Valeria Agosti Nelli
Antonella Bersani
Andrea Bianconi
Gaetano K. Bodanza
Pierluigi Calignano
Robert Gligorov
Paolo Grassino
Marco Fantini
Carla Mattii
Matteo Negri
Alex Pinna
Adrian Tranquilli
Ivan Quaroni
Sculture del disequilibrio. La mostra intende documentare, attraverso le opere rappresentative di 12 artisti il progressivo sbilanciamento delle forme espressive plastiche. Opere di: Valeria Agosti Nelli, Antonella Bersani, Andrea Bianconi, Gaetano K. Bodanza, Pierluigi Calignano, Robert Gligorov, Paolo Grassino, Marco Fantini, Carla Mattii, Matteo Negri, Alex Pinna e Adrian Tranquilli.
Sculture del disequilibrio
A cura di Ivan Quaroni
L'evento, organizzato dal Comune di Casalgrande in collaborazione con le
Associazioni Culturali Arscenica e Otto contrade e la Galleria Annovi di Sassuolo,
intende documentare, attraverso le opere rappresentative di 12 artisti - Valeria
Agosti Nelli, Antonella Bersani, Andrea Bianconi, Gaetano K. Bodanza, Pierluigi
Calignano, Robert Gligorov, Paolo Grassino, Marco Fantini, Carla Mattii, Matteo
Negri, Alex Pinna, Adrian Tranquilli - il progressivo sbilanciamento delle forme
espressive plastiche a causa di un'iper-spettacolarizzazione della cultura odierna.
Dovendo competere con forme di comunicazione estremamente persuasive sul piano
dell'immagine - dalla televisione al cinema, dalla rete informatica alla pubblicitÃ
- la scultura contemporanea ha mutato pelle, divenendo altresì una Superplastica.
Superplastica è la scultura che registra le tendenze dominanti del disequilibrio e
della sovrabbondanza, dell'eccedenza formale e concettuale, della ridondanza e della
mutazione. Superplastica è scultura che percorre il bilico tra naturale e
artificiale, configurando una pletora di nuovi linguaggi.
Superplastica. Sculture del disequilibrio raccoglie negli affascinanti spazi della
Torre di Guardia del Castello di Casalgrande e dell'Oratorio di San Sebastiano le
opere di dodici artisti contemporanei che indagano la dimensione plastica con
assoluta originalità .
L'esposizione si configura come una sorta d'intrigante percorso tra le opere dei più
interessanti scultori contemporanei, che parte dalle sale della Torre di Guardia del
Castello di Casalgrande, facente parte del Sistema dei Castelli Matildici, e si
conclude nell'aula dell'Oratorio di San Sebastiano.
Si tratta, peraltro, di un progetto che restituisce alla vitalità della cultura
contemporanea gli spazi, appena restaurati, del Castello e dell'Oratorio di San
Sebastiano di Casalgrande.
Superplastica. Sculture del disequilibrio è il primo dei tre grandi eventi dedicati
all'Arte Contemporanea italiana ed internazionale con il quale l'Assessorato alla
Cultura di Casalgrande intende rilanciare le attività culturali del Comune anche
nell'ambito delle attuali arti visive.
ARTISTI: Valeria Agosti Nelli # Antonella Bersani # Andrea Bianconi # Gaetano K.
Bodanza # Pierluigi Calignano # Robert Gligorov # Paolo Grassino # Marco Fantini #
Carla Mattii # Matteo Negri # Alex Pinna # Adrian Tranquilli
Gli artisti in breve
Valeria Agosti Nelli
Nell'arte di Valeria Agosti Nelli il disegno e l'impiego di materiali fragili ed
effimeri come la carta, il legno, la lana e la cartapesta, danno vita ad esili
figure femminili, in bilico tra fragilità e forza, tra leggerezza e pesantezza.
La sua ricerca, dal carattere profondamente poetico, si profila come un'indagine
sulla precarietà della condizione esistenziale, come un'incursione tra le pieghe di
un'intimità che si riscopre inviolabile.
