasi argomento stilandone soltanto l'indice. Una serie di disegni di nudi racconta la storia dei parametri di bellezza femminile degli ultimi 2000 anni: prive dei volti, le sagome possiedono un fascino anonimo ed emanano una seduzione rigida, cristallizzata.
Love in Progress
In ogni classificazione è possibile scorgere un sottile delirio di potenza. Ridotta a un elenco di generi e specie, a una lista di tipologie più o meno appropriate, la realtà può finalmente sembrare qualcosa di afferrabile, magari addirittura di sensato. Catalogando si esercita inevitabilmente un dominio che le opere di Sebastiano Mauri sembrano voler mettere in crisi. Ciò che di più interessante e di più prezioso c’è nella realtà sfugge a ogni presa troppo stretta: l’identità personale, la dinamica sentimentale, la percezione della bellezza sono letteralmente inafferrabili.
Per comunicarci questa consapevolezza, Sebastiano Mauri ci pone di fronte all’impossibilità di esaurire qualsiasi argomento stilandone soltanto l’indice. Una serie di disegni di nudi ci racconta per sommi capi la storia dei parametri di bellezza femminile degli ultimi 2000 anni: prive dei volti, le sagome possiedono un fascino anonimo ed emanano una seduzione rigida, cristallizzata.. Qualcosa di specularmente opposto si verifica osservando alcuni dipinti che ritraggono dei visi di persone che urlano: l’attenzione è focalizzata sull’assoluta soggettività dello sguardo, sulla sua capacità di modulare una tale varietà di espressioni di angoscia e di dolore che sfugge a qualsiasi catalogazione.
Ma la ricerca dell’incatalogabile è soprattutto al centro del video The song I love to. I membri di un cast improvvisato, per la maggior parte reclutato per strada, vengono ripresi mentre guardano in camera, immobili, per un minuto: ogni sequenza ha per colonna sonora la canzone d’amore preferita dall’occasionale attore. Sguardi alteri ed enigmatici fanno da contrappunto visivo a brani sorprendentemente dolciastri, mentre espressioni infantili e corrucciate si abbinano a melodie inaspettatamente profonde.
Il video, lunghissimo, accumula i ritratti di molteplici educazioni sentimentali che oscillano tra opposti registri emotivi, e fornisce un significato inedito a quella celebre e disarmante massima di Agostino d’Ippona che prescrive “ama e fa ciò che vuoiâ€.
Roberto Borghi
Sebastiano Mauri, nato a Milano nel 1972, ha compiuto i suoi studi prevalentemente all’estero diplomandosi alla Byam Shaw School of Arts di Londra e, successivamente, conseguendo un BFA in “film and tv†presso la New York University. Ha completato la sua formazione presso l’Arts Students League di New York.
Inaugurazione: 7 aprile 2005, ore 19.00
Galleria Rubin, Associazione News
via Bonvesin de la Riva, 5 - Milano