La mostra ripercorre in oltre 200 immagini, testi, documenti e manifesti le molteplici espressioni del lavoro femminile in Italia, dalla fine dell'Ottocento fino ai giorni nostri.
Il Pane e le Mimose
La mostra “IL PANE E LE MIMOSEâ€, organizzata dal Comitato Soci di Busto Arsizio, Cassano Magnago e Legnano di COOP Lombardia, ripercorre in oltre 200 immagini, testi, documenti e manifesti le molteplici espressioni del lavoro femminile in Italia, lungo un arco cronologico che si estende dalla fine dell’ Ottocento fino ai giorni nostri.
Oltre cento anni di storia segnati da profonde e significative trasformazioni per le attività delle donne.
Nella seconda metà dell’Ottocento il lavoro delle donne, fino ad allora confinato entro la sfera domestica, tende ad emergere e ad essere visibile anche all’esterno. Tra Otto e Novecento, antichi e nuovi sistemi concettuali tendono a modificare il rapporto tra le donne e il lavoro.
Tuttavia, la figura della donna lavoratrice si afferma con difficoltà : il modello dominante è ancora quello che destina la donna al governo della casa e all’allevamento dei figli. Anche nel lavoro dei campi, i compiti familiari e di cura non risultano scissi né fisicamente, né nell’organizzazione quotidiana del tempo.
La mostra ricupera un mondo dimenticato, quel mondo agricolo arcaico che in Italia è continuato anche dopo la metà del secolo; ma tiene conto anche delle prime forme di ingresso della donna nell’industria, avvenuto spesso in modo brutale, e accompagnato da un massiccio esodo rurale, che ha trasformato i quartieri operai in tuguri insalubri.
Fino a quando le lavoratrici, specie a partire dalla Grande Guerra, cominciano a sostituire su larga scala la manodopera maschile, mostrando di tenere in piedi buona parte dell’apparato produttivo mentre gli uomini sono al fronte.
Nel percorso delle donne nel mondo del lavoro, caratterizzato da momenti di arresto, di riflusso e anche da gloriose impennate, il ventennio fascista rappresenta un periodo di forte involuzione: l’ideologia imperante assegnava alla donna il ruolo esclusivo di sposa, di madre esemplare e di donna prolifica.
E, via via lungo il secolo, la mostra considera le figure delle ausiliarie fasciste, delle partigiane o, più semplicemente, delle donne comuni impegnate nella lotta quotidiana per la sopravvivenza, nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Dall’Italia che risorge dalle macerie del conflitto bellico, dopo gli storici eventi rappresentati dall’avvento della Repubblica, dal suffragio universale e dalla Costituzione, il cammino delle donne prosegue con non minori asprezze per la conquista e la difesa della parità salariale.
Negli anni Sessanta i progressi della tecnologia favoriscono l’affrancamento dagli obblighi domestici e negli anni Settanta ecco le donne mature per una trasformazione delle coscienze che permette di raccogliere sul piano legislativo, e non solo, i frutti di tante lotte precedenti. Una nuova coscienza di genere mette in discussione assetti di potere atavici e prefigura nuovi scenari anche per l’occupazione femminile.
Nell’ultimo scorcio di secolo si delineano con maggiore consapevolezza fenomeni quali quelli della «doppia presenza» e del «soffitto di cristallo», quell’invisibile barriera che impedisce alle donne di accedere a posizioni professionali più elevate.
Oltre al mondo agricolo e industriale la mostra non trascura il settore dei servizi, e quello dell’assistenza e delle attività legate all’istruzione, dove le donne sviluppano un ruolo privilegiato.
E così pure la presenza delle donne nei lavori atipici, cioè a tempo parziale o con contratto temporaneo, comune a tutti i paesi europei nell’ultimo decennio.
Pur seguendo il filo del tempo, nella mostra sono sempre presenti alcuni temi fondamentali: l’accesso e il mantenimento del posto di lavoro; la tutela del lavoro e la pari retribuzione a parità di lavoro; l’accesso all’istruzione e le pari opportunità di carriera.
Il tutto sottolineato dalle leggi nazionali che, via via, hanno frenato, favorito o comunque accompagnato questo percorso.
Altre due sezioni della mostra sono dedicate alla cooperazione femminile e ad una galleria di figure femminili significative nel mondo del lavoro e, più in generale, dell’emancipazione femminile: perché le donne famose, non appena scompaiono, sono penalizzate da un’abitudine alla dimenticanza e sono appena ricordate nei libri di storia e di letteratura.
Il Novecento non è stato «il secolo delle donne», nel senso di avere realizzato la piena parità fra i sessi. Lo è stato invece perché nel XX secolo le donne hanno acquistato visibilità come soggetto sociale e perché hanno maturato una diversa concezione di sé.
Mentre affrontiamo il nuovo millennio con questo carico di conquiste e di nuove difficoltà , di fatiche e di speranze, COOP Lombardia e le donne che hanno lavorato alla mostra si augurano di suscitare riflessioni e di stimolare un impegno collettivo perché il nuovo secolo appena cominciato possa diventare, quanto meno «anche» il nostro secolo.
La mostra «IL PANE E LE MIMOSE – Donne e lavoro fra l’Ottocento e il nuovo millennio»», nata da un’idea di un piccolo gruppo di donne del Comitato Soci di Busto Arsizio, Cassano Magnago e Legnano è stata realizzata attraverso un lungo lavoro di letture, ricerche testuali e iconografiche, consultazione di archivi, relazioni con persone ed enti competenti, a cui va il ringraziamento delle ricercatrici e di COOP Lombardia.
La mostra, che gode del patrocinio del Comune di Busto Arsizio, è allestita presso la Sala delle Mostre Temporanee del Museo del Tessile, via Volta 6/8, Busto Arsizio dal 26 febbraio al 13 marzo 2005, dal martedì alla domenica, con orario dalle 16.00 alle 19.00.
Per la Giornata Internazionale della donna, 8 marzo 2005, alla mostra sono affiancate iniziative collaterali: tre conferenze tenute da esperti del mondo del lavoro e della storia dell’universo femminile, un film e un cabaret sempre su temi attinenti il lavoro dal punto di vista delle donne.
Museo del Tessile
via Volta 6/8 - Busto Arsizio