Attraverso l'uso di un disegno sapientemente stilizzato, l'artista fissa sulla carta
una carrellata di ritratti sospesi, di rarefatte immagini in cui si fondono le
memorie arcaiche dell'archetipo femminile e lo struggente espressionismo delle
nevrosi contemporanee.
Le sue figure filiformi, siano esse disegnate o scolpite, sono la sigla di uno stile
unico, maturato attraverso anni di disciplinato lavoro.
Antonella Bersani
Entrare nell'universo di Antonella Bersani significa ritrovarsi in un mondo sospeso
tra fiaba e sciente fiction, un mondo in cui gli oggetti familiari della
quotidianità (letti, appendiabiti, poltrone, gabbie per uccelli) cominciano a
germogliare e a proliferare, ad espandersi nello spazio con voracità tentacolare,
come dotati di un'intelligenza aliena che, sotto rassicuranti mentite spoglie, si
rivela, un attimo dopo, ambigua e minacciosa.
Composte di oggetti domestici, rivestiti da una multiforme guaina di pannolenci,
cucita e plasmata in foggia di tripudio floreale e lussureggiante crescita
fitomorfa, le sculture della Bersani rappresentano una delle possibili e
immaginifiche varianti del mito dell'Eterno Femminino. Presenze organiche, di forma
vulvare e carnose escrescenze di palmare allusività , trasformano i manufatti
dell'artista milanese in trappole dall'erotica attrattiva. L'eleganza, la grazia
fanciullesca e il fascino seduttivo delle opere di Antonella Bersani, riportano in
auge l'idea di una Natura ambivalente, accogliente e primigenio alveo di vita e
morte.
Gaetano K. Bodanza
Nella ricerca plastica di Gaetano K. Bodanza si fondono un'impostazione tecnica
tradizionale, figlia legittima della scultura anatomica classica e rinascimentale,
ed un'interpretazione delle emergenze contemporanee legate da un lato ai temi della
sperimentazione genetica, dall'altro alla spettacolarità dei linguaggi visivi del
Cinema e del fumetto.
Adottando un linguaggio espressivo caratterizzato da un evidente gigantismo visivo -
si tratti di paesaggi da cartolina o di super-uomini d'inquietante perfezione -
Bodanza è impegnato a clonare la realtà nell'intento di fabbricare una "seconda
natura", una natura artificiale mondata d'ogni impurità . Influenzato dalla lezione
Pop americana e dal simbolismo profano dei comics, l'artista udinese fabbrica i suoi
cloni di resina, dal gigantesco bimbo di Mamma Mamma al divismo trionfale di
American Trinity fino alle sulfuree presenze di Devil's Rock, svelando le premesse
illusorie dell'attuale pensiero occidentale, diviso tra l'ambizione verso
un'impossibile ideale d'immortalità - complici l'eugenetica e la chirurgia plastica
- e una sventurata etica antinaturalista, foriera d'imminenti catastrofi ecologiche.
E tuttavia, pur percorrendo il pericoloso bilico tra fascinazione e spavento, che un
tempo avremmo indicato con l'appellativo di sublime, la scultura di Bodanza può
essere letta anche alla luce di una paziente e disciplinata manualità , ultimo
baluardo all'inevitabile dominio della realtà virtuale.
Andrea Bianconi
Andrea Bianconi, nato ad Arzignano (VI) nel 1974, è un artista di formazione
eclettica. Frequentando laboratori di ogni tipo, infatti, Bianconi non solo ha
appreso le tecniche pittoriche, ma anche quelle dell'incisione, della ceramica,
della lavorazione del vetro e del ferro. Ha imparato il cucito da anziane signore e,
infine, ha frequentato corsi di modellismo.
Dopo alcuni tentativi nel campo della figurazione, Bianconi ha elaborato una ricerca
personale, in cui si serve di tutte le tecniche apprese per realizzare oggetti
d'arte che chiama, di volta in volta, "Contenitori di Privacy" o "Spyetors". Si
tratta di manufatti caratterizzati da una decorazione esuberante, al limite
dell'horror vacui, oggetti di recupero sui quali l'artista interviene per mezzo di
innesti, cuciture e nuove applicazioni al fine di trasformarne la destinazione
d'uso. Nelle sue opere, la presenza reiterata di spioncini, lenti e brani di
binocolo sono la conseguenza della sua ossessiva attenzione verso il tema del
voyeurismo. Bambole, nani da giardino, oggetti domestici d'ogni tipo si presentano
come strumenti pensati per "spiare la realtà ".
