William Paxton's Cluster. Il bookshop in vetro e cemento che ospita 'Palestra' viene considerato dall'artista come una sorta di serra sui generis che accoglie una composizione ramificata che cresce sino alle pareti; all'esterno, in corrispondenza dei bracci, sono collocate strutture irregolari in alluminio, simulacri di ipotetici frutti. L'installazione gioca sul concetto di interno/esterno, dentro/fuori e sulla labilita' dei confini che l'uomo crea.
William Paxton's Cluster
Palestra
Il bookshop in vetro e cemento che ospita Palestra viene considerato
dall'artista come una sorta di serra sui generis che accoglie una
composizione ramificata che cresce sino alle pareti; all'esterno, in
corrispondenza dei bracci, sono collocate strutture irregolari in
alluminio, simulacri di ipotetici frutti. L'idea di serra, di un
ambiente chiuso che contiene ed al contempo apre all'esterno, è
suggerita dalla geometria dello spazio espositivo ma è anche giÃ
insita nel titolo scelto che evoca - rimandando provocatoriamente a
Paxton, Joseph in quel caso - il famoso Crystal Palace destinato ad
ospitare la Great Exibition del 1851.
L'installazione gioca sul concetto di interno/esterno, dentro/fuori e
sulla labilità dei confini che l'uomo crea. La meticolosa costruzione
delle sculture di Trevisani si fonda su regole ferree che l'artista
stesso elabora in modo radicalmente decentrato rispetto all'io. Nel
caso di William Paxton's Cluster l'artista prende spunto dagli
apparati biologici vegetali usandoli come base, un rimando a vie di
scorrimento di flussi ma ridotti al minimo e bloccati affinché si
percepisca immediatamente la fragilità della loro organizzazione.
L'attenzione dello spettatore si trasferisce, infatti, dall'opera
d'arte alla sottile lamina di vetro che separa i rami dai frutti e
gioca sull'attrazione, mediata dal vetro, tra le due parti: quando la
struttura esiste, le sfere sono sospese e la struttura madre è tesa
verso di esse, quando questa viene a mancare gli elementi rimangono
inerti e privi di scopo.
L'opera si realizza e completa attraverso il coinvolgimento indiretto
del pubblico, la forma chiusa non impedisce l'allargamento e
l'inclusione dello spazio circostante che finisce per inghiottire
anche lo spettatore; gli sferoidi sono, infatti, distribuiti anche
nell'area calpestabile circostante invadendo la zona abitualmente
dedicata al transito, ad attività quotidiane e di svago.
Le opere di Trevisani sono prototipi per sperimentare forme di
presentazione scenica dove far nascere tipologie performative attuali
e colloquiali. Si tratta di oggetti che crescono dalla progressiva
aggregazione fisica delle parti strutturali, capaci di disegnare una
dimensione ipotetica in cui assodare l'analisi del reale, dove è
basilare la forma autonoma che assume la materia, dando sostanza alle
immagini del pensiero e dove lo spettatore, come l'artista, si ritrova
a confrontarsi con la capacità o l'incapacità di gestire la propria
indipendenza o la propria servitù.
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LA GAMeC e MUSEI DI NOTTE/LA NOTTE DEI MUSEI 2005
SABATO 24 SETTEMBRE 2005
ore 19.30
INTERVENTO di ENRICO FUSI, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo
INAUGURAZIONE
Palestra
LUCA TREVISANI
WILLIAM PAXTON'S CLUSTER
dalle 19 alle 23.30
GIOCHI E INIZIATIVE PER L’INFANZIA nella “Notte dei Museiâ€
LABORATORI DIDATTICI per bambini e ragazzi a cura degli operatori dei Musei
NURSERY per bambini dai tre ai sei anni a cura del Centro B.B.
Nell’ambito del progetto la GAMeC propone il
LABORATORIO DIDATTICO “FAI UN CALCO FANNE UN ALTROâ€
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GAMeC
via San Tomaso, 53
24121 Bergamo
ORARI:
martedì – domenica: 10.00 – 19.00
lunedì chiuso