Fabio Paris Art Gallery
Brescia
via Alessandro Monti, 13
030 3756139 FAX 030 2907539
WEB
Yumi Karasumaru
dal 13/5/2005 al 30/6/2005
030 3756139 FAX 030 2907539
WEB
Segnalato da

Fabio Paris



approfondimenti

Yumi Karasumaru



 
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13/5/2005

Yumi Karasumaru

Fabio Paris Art Gallery, Brescia

Tokyo Agers. La mostra presenta 8 opere recenti dedicate al tema delle teen-agers di Tokyo ritratte con la giocosita' dei colori che ricordano una metropoli sfavillante di emozioni. L'artista avvicina le adolescenti per le strade, le fotografa e le dipinge partendo da queste immagini simulando la piattezza delle immagini computerizzate ma anche la trama di un ricamo


comunicato stampa

Tokyo Agers

La personale di Yumi Karasumaru (Osaka, Giappone) presenterà 8 opere recenti dedicate al tema delle teen-agers di Tokyo di oggi, ritratte con la giocosità; dei colori che ricordano una metropoli sfavillante di emozioni. Yumi ci propone un Giappone nuovo e insospettabile teso fra il radicamento delle tradizioni millenarie e l'inimmaginabile sviluppo tecnologico.

La brochure che accompagna la mostra contiene un saggio critico di Roberto Pinto (critico d'arte) ed uno di Takuo Komatsuzaki (chief curator of Hiroshima City Museum of Contemporary Art).

Uno degli elementi caratterizzanti la produzione artistica di Yumi Karasumaru è la costante relazione con le sue origini, con il suo Paese, il Giappone. Ricordi, memorie, drammi personali e collettivi, riti e abitudini, entrano in modi differenti nei suoi quadri e nelle sue performance. La distanza che ha frapposto tra lei e il suo luogo natale è un antidoto sufficiente contro gli errori di una visione che rischierebbe di essere troppo appassionata e dunque incapace di leggere il proprio presente. è una misura che le garantisce lo spazio sufficiente per distaccarsi dalla contingenza della vita quotidiana, ma che le permette ugualmente di riappropriarsi, con uno sguardo diretto e interessato, delle proprie radici e di mettere a nudo se stessa.

Dal '95 ha cominciato a dipingere una serie di quadri su Hiroshima e Nagasaki, a 50 anni da quell'episodio tremendo, forse troppo lontano dalla nostra Europa per riuscire a farci ancora riflettere con la sufficiente profondità; sul suo significato e sul dramma che ne è conseguito, ma ancora così vivo in Giappone.

A quelle immagini, nel corso del tempo, si sono alternati ritratti di gruppi famigliari e di teenager (che sono anche il soggetto di questa mostra). Anche in questa nuova tappa del suo cammino artistico, Yumi Karasumaru, ci mostra come la Storia del suo Paese si intreccia con le singolari storie delle persone che lo abitano, fatti reali quanto i grandi avvenimenti che riempiono le pagine dei libri e dei quotidiani. I suoi lavori sono, quindi, l'analisi di una società; che ha subito la modernizzazione e l'occidentalizzazione dei costumi in modo apparentemente morbido, ma che al suo interno ha forse subito traumi più; profondi di quanto possa sembrare in apparenza.

Probabilmente attraverso i ragazzi che abitano questi quadri possiamo vedere cosa è cambiato in questo Paese (e aggiungerei non soltanto in Giappone) solo negli ultimi anni e come agli occhi di una persona di una differente età;, quel mondo si sia popolato di simboli, valori, rituali che fanno apparire questi giovani quasi come delle figure aliene.

Possiamo usare anche l'analisi della realizzazione dei quadri come una chiave ulteriore di lettura dei lavori di Yumi Karasumaru: i quadri partono da immagini fotografiche che l'artista stessa ha raccolto in Giappone, frutto di incontri casuali in cui sempre ha chiesto il permesso di scattare quelle foto.

La breve relazione instaurata dall'artista ci permette di guardare in volto questi ragazzi, ci consente di coglierne lo sguardo.

La tecnica stessa è una raffinata soluzione di stesura di colore (ottenuto da miscele che lei stessa prepara per trovare la giusta tonalità;) che simula la piattezza delle immagini computerizzate e, allo stesso tempo, la trama di un ricamo, in cui Yumi Karasumaru cerca nuovamente un continuo punto di bilanciamento tra slancio emotivo e distacco.

Ultimamente le zone di bianco si sono allargate rendendo il quadro più; essenzialesenza però; perdere di vista la ricerca della giusta distanza tra memoria e quotidianità;, tra profonda partecipazione e sguardo indagatore, tra se stessa e gli altri.
Roberto Pinto

Il significato nascosto: L'essenza della pittura di Karasumaru

Le studentesse delle scuole superiori giapponesi, le teenager insomma, sono state di tanto in tanto soggetto ideale d'ispirazione per gli artisti. Per esempio, l'artista australiana Patricia Piccinini che recentemente ha ricevuto molta attenzione all'ultima edizione della Biennale di Venezia, ha realizzato un lavoro in cui un piccolo oggetto a forma di carrello è stato installato di fronte a uno schermo su cui apparivano dialoghi e immagini di studentesse delle scuole superiori intervistate in Giappone. Sullo schermo, le studentesse fermate per le strade di Shibuya, uno dei luoghi preferiti dove farsi vedere delle teenager di Tokyo; vestite con le tipiche divise scolastiche e truccate in modo da farsi notare, parlano allegramente e in modo spensierato secondo il copione previsto. Il loro modo di apparire trasmette un'impressione di estrema freschezza ed energia, piuttosto differente da quella dei dipendenti; giapponesi esausti (gli impiegati) nei loro abiti grigi.