Nell'arte di Bianconi si fondono, con originalità , le conquiste duchampiane sul
ready made e le intuizioni disfunzionali di Antonio Riello e Andreas Slominski,
mentre sul piano formale, prevalgono l'eccedenza decorativa e la verve ironica,
elementi tipici del Neobarocco.
Pierluigi Calignano
Nato a Gallipoli nel 1971, ma residente a Milano, Pierluigi Calignano è uno dei più
interessanti giovani scultori italiani. Nella sua ricerca plastica, caratterizzata
da una spiccata componente ironica, Calignano assembla materiali come il cartone, il
legno e oggetti di risulta per dare vita ad un universo in cui sono sovvertite le
tradizionali destinazioni d'uso degli oggetti quotidiani. I suoi manufatti, come ad
esempio il rinoceronte desunto da un'incisione di Durer ("Bianco S. Matteo", 2002) o
il calice rubato all'immaginazione di Paolo Uccello ("1040 al vapore", 2002) sono
tentativi ben riusciti di trasposizione dalla realtà bidimensionale a quella
tridimensionale. Un percorso che Calignano spesso ama invertire, ricavando
paradossalmente da una scultura il disegno progettuale che la sottende. La
transizione dal disegno alla scultura e viceversa è, infatti, uno dei fili rossi
dell'indagine di Calignano, cui si può aggiungere una spiccata propensione a
ricostruire la realtà sotto il segno di un ironico sovvertimento di senso, come nel
caso di "Macchina per l'incisione" (1998), in cui una delle ruote di una bicicletta
per bambini è sostituita da un affilato tagliere da cucina, o ancora, come in "13
con un po' di calma", in cui ricostruisce un sottomarino, costellandone la
superficie con decine di sturalavandini. Il cambio di segno dell'oggetto creato
dall'artista è una pratica che sin dai tempi di Duchamp è entrata nel vocabolario
linguistico della scultura contemporanea. Tuttavia, nell'arte di Pierluigi Calignano
emerge anche una tenace vocazione alla sperimentazione, che rende i suoi manufatti
così stilisticamente diversi l'uno dall'altro. Anche l'eterogeneità formale,
controbilanciata dalla coerenza concettuale, costituisce, infine, uno degli aspetti
precipui della scultura dell'artista.
Marco Fantini
Nato a Vicenza nel 1965, Marco Fantini s'iscrive nel 1983 alla facoltà di
Architettura di Venezia frequentando, contemporaneamente, i corsi di Fotografia di
Italo Zannier, durante i quali s'interessa ai temi dell'estraneità e
dell'alienazione. Dal 1989 è in Messico, dove per due anni lavora come progettista
nello studio di Enrique Nortel, architetto Decostruttivista presente alla Biennale
di Architettura del 1997. Al ritorno dal Messico si dedica completamente alla
pittura. La sua ricerca, inizialmente influenzata dal muralismo messicano di Rufino
Tamayo come pure dall'esemplarità dei grandi maestri del Novecento, da Picasso a
Depero fino a Sironi e Francis Bacon, si basa sulla reiterazione di pittogrammi
ricorrenti, figure emblematiche come il teschio e Mickey Mouse, svuotate di ogni
significato letterale e utilizzate come pretesto visivo per affermare l'assoluta
autonomia della pittura. Mescolando le figure derivanti dalla realtà con quelle
generate da un'immaginazione drammatica quanto surreale, Fantini evoca, nello spazio
claustrofobico delle sue stanze, visioni stranianti dallo stile inconfondibile.
In bilico tra estrema pulizia formale e sapiente concessione al caos creativo,
l'arte di Fantini si popola di figure in apparente contrasto, la cui opposizione
finisce per stemperarsi entro i confini delle sue fluide derive.
Marco Fantini impiega il teschio come pittogramma, come grafema che, alla stessa
maniera del suo Mickey Mouse, si slega dal suo significato letterale. L'artista,
infatti, usa l'iconografia del teschio come occasione per indagare i confini della
pittura e della scultura, talora recuperando, come in questo caso, il linguaggio
tipico del fumetto.
