Istanbul 2004. La serie si avvale della tecnica fotografica messa a punto dall'artista, basata sul prolungamento dei tempi d'esposizione dell'immagine. I luoghi percorsi si confondono fra attimi passati e presenti in un unicum dai bordi sfumati. Il paesaggio diviene una scia luminosa e indefinita, astratta e irriconoscibile.
Istambul 2004
Formatosi presso il Bayerischen Staatslehranstalt für Photographie di Monaco, Michael Wesely (Monaco di Baviera, 1963) conduce dalla fine degli anni Ottanta un’originale indagine sul tempo come scorrimento e durata. Il mezzo fotografico, adoperato dall’autore in modo non convenzionale, diviene terreno di ardite sperimentazioni tecniche: dai Palazzi di Roma (1995), sottoposti a una sorprendente metamorfosi astrattiva, ai lavori che pongono in atto un’autentica “cattura del tempo†(H. J. Baumgart). E’ il caso della serie Museen (1993-1997) come del celebre ciclo di fotografie legato al cantiere di Postdamer Platz a Berlino (1997-1999), il cui esito particolarmente suggestivo - un insieme di tracce e trasparenti sovrapposizioni che testimoniano il procedere dei lavori rendendolo visivamente tangibile - si deve ai lunghissimi tempi d’esposizione, protrattisi per oltre due anni. Tra le numerose mostre cui l’artista ha preso parte, si segnala la recente personale Open Shutter, con la quale il MOMA di New York ha riaperto i battenti lo scorso autunno.
Per FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma, Michael Wesely riprende il filo di una ricerca sulle metropoli del contemporaneo, avviatasi al principio degli anni Novanta con le stazioni immortalate nel ciclo Reisezeit (1992) - Parigi, Praga e Amburgo - e proseguita nei lavori dedicati a Roma e New York, Berlino e Brasilia. La serie inedita Istanbul 2004 si avvale della speciale tecnica fotografica messa a punto dall’artista, basata sul prolungamento dei tempi d’esposizione dell’immagine. Ne consegue l’impossibilità di un razionale dominio dei luoghi percorsi, in virtù del confondersi di attimi passati e presenti in un unicum dai bordi sfumati e trascoloranti. Il paesaggio diviene allora una scia luminosa e indefinita, astratta e irriconoscibile. Le strade paiono fluttuare in spazi semivuoti e nebulosi, ove aleggiano come fantasmi presenze umane quasi impercettibili. Se peculiarità dell’apparecchio fotografico è sempre apparsa quella di fissare e incorniciare un fugace attimo di vita - ricorda John Berger il non casuale impiego della parola ‘scatto’ riferibile sia alle armi che alle fotografie - tale prerogativa si annulla, nell’uso che Wesely ne fa, grazie al succedersi e sovrapporsi di un tempo che non ha più soluzione di continuità .
Michael Wesely è nato a Monaco di Baviera nel 1963. Vive e lavora a Berlino.
Principali mostre personali:
1995 - Palazzi Di Roma, Galleria Primo Piano, Roma - New York 1995, Galerie Walter Storms, Monaco
1996 - Analytical work, Museum voor Fotografie, Antwerp
1997 - Statements, Art 28'97, Messe Basel - Spiaggia, Galleria Primo Piano, Roma
1998 - On Photography, Stefan Stux Gallery, New York
1999 - PHE99, Galeria Metta, Madrid
2000 - Potsdamer Platz, Berlin, Haus Huth, Berlino - American Landscape, Museum Schloss Moyland - Paesaggi Americani, Galleria Primo Piano, Roma
2001 - American Landscape, Galerie Fahnemann, Berlino
2003 - Iconografias Metropolitanas, Galerie Fahnemann, Berlin - Camera d'arte - ordine del giorno, Galica Arte Contemporanea, Milano - Kleiner Ausflug, Kunstverein Rosenheim
2004 - Expedition, Teatro Nacional, Brasilia, Brazil - East Germany, Galerie Fahnemann, Berlin - Open Shutter Project, The Museum of Modern Art, New York
Principali mostre collettive:
1994 - Züge Züge Die Eisenbahn in der zeitgenössischen Kunst, Städtische Galerie Göppingen und Villa Merkel Esslingen
1998 - Die Macht des Alters - Strategien der Meisterschaft, Kronprinzenpalais, Berlin, Kunstmuseum Bonn und Galerie der Stadt Stuttgart - Es grünt so grün..., Bonner Kunstverein, Bonn
1999 - Wohin kein Auge reicht, Deichtorhallen Hamburg
2000 - Modern Starts: Places, Museum of Modern Art, New York
2001 - 2115 km, Museo d’arte moderna, Mosca
2002 - Brasilia Ruina e Utopia, CCBB Brasilia - XXV Bienal Internacional de São Paulo - Die Kultur der Favela, Paco Imperial, Rio de Janeiro
2003 - Interrogare il luogo, STUDIO LA CITTÀ, Verona - 4. Bienale des Mercosul, Porto Alegre, Brasile
2004 - Colectiva, Galeria Baró Cruz, São Paul
A cura di Lucia Presilla
Inaugurazione: venerdì 15 aprile, dalle ore 19:00
Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande
via degli Ausoni 7 - Roma
Orario: lun-ven, 17:00-20:00