Merci & Contenitori per nuove modalita' di consumo. Due container: nel primo, la nuova collezione Restart, da un progetto di Maurizio Navone con alcune riflessioni sulle materie e sulle modalita' di distribuzione delle merci; nel secondo Kula, un'installazione di Alessandra Andrini, artista spesso impegnata in progetti di public art. A cura di neon, Bologna
Merci & Contenitori per nuove modalita' di consumo
Restart _ un progetto di Maurizio Navone
Kula _ un'installazione di Alessandra Andrini _ a cura di neon, Bologna
Restart, un progetto di Maurizio Navone, continua il dialogo con la qualità attraverso alcune riflessioni sulle materie e sulle modalità di distribuzione delle merci.
Per il Salone del Mobile 2005, dopo i kit dedicati alla luce, all'acqua, alla mobilità , la reinterpretazione del multiuso Olivetti Synthesis disegnato da Ettore Sottsass e la rivisitazione di una camicia Finollo, presentati nell'edizione 2004 del FuoriSalone, Navone sviluppa una nuova modalità di distribuzione delle merci:
Nomadic Shop
Due container:
- nel primo, la nuova collezione Restart
- il secondo è Kula, un'installazione di Alessandra Andrini - artista spesso impegnata in progetti di public art - a cura di neon, Bologna. Il tutto, in largo La Foppa, a Milano, per il FuoriSalone 2005.
Lo spazio in cui intervenire è dato dalle dimensioni standard di un container per il trasporto di merci, con tutte le implicazioni e i riferimenti che questo elemento suggerisce. Il container è parte integrante del lavoro: insieme contenitore, spazio espositivo, scatola-kit per la costruzione dell'opera e scatola di imballaggio, magazzino pronto per lo stoccaggio presso il deposito del collezionista o del museo o del negozio di mobili, il container potrà essere collocato in luoghi diversi, spazi pubblici o spazi privati, in un parcheggio, all'interno di un giardino o di un capannone industriale, dovunque la sua presenza risulterà plausibile, disturbante, interessanteŠLe condizioni sono evidenti: una scatola lunga 5898 mm larga 2350 mm alta 2390 mm, aperta su uno o ambedue i lati minori.
Maurizio Navone, designer e Alessandra Andrini, artista, sono i primi ad affrontare il tema.
Prima tappa a Milano, poi Venezia, Londra, New YorkŠa inseguire comunità di consumo attente a nuove modalità di distribuzione ed esposizione delle merci.
La nuova collezione Restart 2005
I legni
Un massello di noce nazionale, la necessità di ritrovare nella materia le tracce compositive all'interno delle quali riscoprire consuetudini primarie del vivere quotidiano (mangiare, scrivere, leggere). Una tavola che ospita tutto il necessario per una cena di qualità da single, un'altra all'interno della quale sono custoditi tutti gli strumenti per una scrittura segreta, una terza su cui appoggiare, per una più facile lettura, libri, spartiti o altro. Il tutto fissato attraverso un sistema di calamite alla libreria Polvara di Kartell, complemento dialogico della "naturale" qualità Restart.
I feltri
Appoggiato allo sgabello di Max Bill con una propria abbondanza, il feltro diventa cuscino e portariviste; legato a due o più sgabelli costituisce un elemento di continuità comunitaria; ritagliato a mo' di origami e cucito sui lati reinterpreta un classico capo di abbigliamento, il gilet, al quale conferisce rinnovate qualità stilistico/funzionali.
Kula _ un'installazione di Alessandra Andrini
Kula è il progetto che Alessandra Andrini ha sviluppato raccogliendo l'invito di neon>campobase. Il suo progetto apre un nuovo fronte nel dispiegarsi delle forme e dei modi di intervento in cui si articola l'attività di questo laboratorio, che ha base a Bologna e che vuole ricercare in un percorso condiviso un possibile update della forma-galleria. In questo caso le condizioni sono date dalle dimensioni standard di un container per il trasporto di merci, una scatola lunga 5898 mm larga 2350 mm alta 2390 mm, aperta su uno dei lati minori; e da tutte le implicazioni e i riferimenti che questo elemento suggerisce es. mobilità , agilità , nomadismo, circolazione dei prodotti e delle persone, standardizzazione, transitorietà ...
Il titolo allude alla circolazione rituale di oggetti simbolici delle isole Trobriand, arcipelago a nord est della Nuova Guinea. Termine intraducibile perché si muove al di là delle logiche che la nostra cultura mette a disposizione per definire le ragioni del fare, dell'offerta, del dono, dello scambio economico. E se il container, nel suo progetto ancora segreto cerca nell'immaginario un legame con il racconto di quei mitici viaggi, nel successivo disvelarsi dell'offerta, alludendo a un dipinto fiamingo del Quattrocento, pare voler portare un contributo di riflessione sulla natura dell'arte contemporanea.
Alessandra Andrini è un'artista spesso impegnata in progetti di public art. Qui -spazio privato in luogo pubblico- inserisce nel vuoto interno di acciaio del container due soli elementi, uno specchio convesso e un paio di zoccoli di legno: presenze in grado di evocare la costruzione prospettica della pittura fiamminga, di convogliare in questo volume chiuso lo scorrere chiassoso del mondo, di fermare per un attimo il movimento continuo di cui anche l'osservatore è parte, e insieme di attestare l'impossibilità di dare sostanza all'impermanenza delle immagini.
info Federica Cimatti: 02 67077082
Largo La Foppa