Termitage. Nelle sue opere l'artista utilizza il fuoco, la cenere, le penne senza inchiostro, i nodi e da alcuni anni, i libri oggetto: cospicua infatti e' la produzione di opere in forma di libro, dove le parole sono sopraffatte dalle sollecitazioni della materia.
Termitage
Giuseppe Pellegrino, nato nel 1960 a Genova, dove vive e lavora, di formazione soprattutto letteraria, ha orientato la propria ricerca anche verso gli aspetti visuali e concreti della scrittura. Estraneo alla tela ed ai colori, i suoi pigmenti principali sono stati il fuoco e la cenere. Altri strumenti, le penne senza inchiostro, per la loro maggiore capacità incisoria e i nodi. Ma il vero fulcro di interesse sono diventati, da alcuni anni, i libri oggetto: cospicua infatti è stata la produzione di opere in forma di libro dove le parole sono sopraffatte dalle sollecitazioni della materia: la carta non è più solamente un supporto, ed il segno linguistico, laddove affiora, sembra manipolato come un oggetto archeologico.
Ha iniziato la sua carriera espositiva nel 1999; nel 2000 la personale presso lo “Studio Gennai†di Pisa; sue opere verbovisive sono state pubblicate in: Chiusa Figura di Lucia Sollazzo (Ed. Anterem, 2000); Il rovello di Tycho Brahe di Marcello Gombos (Ed. Anterem, 2005); L’equivoco del punto di Gaetano Ciao (Ed. Via Erà kleia, 2005); ha partecipato a Quartetto d’ali - poesia per Fernando Andolcetti (Ed. Righe di Segni, 2001); nel 2001, anno dal quale collabora alla rivista «Ad Hoc», di Sergio Cena, la prima personale alla Galleria “Il Gabbianoâ€; nel 2004 alcuni suoi testi sono stati pubblicati nel N.11 di Risvolti (Ed. Riccardi). Un suo libro-opera è stato acquistato dalla Biblioteca Casanatese di Roma. Numerose le mostre collettive, in Italia e all’estero.
Studio Gennai
via dell'Occhi, 40 - Pisa