'Una persona'. L'artista propone un nuovo progetto site specific in cui tutta l'attenzione si concentra su... una persona... Celebre per le sue performance provocatorie, nel suo lavoro utilizza diversi mezzi espressivi, dalla scultura minimalista alla fotografia. Si riconosce un filo conduttore nella messa in discussione continua dei limiti del sistema dalla societa' contemporanea. A cura di Fabio Cavallucci e Carlos Jimenez.
Una persona
A cura di Fabio Cavallucci e Carlos Jiménez
L’artista Santiago Sierra, celebre per le sue performance provocatorie che hanno suscitato scandalo in tutto il mondo, propone presso la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento il suo primo progetto specifico per uno spazio pubblico italiano.
Dall’8 ottobre 2005 al 15 gennaio 2006 Sierra presenta a Trento il suo ultimo intervento, intitolato Una persona: un lavoro incisivo che non mancherà di suggestionare i visitatori, toccando le loro emozioni primarie.
Sierra, nato a Madrid nel 1966 ma residente a Città del Messico dal 1995, compie una lucida analisi del sistema economico-sociale globalizzato e lo denuncia rappresentandone senza pietà le asimmetrie. Nel suo lavoro, che utilizza diversi mezzi espressivi - dalla scultura minimalista, alla fotografia e soprattutto alla performance -, si riconosce un filo conduttore nella messa in discussione continua dei limiti del sistema adottato dalla società contemporanea. Realizzate il più delle volte mettendo in moto le dinamiche del salario, le sue performance si risolvono spesso in un atto clandestino o vandalico rappresentato sotto gli occhi di tutti come un evento. La distribuzione di una paga per pratiche umilianti rende un’amara idea mercificata dell’arte e allo stesso tempo obbliga a gettare uno sguardo sul mondo degli emarginati e su quegli invisibili ma feroci meccanismi sottesi alle relazioni economiche. Basti citare tra le azioni rimaste storiche, Linea di 250 cm tatuata su 6 persone pagate (1999), dove sei giovani disoccupati di La Havana furono pagati per farsi tatuare in modo permanente una linea sulla schiena; ricordiamo inoltre 133 persone pagate per portare i capelli tinti di biondo quando a Venezia per la Biennale del 2001 Sierra ha fatto tingere di biondo i capelli scuri di 133 ambulanti abusivi (pagati 120.000 lire ciascuno); oppure, ancora, un’opera come 10 persone pagate per masturbarsi, (2000), dove Sierra affronta con coraggio e coerenza critica il tema della sessualità , guardando al corpo come sede profonda del principio di alienazione: per questo progetto aveva pagato dieci persone per masturbarsi pubblicamente.
Santiago Sierra non manca di criticare la struttura stessa del sistema dell’arte, analizzandone forma e organizzazione, e allo stesso tempo costringendo i suoi protagonisti e spettatori a porsi di nuovo a confronto con la vita reale: con 68 persone pagate per bloccare un ingresso al museo (2000), in occasione dell’inaugurazione del festival internazionale dell’arte presso il Museum of Contemporary Art di Pusan in Korea, 68 disoccupati sono stati pagati per fare un “sit-in†di 3 ore davanti all’ingresso del museo riportando cartelli che annunciavano la paga ricevuta per l’azione; o ancora Una persona pagata per 360 ore di lavoro consecutivo (2000) quando al P.S.1. di New York una persona è stata pagata per rimanere due settimane di seguito reclusa dietro un muro di mattoni, con un unico spiraglio da cui riceveva cibo, mentre il resto del museo rimaneva vuoto.
Tra le ultime prove dell'artista ricordiamo il Padiglione Spagnolo alla 50° Biennale di Venezia (2003), a cui si poteva accedere solo se in possesso di un passaporto iberico; 300 tonnellate alla Kunsthaus di Bregenz (2004), una possente installazione in cemento del peso di trecento tonnellate che ha portato agli estremi le capacità strutturali del museo, al punto che potevano entrare solo quaranta visitatori alla volta; e, infine, la recentissima partecipazione alla 51° Biennale di Venezia con una installazione in cui una voce scandisce i nomi dei paesi che non hanno partecipato alle varie edizioni ed elenca dettagli tecnici e finanziari del “sistema Biennaleâ€: ne emerge una lettura critica, in cui l’istituzione è vista sotto un profilo politico-economico, che fa passare il valore artistico in secondo piano.
Dopo avere coinvolto nei suoi progetti numeri sempre variabili di persone, a Trento tutta l’attenzione si concentra su … una persona… Quello che rimane da sapere è se e quanto qualcuno venga pagato e quale simbolica mansione debba compiere.
Per l’occasione verrà pubblicato un catalogo in italiano e inglese curato, come il progetto, da Fabio Cavallucci e Carlos Jim.
Catalogo:
Santiago Sierra - Catalogo italiano e inglese, a cura di Fabio Cavallucci e Carlos Jiménez,
con riproduzione di 160 immagini b/n; testi di autori vari. Silvana Editoriale
Ufficio Stampa Galleria Civica Trento:
Barbara Gambino, Sabrina Michielli
T +39 0461 986138 ufficiostampa@galleriacivica.it
Inaugurazione: venerdì 7 ottobre, a partire dalle ore 15.00
Galleria Civica di Arte Contemporanea
Via Belenzani 46 – Trento
Orari: h 10.00 – 18.00, chiuso lunedì