Gianfranco Baruchello
Emilio Fantin
Cesare Viel
Massimo Vitali
Hans Michael Hohenegger
Carla Subrizi
Stefano Velotti
Tavola rotonda organizzata dal Centro Internazionale Studi per l'Immagine. Il titolo si riferisce a quanto dell'immagine puo' essere individuato come resto, perdita, residuo: ovvero la considerazione di un processo attraverso il quale l'immagine diviene, si trasforma, perde o acquisisce continuamente qualcosa.
Tavola rotonda organizzata dal Centro Internazionale Studi per l'Immagine
Gianfranco Baruchello, Emilio Fantin, Hans Michael Hohenegger, Carla Subrizi, Stefano Velotti, Cesare Viel, Massimo Vitali
Con questo incontro il Centro Internazionale Studi per l’Immagine, nato nel 1998 all’interno del progetto complessivo della Fondazione Baruchello, dà inizio ad una serie di nuovi appuntamenti per considerare la questione dell’immagine da un punto di vista particolare.
Dal pensiero dell’immagine, alla visibilità che le immagini assumono o, meglio, ai modi di vedere e comprendere, si disegna uno spazio (distanza, scarto, residuo, perdita?) che questo incontro vuole esplorare. Il titolo Il residuo dell’immagine si riferisce a quanto dell’immagine può essere individuato come resto, perdita, residuo: ovvero la considerazione di un processo attraverso il quale l’immagine diviene, si trasforma, perde o acquisisce continuamente qualcosa. In quale rapporto sono il pensiero dell’immagine, l’azione che ne deriva, l’immagine o figura che prende forma nell’arte? Che immagini sono una fotografia, un sogno, un’azione, un disegno? L’immagine è essa stessa residuo? Di che cosa? O è l’immagine a dar luogo ad un residuo: di senso, di memoria, di immaginazione, di pensiero? Quale rapporto tra residuo di immagine e lo spazio come campo di forze? Cosa succede in questi passaggi? In che rapporto, inoltre, l’immagine ha a che fare con il corpo, la fisicità , il desiderio, con quanto è essenzialmente sensibile e legato alla sfera degli affetti e della relazione sociale? La plasticità dell’immagine mette in atto misure e atti del pensiero che sono differenti dalla linearità posta da altri linguaggi. L’ “effetto del reale†(R. Barthes), l’ambivalenza, l’ambiguità generano scarti nel pensiero e nella visione.
Proprio nell’epoca nella quale l’immagine ha visto proliferare modi di presentazione e significati ad essa connessi, in cui il visibile ha assunto proporzioni estese a qualsiasi settore e aspetto della vita, la necessità è quella di riconsiderare l’immagine secondo una prospettiva più ampia per il linguaggio particolare che mette in atto, che ne definisce la differenza rispetto ad altri sistemi linguistici e di significazione. La necessità di pensare l’immagine e di comprendere la specificità di questo linguaggio è anche acquisizione di una capacità critica nei confronti di quanto, continuamente proposto come immagine, in realtà riduce alla superficialità la complessità del senso che l’immagine mette in atto.
L’incontro del 27 maggio, tra gli artisti Emilio Fantin, Cesare Viel e Massimo Vitali, gli studiosi di estetica e filosofia Hans Michael Hohenegger e Stefano Velotti, insieme a Gianfranco Baruchello e Carla Subrizi si propone come una giornata di approfondimento a partire da esperienze e ricerche diverse. Con questa modalità , l’incontro intorno ad un tema di artisti e teorici, studiosi d’arte ma anche di altre discipline scelti per l’originalità e la diversità dei loro approcci, si avvia una serie di giornate di studio la cui programmazione terminerà con la fine del 2005.
Un libro (per le edizioni DeriveApprodi), a conclusione degli incontri, costituirà il punto di convergenza di prospettive e ipotesi considerate.
Questo progetto del Centro Internazionale Studi per l’Immagine si realizza con il sostegno della Regione Lazio.
Fondazione Baruchello
Via di Santa Cornelia 695 - Roma