L'Italia e' una repubblica democratica fondata sul lavoro, opera video che da' il titolo alla mostra. 'In una scala immaginaria fatta di passaggi e sfumature di senso tra una realta' oggettiva e una fictional, i lavori dell'artista si collocano idealmente nel mezzo. Storie vere o meglio verosimili sono costruite riprendendo ambienti e persone reali, senza il ricorso a stratagemmi o a effetti speciali.' Angela Serino
Questo film pone in relazione dei luoghi con delle persone scelte che si impegnano a modificarli con un intervento lavorativo, utopico e non funzionale. L'estetica scelta è quella del documentario sociale, basato sul lavoro come condizione necessaria e manuale affidata alle tre attività primarie, coltivazione, pesca e costruzione. Nello strutturarsi però il lavoro perde di senso e di funzionalità trasformandosi in una procedura paradossale ed estetica.
In una scala immaginaria fatta di passaggi e sfumature di senso tra una realtà oggettiva e una "fictional", i lavori di Rossella Biscotti si collocano idealmente nel mezzo. Storie vere o meglio verosimili sono costruite riprendendo ambienti e persone reali, senza il ricorso a stratagemmi o a effetti speciali. Solo una particolare messa in scena, l'organizzazione degli elementi concreti e delle inquadrature ci rivelano la soggettività dello sguardo e la sua intenzionalità . È quanto accade ne "L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro", opera video che dà il titolo alla mostra. Qui una camera fissa riprende l'azione di alcuni personaggi - giovani e anziani - collocati in tre set diversi: il porto sul mare, una collina piena di erbacce, un piazzale di cemento. Non ci viene svelata l'identità dei protagonisti, nè quella del luogo. Solo una serie di dettagli, quali il modo di vestire, l'accento del parlato, l'ambiente in cui si muovono, ci forniscono delle informazioni implicite sul contesto. Le azioni a cui assistiamo - ovvero la progressiva costruzione di una casa, la trasformazione di una barca e la pulitura della collina convertita in set da festa - rivelano nella loro apparente oggettività una particolare visione del lavoro e della sua capacità di forza utopica in grado di trasformare la società .
Questa riflessione viene costruita attraverso una serie di operazioni di "traslazione": dal piano storico (il primo articolo della Costituzione scritto nel 1948) a un livello individuale (la compresenza di due generazioni di interpreti), ad un livello sociale. E, contemporaneamente, attraverso una traslazione da un piano concreto a uno simbolico. Così nell'"Inaugurazione dell'Impero" la pietra coperta di champagne che richiama la prima pietra per la costruzione dell' 'impero' d'Africa di epoca fascista, riporta il senso dell'architettura come mezzo principe attraverso cui prendono forma nuove utopie e nuovi ordini sociali.
La tradizione cinematografica italiana degli anni '50 - Rossellini in particolare - fornisce la grammatica e la "ragione" del vedere. Da un lato attualità della storia, interpreti non professionisti, "reportage ricostruiti" (A. Bazin); dall'altro scelta del tema, carica sociale e ideale, "di responsabilità " etica. Ma non è solo questo.
Rossella non si limita, infatti, a registrare le "stonature" tra idealità e realtà , ma risponde innescando lei stessa dei cambiamenti, un processo di azione e reazione rispetto al contesto in cui opera e alle persone che lo abitano, di cui lei è fulcro e origine. Assecondando quest'approccio alla realtà così specifico, Rossella infatti mette in condizione i protagonisti, scelti tra la gente del posto, a reagire a modo proprio alla realtà lavorativa tradizionale che li circonda e a "rimettere" mano ai mestieri dei loro padri. Riprende poi le loro azioni dando corpo e valore al non-funzionale, alla loro progettualità occasionale e transitoria, e così facendo, legittima gli sforzi dei giovani protagonisti, che appaiono portatori di un nuovo pensiero che prende forma attraverso architetture solo apparentemente assurde e prive di senso.
La sua è una strategia per la riaffermazione del valore dell'utopia, espressione di una fiducia personale (più che speranza) nella possibilità di cambiamento e miglioramento.
Il risultato però, qui come nelle altre sue opere, non è mai dato a priori. Questa sua attitudine richiede infatti per realizzarsi la disponibilità e la "reattività " di altre persone. Non attori che recitano una parte, ma individui che accolgono l'invito a "ri-giocare" e a vivere a modo proprio un canovaccio.
Questa apertura intrinseca alla modalità stessa del lavoro dimostra lo scarto rispetto alla tradizione neorealista e ne alleggerisce sicuramente il “tributo".
Il tempo è una chiave fondamentale di tutto questo processo. Il tempo "storico", a cui fa riferimento, e in particolare il tempo della "tessitura" dei rapporti e delle relazioni con i protagonisti di cui il video rappresenta la formalizzazione e il punto d'arrivo.
Angela Serino
Immagine: L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, DVD 10', 2004.
Opening June 18, 3-7 PM
Galerie Paolo Boselli
Rue Des Eperonniers 59
B-1000 Brussels