Robert Gligorov
Nato a Kriva Palanka (Macedonia) nel 1960, Robert Gligorov è un artista dal talento
multiforme, capace di muoversi indifferentemente tra scultura e installazione,
pittura e fotografia e di fabbricare immagini di sorprendente freschezza visiva.
La ricerca di Gligorov, improntata a un'estetica dell'esagerazione e del
disequilibrio, in special modo nella produzione fotografica, recupera la tradizione
dei grilli greco-romani e gotici, innestandoli nel contesto di una fantasmagoria di
ibridazioni e mutazioni tra corpo umano, animale e vegetale. Il corpo ibridato
dall'eugenetica digitale dei programmi di fotoritocco è il punto centrale del lavoro
dell'artista macedone, benché, attraverso la ricerca pittorica e soprattutto
scultorea e installativa, Gligorov abbia dimostrato di saper declinare
l'investigazione sul corpo con maggior libertà . E' il caso della scultura OJ's hand,
in cui l'osservatore è inviato a provare l'inquietante ebbrezza dell'assassino
calzando come un guanto la riproduzione della mano di un killer (OJ Simpson?).
Paolo Grassino
Paolo Grassino focalizza la sua ricerca plastica sull'utilizzo di un solo materiale,
il PVC schiumato, tradizionalmente impiegato per la produzione industriale di
tappetini da bagno.
Attraverso le sue spettacolari sculture e le sue installazioni, l'artista torinese
propone una riflessione sulle derive della società attuale, sospesa sul crinale tra
naturale e artificiale, in una lotta senza fine tra la vita e la morte. È il caso di
"Analgesia" (2004), dove inquietanti sciacalli si aggirano tra le rovine di un
catastrofico incidente stradale, ma anche del Mig precipitato al suolo di "Demolire
democratico" (2005).
Quella di Paolo Grassino è altresì una ricerca che recupera in pieno il senso della
manualità . L'artista, infatti, ritaglia strisce di gomma sintetiche con cui ricopre
lo scheletro di ferro, legno e polistirolo delle sue sculture, in un paziente e
lento lavoro di tessitura, che porta infine le sue opere ad un alto grado di
spettacolarità .
Carla Mattii
Carla Mattii elabora esemplari di una flora fantastica che assume i connotati di una
perfetta sintesi tra naturale e artificiale. L'artista, infatti, realizza
fotografie, sculture e installazioni partendo da elementi naturali e organici, da
fiori che scompone e ricompone in maniera del tutto inedita. La bellezza ricreata
dall'artista è il prodotto di un processo creativo complesso, composto di diverse
tappe creative.
Nei suoi primi lavori, Carla Mattii dava vita ad una serie di ibridi floreali
assemblando, attraverso un processo di cut and paste analogico, fiori di specie
diverse che poi fotografava e ritoccava al computer. In seguito, gli innesti della
Mattii, prima relegati al solo ambito dell'immagine fotografica, sono stati "provati
sul campo", come nel caso di alcune sue installazioni in cui gli esemplari ottenuti
dalla forzata fusione di diverse specie hanno dimostrato di sopravvivere per il
tempo di una mostra. Infine, portando alle estreme conseguenze l'idea di connubio
tra naturale e artificiale, Carla Mattii ha elaborato i suoi Kit di montaggio,
mescolando, sul piano della metodologia, pratiche di manipolazione manuale con
virtuali elaborazioni in 3D e processi di prototipazione rapida. Così, i Kit
dell'artista, composti di polvere di nylon sintetizzata al laser, rappresentano non
solo nuove entità floreali, passibili di coinvolgere lo spettatore in un virtuale
gioco di montaggio, ma soprattutto le quanto mai attuali filiazioni di un
inarrestabile matrimonio tra natura e tecnologia.
