Landscapes. La mostra si sviluppa lungo un percorso che parte dallo spazio SC02 con l'esposizione di tre grandi lavori fotografici, per concludersi presso la Galleria Sisters con una serie di polaroid. Il trait d'union tra i due spazi limitrofi sara' costituito da un'installazione site-specific in Piazza de' Ricci.
Landscapes
Festival Internazionale di Roma 2005
La mostra dell’artista, romano di adozione, si sviluppa lungo un percorso
che parte dallo spazio SC02 con l’esposizione di tre grandi lavori
fotografici dell’artista (fotografie cm 180x120) per concludersi presso la
Galleria SISTERS con la serie di polaroid sempre parte del progetto
Landscapes. Il trait d’union tra i due spazi limitrofi sarà costituito
dall’installazione site-specific che Pietroniro ha progettato ad hoc per
Piazza de’ Ricci.
Da una lettura a ritroso lungo la stratificazione dei materiali, attraverso
le falde delle aggiunte e i vuoti delle fenditure, ciò che emerge dalle
opere di Pietroniro è un ritratto, piuttosto che una rappresentazione
paesaggistica di un luogo o di uno spazio. Una raffigurazione che ricerca e
registra l’accidente, raccoglie il frutto della combinazione degli eventi,
codifica l’intervento umano e l’impronta del tempo, permettendo di
individuare non tanto l’origine o la causa determinante di uno stato attuale
delle cose, quanto gli effetti determinati dall’incontro tra due diverse
realtà . Sulle sue immagini fotografiche, tali fenomeni finiscono
inevitabilmente per tradursi in una trama di segni eloquenti dai quali è
possibile ricostruire un racconto personale ed intimo, di un uomo, della sua
storia, del suo passaggio dal suo luogo di origine a quello acquisito come
nuova terra, mettendo sotto una luce nitida e spietata i risvolti effettivi
dell’equilibrio tra domanda ed offerta.
Le immagini di Pietroniro sono scattate per lo più in Molise e in Puglia,
due territori del versante orientale italiano in cui due diversi fenomeni
(il terremoto nel primo, l’immigrazione nel secondo) hanno generato un
mutamento simile del paesaggio, come conseguenza della perdita di due dei
principali punti di riferimento (l’abitazione, la patria).
Giuseppe Pietroniro raccoglie e cataloga i residui precari del passaggio da
una situazione all’altra, da una terra all’altra, operando una sorta di
indagine storiografica di luoghi e fenomeni che testimoniano in pieno i
tentativi di adattamento a nuove realtà che, spesso, si rivelano più
deludenti di quelle abbandonate.
La volontà dell’individuo di ricostruire altrove la propria vita, a volte
dal nulla, sul nulla, ma nel modo più dignitoso possibile, si riflette
allora negli scatti fotografici di Pietroniro (come anche nelle
installazioni ambientali) in modo prepotente. Ciò che immediatamente si
avverte è il valore atavico e comune a tutti gli uomini: il radicamento. O,
almeno la vitale necessità di riconquistare il senso di appartenenza ad un
luogo.
L’artista tramanda allo spettatore, attraverso i toni freddi ma intimistici
di una cronaca, un racconto costruito in base agli appunti e alle
annotazioni che i luoghi stessi gli consegnano.
Sia che si tratti di ricoveri provvisori di immigrati, di autoctoni o di
stranieri, le baracche (fotografate o ricostruite in dimensioni naturali
dall’artista) assumono nel suo lavoro il valore di nucleo abitativo,
stabile, e comunque conforme all’idea, magari utopica, di casa.
Ecco allora che il luogo può essere un luogo qualsiasi, poiché il fattore
scelta può, anzi deve, a questo punto assumere altri parametri.
Automaticamente anche il paese, la nazione, l’orientamento geografico
possono indistintamente trovarsi al di qua o al di là dell’astratta
divisione territoriale terrestre. Il billboard che l’artista a volte innalza
accanto alle casupole ed ospita una porzione di cielo, sta a ricordare
proprio questa visione globale del territorio e, insieme, simboleggia
l’utopia di sconfinamento che, comunque, sopravvive nell’uomo come idea di
salvezza.
L’incursione ravvicinata dell’obiettivo dell’artista a svelare l’intimitÃ
dei microcosmi approntati provvisoriamente, da un lato intende far luce
sull’accuratezza costruttiva e tradisce il timore dell’eventualità che essi
possano divenire definitivi, dall’altro, soddisfa quella istintiva e comune
inclinazione al voyeurismo, comune un po’ a tutti e da tutti spesso repressa
e taciuta.
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Giuseppe Pietroniro
Nato a Toronto, Canada nel 1968. Vive e lavora a Roma.
Principali mostre personali: Welcome (2001 - Galleria Eventi, Roma),
Giuseppe Pietroniro in.... (2000 – intervento in casa di Ludovico Pratesi)
Principali mostre collettive: Roomates/Coinquilini (2004 – Roma, Minofamily
B&B); Storytelling – Fuoriuso (2004 – Pescara), Anrufung des grossen
Bären/Invocazione all’Orsa Maggiore (2004- Roma, Istituto Austriaco di
Cultura), Retentiva (2004 - Padiglione Italia, Venezia), 3D (2003 - Galleria
Pack, Milano), Doppiavu’ (2002 - Palazzo delle Papesse, Siena), Exit (2002-
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino), Prototipi.01 (2002 - Fond.
Adriano Olivetti, Roma), Oltre Bernini (2000 - 7 Artisti per l’Arte
Contemp., Istituto G. L. Bernini, Roma), Materiamorfosi (2000- Galleria
Comunale d’Arte moderna e contemporanea, Roma), Crossover (1998 - Kunstraum
alter Wichrebahnhof, Freiburg), La Ville, Le Giardin, La Memoire (1998 -
progetti per Villa Medici, Roma), XII Quadriennale D’Arte Roma/I giochi del
senso e/o non senso (1996 - Palazzo delle Esposizioni, Roma)
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A cura di Emanuela Nobile Mino
Immagine: Giuseppe Pietroniro, Billboard, 2004 stampa lambda, cm 180x120
Inaugurazione: Martedì 24 maggio 2005 ore 18
Sedi:
SC02 - PIAZZA DE’ RICCI 127
tel. +39 06 68806377
info@sc02.it
http://www.sc02.it
orari: lun/sab. 15,30-19,30. La mattina su appuntamento.
Galleria SISTERS - VIA DEI BANCHI VECCHI 143
tel. +39 06 6878497
info@sistersinart.it
orari: tutti i giorni 10-13/16-20. Lunedì 16-20. Domenica chiuso.
Piazza de’ Ricci - installazione site-specific