Lupi Grigi. Nelle sue fotografie l'artista ritrae donne e uomini, anziani coi capelli bianchi, in un set dall'atmosfera candida e rarefatta. Mazza conduce una ricerca sulla reciproca influenza tra la trasformazione fisica del corpo nel corso della vita e la struttura del pensiero e viceversa.
Lupi Grigi
a cura di Margherita Remotti
In una società in cui la vecchiaia sembra essere diventata un tabù che incute piu’ timore della morte; un elemento discriminante per poter essere ammessi al fastoso banchetto della vita sociale caratterizzata dal mito estetico dell’eterna giovinezza, Malena Mazza, artista fotografa che proviene dal mondo della moda, ritrae donne e uomini, anziani coi capelli bianchi, in un set dall’atmosfera candida e rarefatta.
L’artista conduce in modo inconsueto e da lungo tempo una ricerca sulla reciproca influenza tra la trasformazione fisica del corpo nel corso della vita e la struttura del pensiero e viceversa.
La fotografa ritrae la trasformazione del corpo come il riflesso di un cambiamento radicale nella vita, sia in modo naturale, come le foto che vanno dalla gravidanza fino alla stretta relazione tra la madre ed il neonato, e dalla vecchiaia alla morte, fotografata nella ferma pace del cimitero (ma sempre vista con un occhio ironico che aggiunge un’impercettibile nota stridente che richiama il costume della vita attuale), sia in modo artificiale, come la trasformazione del corpo attraverso i moderni trattamenti di bellezza (che richiamano il letto della camera della morte delle carceri americane) o la trasformazione dei transessuali dal giorno alla notte.
La fotografa ritrae la vecchiaia da vicino, quasi volesse penetrare con l’obiettivo nelle pieghe della pelle velata dalla macchie dell’età per apprendere i segreti di queste vite che vivono l’età del confronto con se stesse, senza poter più sfuggire al tempo.
Quale può essere il segreto per la saggezza?
Perché la società contemporanea non se lo chiede più nella sua continua corsa all’immagine che ci mantiene sulla ribalta della visibilità sociale? Perché il segreto è l’accettazione. E’ saper guardare la vita e riconoscerla per ciò che realmente è; caduca e mortale, imperfetta e inarrestabile nello scorrere del tempo. Solo allora, la vecchiaia rivela la propria magia, l’enorme potenziale di bellezza che contiene e che è paragonabile alla forza di un fiume che ha acquistato consistenza durante il proprio cammino. Allora si capisce che il segreto della vecchiaia è la conservazione della propria vita, vissuta sulle pieghe della propria pelle, con i sentimenti e con le logiche cha la hanno fino ad allora guidata. Ed è allora che, nella limitata mobilità fisica, ci si guarda veramente allo specchio e si ha tutto il tempo per ascoltare la propria interiorità , cioè la propria anima, fino in fondo e vederla riflessa nel proprio sguardo come sul proprio corpo. Oltre alle figure intere, infatti, Malena Mazza inquadra particolari anatomici come mani, orecchie, occhi incastonati in contorni di pelle grinzosa che ricordano quelli delle tartarughe, ed è come se stesse sezionando i corpi dei modelli e delle modelle che ritrae per dare loro dignità in ogni singola parte.
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