Maimouna. Con la macchina fotografica e i video, con installazioni e sculture, l'artista racconta il disagio e la bellezza della diversita'. Il mito, il sacro e la dimensione del femminile appare da frammenti e da parti significative di un corpo umano che diviene anche corpo religioso e mistico.
Maimouna
Scultrice, autrice di video e di installazioni, Patrizia Guerresi agisce
il mito, il sacro e la dimensione del femminile che appare da frammenti e
da parti significative di un corpo umano che diviene anche corpo religioso
e mistico.
Dalla macchina fotografica al video, dalle installazioni alle
sculture, Patrizia Guerresi continua a raccontare, con la stessa luciditÃ
e senza compromessi, il disagio e la bellezza della diversità .
Dalle foto
delle donne velate che tacciono in pose austere di atteggiamenti di
preghiera, così come austere nei lavori domestici e nelle singolari
dimensioni, le sue opere sono contemporaneamente metafore e provocazioni,
racconti delicati e analisi razionali. Una donna vestita di bianco
avvolta nel suo chador immobile nella propria tradizione e
contemporaneamente totalmente isolata da essa. Patrizia Guerresi colloca i
riferimenti delle sue opere in relazione all’esistenza di un individuo,
oggi, in due culture opposte. Esistenza che l’artista attinge dalla
propria sfera intima, intuendo una zona della creazione e del sapere dove
si dissolvono le demarcazioni nette fra paesi e culture.
Patrizia Guerresi
tratta argomenti complessi come le complessità sociali, politiche e
religiose della diversità religiosa, etnica, territoriale, razziale,
attraverso il linguaggio delle emozioni. Rappresenta l’esistenza costante
nei dualismi est-ovest, donna-uomo, dentro-fuori, visibile-invisibile,
senza mai tralasciare l’idea della bellezza e il legame tra arte e vita.
Francesca Alfano Miglietti
Immagine: La mano di Fathima, 140x100 cm, anno 2000
Inaugurazione: 27 ottobre 2005 ore 18.30
Bel Art Gallery
via Sottocorno 7 - Milano
Orari: martedì – sabato 17.00 - 24.00