Eppure il trucco delle ragazze non è certamente bello secondo i canoni normali e lo stile del loro abbigliamento; le orribili minigonne e i calzettoni bianchi che cadono ; non possono certo essere considerati di buon gusto. E il loro modo di apparire; che può; essere descritto in termini positivi per l'aspetto di buona salute ed in termini negativi per la figura a forma di tronco e le gambe grasse sfortunatamente non sembra essere in linea con i canoni estetici dell'arte.

Tuttavia, emana un senso di potere ; un potere strano e anticonformista nel modo insolente di queste ragazze di stare sedute insieme a chiacchierare per strada, come se non esistesse nulla al mondo che potesse in alcun modo minacciarle. E' questa strana gaiezza che sembra attrarre gli artisti.

Per questo stesso motivo anche Karasumaru sembra sia stata affascinata dai modi di queste ragazze. Nei suoi recenti lavori ha realizzato ritratti di ragazze delle scuole superiori utilizzando una sua personalissima tecnica pittorica. La scelta artistica di Karasumaru di scegliere come soggetto queste adolescenti non è stata però; dettata dal desiderio di rappresentare la tipica cultura urbana giapponese, nemmeno come oggetto di curiosità;. Lo si capisce immediatamente guardando i suoi lavori precedenti.

Le immagini che spesso appaiono nei dipinti di Karasumaru sia nell'uso di foto di album di famiglia, sia nelle sue performance, non si ispirano a temi che riflettono la cultura del passato o le condizioni di un particolare periodo storico. Sono, invece, la forma o i pezzi di emozioni legate a frammenti di memoria e ad eventi personali. Un mondo di emozioni sensoriali che qui, in verità;, è nascosto un mondo che si fonda su una teoria completamente differente dalle apparentemente identiche ed elementari visioni pittoriche di puro interesse tecnico. E dunque, non si dovrebbe guardare al lavoro di Karasumaru semplicemente come a una tecnica pittorica.

Possiamo presumere da questa qualità; sensoriale del lavoro di Karasumaru che la scelta delle adolescenti non sia la mera rappresentazione di una tendenza culturale. Infatti, una realtà; dura una insostenibile lacerazione si cela dietro l'aspetto spensierato delle ragazze. Gli esami di ammissione alla scuola, la ricerca di un lavoro il mondo reale è discriminante e la gerarchia delle scuole superiori permane nel corso delle loro vite, diventando un'etichetta di selezione in tutti i loro percorsi. Queste etichette che sembrano determinare per la maggior parte la loro vita sono assolutamente critiche per loro.

Suicidi e assassinii il mondo reale è pieno di seduzioni demoniache e forse è inevitabile che le nostre anime piangano pietosamente cercando una via di fuga e ci conducano a commettere atti disumani. Ecco perché le teenager ridono spensieratamente, mostrando allegramente i loro segnali di pace. Un tale mondo invisibile sembra essere nascosto sotto lo sfondo vuoto, bianco e lontano (rimosso) dei dipinti di Karasumaru.

Karasumaru avvicina le adolescenti per le strade, le fotografa lei stessa e dipinge partendo da queste immagini fotografiche. Nell'intervistare queste ragazze le emozioni dell'artista stessa si muovono, consciamente o meno, entrando inevitabilmente nei soggetti selezionati sensorialmente (cioè le ragazze). L'artista non rivela però; le sue emozioni apertamente, come nello stile espressionista per esempio, ma, al contrario, le rappresenta con perseveranza attraverso un metodo molto stoico un metodo che può; essere definito estremamente giapponese.

Inizia a dipingere tracciando in modo molto accurato i contorni dei colori delle immagini fotografiche proiettate sulla tela con un proiettore un lavoro di perseveranza. Mantenendo gli elementi sensoriali al minimo, traccia le linee così come sono. Queste linee vengono poi riempite con il colore. A questo punto i colori non vengono selezionati in modo logico. Invece di usare strumenti digitali come il computer, viene utilizzato un metodo manuale analogo e i colori vengono scelti intuitivamente. Quando alla fine queste aree colorate appaiono, i sensi dell'artista imbevuti di pazienza vengono parzialmente rilasciati nel tentativo di lasciarli muovere istintivamente sulla tela.

Tuttavia nella modalità; pittorica di Karasumaru può; risultare difficile rilevare con facilità; le percezioni sensoriali espresse dall'artista sulla tela. I colori pallidi e controllati che ricordano forme ed espressioni solarizzate non rivelano il forte coinvolgimento emotivo dell'artista. Così dobbiamo guardare con attenzione ai sensi nascosti sotto la superficie in perfetto ordine della tela.

Il punto dei lavori pittorici di Karasumaru non è decisamente la tecnica e nemmeno la bellezza dei colori sulla tela. Questi elementi rassomigliano di più; al senso istintivo del fiuto che si risveglia nell'artista quando sceglie di ritrarre le emozioni dei sentimenti, i soggetti (personaggi) e i colori.

Chi osserva le opere di Karasumaru dovrebbe fissare gli occhi sull'essenza dei suoi dipinti proprio come quando si legge il viso infantile delle sue teenager sotto il trucco pesante e la loro angoscia profonda travisata dalle risa spensierate.

Takuo Komatsuzaki
Capo Curatore Hiroshima City Museum of Contemporary of Art

fabioparisartgallery
via Alessandro Monti 13 - Brescia

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