Matteo Negri
Nato nel 1982, Matteo Negri è autore di una ricerca plastica interessata alle
potenzialità espressive dell'oggetto. Appassionato di auto e motori, l'artista
trasferisce in una gran varietà di materiali - dalla pietra al legno, dal gesso alla
creta - le forme di oggetti recuperati nelle discariche della provincia milanese. Si
tratti del carburatore di una moto Guzzi a due cilindri, del boiler di uno
scaldabagno, del motore di una lavastoviglie o del serbatoio di una vecchia Bultaco,
la scultura di Negri mira sempre ad esprimere il senso di potenza che sprigiona
dalla materia.
Quelli che un tempo furono i cuori pulsanti della macchina, una volta isolati dal
proprio contesto e abilmente plasmati, intagliati, modellati o scolpiti
dall'artista, finiscono per assumere una nuova identità , in cui il rigore delle
strutture meccaniche si addolcisce nell'allusività di forme organiche e
ventricolari.
Lontana dalla precisione mimetica della scultura iperrealista, l'arte di Matteo
Negri sembra accostarsi agli oggetti con sguardo lirico, restituendo allo spettatore
non solo la brutale energia del manufatto industriale, ma anche la sua metafisica
magia.
Alex Pinna
Alex Pinna, nato a Imperia nel 1967, è artista versatile e sperimentale. Dopo aver
indagato l'universo fumettistico e l'immaginario infantile, talora capovolgendone le
strutture e le logiche narrative - realizza una scultura con l'odioso Beep Beep
colpito dall'incudine, inventa un'installazione di piume gialle che suggerisce la
tragica fine di Titti, mescola le identità di Spider Man e Topolino - si volge a una
ricerca più intima, dove l'ironia, divenuta più sottile, si fonde con atmosfere
liriche, dando luogo ad immagini delicate, al limite della rarefazione. I dipinti
monocromi bianco su bianco e le sfere appartengono a questa fase creativa, che si
accompagna, contemporaneamente, ai lavori in corda: gli Alias, figure che
trasmettono una sensazione di fatica e di tensione e sono, al contempo, il segno di
una concezione scultorea nella quale non è ammessa alcuna possibilità di "barare".
Adrian Tranquilli
Il nuovo ciclo di lavori di Adrian Tranquilli, intitolato Theese Imaginary Boys -
storpiatura di una famosa title track dei Cure - prosegue la disanima critica sul
valore simbolico e salvifico dei Supereroi. Diversamente da Ronnie Cutrone, per il
quale l'eroe in calzamaglia e i personaggi dei cartoon sono varianti
dell'immaginario Pop, Tranquilli considera i suoi Supereroi come il sintomo della
debolezza dei modelli culturali occidentali. Dal punto di vista antropologico,
l'artista pone sullo stesso piano la religione e il mondo dei comics, come
espressioni del bisogno collettivo di costruire mondi paralleli e "realtà altre".
Non a caso, in Theese Imaginary Boys, ciclo che raccoglie una delle ultime serie di
lavori, i supereroi di Tranquilli si trasformano in marionette. Realizzate in scala
1:1, sul modello iconografico dei fumetti anni '60, le marionette di Superman,
Batman e l'Uomo Ragno alludono alla sconfitta degli eroi, alla loro progressiva
sostituzione. Abbandonati a se stessi, negli angoli dimenticati di una New York da
bassifondi, ridotti a chiedere l'elemosina all'ingresso delle chiese oppure a
dormire, come derelitti, in letti di cartone, le icone di Tranquilli sembrano
accogliere la lezione del Dark Knight Return di Frank Miller sulla decadenza
dell'eroe. Invecchiati, stremati dalla fame, incalzati dal freddo e dalle
intemperie, quelli che un tempo erano considerati Dei si aggirano ora, in
quest'ennesimo Futuro Imperfetto, come fantasmi nell'ombra (Four Imaginary Boys).
"Se l'eroe è la proiezione del bisogno collettivo del salvatore - dice Tranquilli -
allora chi sta dall'altra parte dei fili? Noi o il modello culturale che esiste al
di sopra dell'individuo?".
Anteprima per la stampa: sabato 1 ottobre alle ore 17.00
Inaugurazione: sabato 1 ottobre alle 18
Castello di Casalgrande Alto
via Castello - Casalgrande Alto (Re)
Orari: Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica - dalle 16.00 alle 20.00 e su appuntamento