L'artista graffia le sue tele e crea geroglifici metropolitani, visti come traccia di un suo passaggio nel mondo. I contrasti di colore accentuano ed esaltano le forze centrifughe delle forme generando direttrici di moto.
Personale
Presenta Raffaella Ferrari
Maria Rosa Maccorin vive ed opera a Pordenone. Frequenta corsi
di Illustrazione e Grafica, partecipa a stages tenuti dal maestro tedesco
Andreas Kramer riguardanti: xilografia, pittura ed installazione.
Espone in Italia e all'estero ottenendo consensi, sia dalla critica che
dal pubblico.
La sua pittura denota una profonda matrice psicologica, astratta nelle
forme, minimalista nella scelta del colore; la sua poetica è una sorta di
motus fisico (riconducibile alla corrente futurista, in particolare a Balla) e
psichico; un bilanciarsi continuo di contrasti dati dalla scelta del colore:
nero, bianco, rosso.
I contrasti di colore accentuano ed esaltano le forze centrifughe delle
forme atte a generare direttrici di moto; i colpi decisi della spatola alla
Bruno Antonazzo danno carattere all'opera arricchendola oltremodo con
l'uso della punta del pennello e delle mani.
Le forme, disposte nello e per lo spazio, sono ricavate per sottrazione,
talvolta esse restano immote nella loro metafisica essenza altresì entrano
in un meccanismo in continua tensione che da vita e movimento all'opera
stessa.
L'artista sente l'emergenza di una tecnica pittorica diversa dalla precedente
produzione, così avvia la sua sperimentazione segnico-cromatica.
Il segno deciso ricorda alcuni studi di Picasso, il vento che giunge
da tutte le direzioni e che colpisce in maniera emblematica le sue forme,
ricorda “la donna nel vento†di Monet. Anche la corrente espressionista
è presente, in quanto la Maccorin sente la centralità del problema dell'espressione,
ossia del “trarre fuori†gli elementi costitutivi del quadro dalla
sua interiorità .
Alcune delle opere sono state concepite nei viaggi dell'artista in
Germania. Di questi soggiorni-studio (Lipsia, Berlino) è rimasta particolarmente
affascinata dalla metropoli; l'artista cerca di riproporre, attraverso
strani ingranaggi, linee forza, chiari-scuri, l'idea di una giungla meccanica,
dove non c'è spazio per la natura, dove tutta la vita è scandita dal ticchettìo
dell'orologio, le ore passano e questa macchina “infernale†ti ruba la vita.
Un caos, forse un corto circuito, un black-out metropolitano.
L'artista graffia le sue tele e crea geroglifici metropolitani, geroglifici
della mente visti come traccia di un suo passaggio in un mondo che
comunque non le appartiene.
Sovente l'artista crea dittici e trittici: una sorta di dialogo, scintille
verbali tra i quadri che necessitano di comunicare tra loro; una sorta di
polemica verso il mondo d'oggi, dove non c'è spazio e tempo per parlare.
Yin Yang, suggestioni orientali, in particolare ci si riferisce all'arte dell
ʼestremo oriente sia per i tre colori dominanti: nero, bianco e rosso, sia per
alcune forme ovoidali che ricordano le facce truccate dei guerrieri samurai,
sia per le tracce segniche che rimandano alla scrittura cinese.
Incontestabile è il richiamo al figurativo come farfalle, notturni e
paesaggi anche se la chiave di lettura passa attraverso l'arte astratta e il
difficile sentiero dell'immaginazione: astrazioni della mente, ricordi lontani,
annebbiati, volti intravisti nel buio della notte, lune timide e magiche, tutto
arricchito sempre da un vorticoso senso del movimento.
Raffaella Ferrari
Inaugurazione: Sabato 15 ottobre 2005, ore 18.00 Seguirà rinfresco.
Galleria Art&Media
Via Roma, 38 - Castelfranco Veneto (Treviso)
Orario: 9,30 - 12 / 16 - 19 tutti i giorni esclusa domenica