Raggio Verde
Lecce
via Federico D'Aragona, 4
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Maria Panico Saraceno
dal 25/6/2005 al 25/7/2005
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approfondimenti

Maria Panico Saraceno



 
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25/6/2005

Maria Panico Saraceno

Raggio Verde, Lecce

Fili imbrogliati. L'essenza industriale dell'alta moda si ricongiunge all'uso di filo metallico per costruire lunghe forme organiche e all'uso ironico del bronzo, diventando critica nei confronti della bellezza e della seduzione. Poesie di Carmelo Antonio Saraceno.


comunicato stampa

Fili imbrogliati. Personale con le poesie di Carmelo Antonio Saraceno

E’ difficile, senza un’ampia analisi da parte del consumatore, percepire come i molteplici interessi capitalisti funzionano in tandem, in una specie di trinita’: marketing, l’industria bancaria, e l’industria distribuitiva. Queste tre specializzazioni funzionano perfettamente insieme in un comune intrappolamento dei consumatori in un peccato di spreco, e nella commercializzazione dell’antica arte della fibra. L’essenza industriale dell’alta moda si rivela in questa mostra nel congiungersi dell’uso di filo metallico per costruire lunghe forme organiche e dell’uso ironico del bronzo, un componente permanente, per una critica della cieca devozione all’arte della fibra e del vestiario, di natura un’arte cangiante. Il vuoto delle statuette e delle forme uterine, come l’associazione delle figure umane insieme a quelle animali/vegetali in combinazioni sorprendenti, permettono allo spettatore una certa interpretazione del consumerismo dell’alta moda, cioe’ un’artificialita’, una costruzione umana innaturale, che, a lungo termine, dev’essere insostenibile. Allo stesso tempo, la mostra diventa un’autocritica e una sottomissione quasi religiosa a una possible interpretazione della bellezza e della seduzione umana.

Biografia

Maria, nata in Italia, ha vissuto la maggior parte della sua vita negli Stati Uniti. Le sue prime sculture parlavano delle difficolta’ associate con l’esperienza di marginalizzazione culturale. In seguito la sua attenzione artistica si e’ rivolta verso la critica del “seguire la moda”, attraverso una serie di bronzi (“Cervelli di gallina”) ed una serie di abiti in metallo di misura umana. Di recente l’espressione di nostalgia per la madrepatria nonche’ la madre si rivela in un’edizione di uteri in acciaio con un fiore o un frutto attaccati alla corda ombelicale. Ultimamente l’opera di Maria e’ divenuta piu’ concettuale, abbandonando la scultura come oggetto, l’artista si e’ dedicata allo sviluppo di un’idea attraverso la sua azione in un sito pubblico. Per un periodo di quattro mesi Maria si e’ appropriata di un’angolo di strada molto visibile, ma frequentato solo da traffico automobilistico e lo ha trasformato in un punto di incontro per i residenti del suo quartiere, servendo da mangiare a chiunque era interessato. Il tutto e’ stato documentato con fotografie e video. Durante l’attivita’ svolta sull’angolo i partecipanti sono stati anche invitati a coprire una tovaglia completamente di perle. Ogni per la simbolizza ciascun membro della comunita’ e l’artista serve da catalizzatore nell’unificare il lavoro collettivo. La tovaglia come oggetto e’ il residuo e testimonianza tattile degl’incontri avvenuti sull’angolo pubblico.

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