Caleidoscopio. Nelle sue tele l'artista utilizza diversi piani di lettura della realta', sovrapponendoli, sfumandoli, per avvicinare ed unire visioni altrimenti separate, per flettere e plasmare lo spazio rendendolo duttile e accondiscendente.
Caleidoscopio
La superficie della tela è uno spazio aperto dove tutto può accadere, un deserto scosso dalla luce implacabile e dal vento che non dà tregua o un mare che sotto l’apparente, azzurra placidità nasconde moti violenti e impercettibili, pronti ad irrompere sulla scena con una forza che è “maledizione†e bellezza al tempo stesso.
Le tele di Federica Frapparelli fanno venire in mente proprio questo assunto fondamentale dell’arte pittorica, inizio e fine, “alfa†e “omega†che dall’ispirazione e dalla suggestione intellettuale giunge all’atto dello scalfire la tela, attraversandola senza remore, riempiendola di un mondo intimo e interiore e dei suoi moti più veri.
Non a caso l’artista ha intitolato la mostra “Caleidoscopioâ€: come dire, un mondo che ha molte e mutevoli facce, tanto che da qualsiasi punto si guardi un suo elemento, questo trascina con sé tutti gli altri.
L’orizzonte della misura artistica della Frapparelli sta tutto racchiuso in questa apparente incongruità : l’evidente completezza delle tele, ovvero “il tutto†racchiuso in una plasticità cromatica e di segni che sembra voler chiudere il cerchio dell’ispirazione (l’alfa e l’omega della sua personale tecnica pittorica) e, nello stesso tempo, la sospensione dello sguardo, l’attesa di qualcosa che si sente in lontananza e che sembra non arrivare mai. Proprio come in un caleidoscopio, dove le immagini si mescolano continuamente, sembrano fissarsi in forme definite per poi scomporsi, attraversate da un moto “d’acqua e di ventoâ€, vogliono suggerire lineamenti, paesaggi, fenomeni della natura e invece piacevolmente incantano, e ingannano. Aprendo le porte della fantasia, stuzzicando lo sguardo immaginario che sta dentro gli occhi di tutti.
Le tele dell’artista umbra sembrano proprio zone di passaggio, talvolta faticoso, talvolta pieno di prorompente vitalità , talvolta silente; e ci si immagina, guardandole, di essere già oltre, di aver superato la barriera densa e ricca di colore e di aver colto o soltanto intuito la suggestione, il pensiero che le ha fatte nascere.
Le immagini fissate sulle tele della Frapparelli formano un mondo a sé, che non ha bisogno di essere tracciato dentro un paesaggio o un volto per essere riconosciuto, anche quando strizza l’occhio ad una “pop-art da amarcordâ€; esso si caratterizza da una parte per l’aderenza ad una realtà rimasta impressa nella memoria più profonda, quella legata alle visioni oniriche o archetipiche del flusso della vita, e dall’altra per la prorompente fantasia, non più eterea e mutevole, ma “matericaâ€, palpabile, viva.
Federica Frapparelli attraversa, come in un impegnativo percorso interiore, questo suo tempo artistico con la consapevolezza che il mondo “dentro†e il mondo “fuori†si possono e si devono incontrare senza frapporre barriere, anzi utilizzando i diversi piani di lettura della realtà globale, sovrapponendoli, sfumandoli, per avvicinare ed unire visioni altrimenti separate, per flettere e plasmare lo spazio rendendolo duttile, morbido, accondiscendente e, dunque, infinito. Infinito “in se stessoâ€, poiché contiene l’alfa e l’omega, la nascita e la morte, la volontà e l’assuefazione, la divinità e la sua continua negazione. Mariateresa Marino
Immagine: Liquido amniotico, 2004
Inaugurazione: 18 ottobre
Coffee O’Clock Art Café
via Garibaldi 276 - Rieti