In mostra 4 lavori che riflettono sull'opera di tre architetti: Frederick Kiesler, Kenzo Tange e Claude-Nicholas Ledoux. Il lavoro dell'artista crea legami tra argomenti apparentemente distanti ma accomunati da uno slancio utopistico indirizzato verso l'integrazione dell'uomo nella societa' e nell'ambiente naturale.
Personale
A cura di Cristiana Perrella
Con la mostra di Ian Kiaer, che si inaugura venerdì 18 novembre, il Contemporary Arts Programme di The British School at Rome continua, dopo le personali di Relph + Payne, Jonathan Monk e Mike Nelson, la sua ricognizione delle figure emergenti dell’arte britannica.
Affermatosi negli ultimi anni per le sue complesse e fragili installazioni di scala a volte minima, Ian Kiaer (Londra 1971) mette insieme modellini architettonici, materiali di scarto, oggetti trovati o appena modificati, disegni e piccoli dipinti, per creare narrative frammentarie e poetiche.
Il suo lavoro, ricco di riferimenti più intuitivi che accademici a figure e concetti specifici della storia dell’architettura, della letteratura, della filosofia, crea legami inaspettati tra argomenti apparentemente molto distanti tra loro accostandoli sotto il segno di un comune slancio utopistico indirizzato verso l’integrazione dell’uomo nella società e nell’ambiente naturale.
Se l’eleganza cerebrale e parsimoniosa delle composizioni di Kiaer, unificate attraverso un uso attento del colore, suggerisce un’idea di equilibrio ideale tra le parti in relazione, la vulnerabilità dei materiali dai lui usati - scatole di cartone, brandelli di plastica, polistirolo - svela la sostanziale precarietà di questo equilibrio e l’impossibile applicazione pratica delle speculazioni a cui le opere si ispirano.
Per la sua mostra a The British School at Rome, Kiaer presenta quattro lavori che riflettono sull’opera visionaria di tre architetti: Frederick Kiesler, Kenzo Tange e Claude-Nicholas Ledoux.
Endless House project: Bruegel alpine pod e Endless House project: Bruegel black lake cushicle entrambi del 2005, appartengono ad una serie in progress che esamina le possibilità generate dal concetto di “endless house†elaborato da Kiesler e ripreso più avanti da Archigram: uno spazio architettonico biomorfo e transitorio, che incorpori il paesaggio come elemento sia estetico che strutturale. Nelle opere in mostra il concetto di Kiesler è applicato ad un paesaggio alpino, ispirato ai disegni realizzati da Bruegel nel suo viaggio verso Roma intrapreso a metà del Cinquecento.
Bruegel Project/ Tange, sempre del 2005, si riferisce ancora a Bruegel ma nella sua più famosa opera La salita al Calvario, il cui moto circolare e continuo ai piedi di uno sperone di roccia su cui sorge un mulino a vento, viene accostato al traffico urbano su cui svetta il palazzo della Shizuoka Newspaper and Broadcasting Corporation a Tokyo progettato da Kenzo Tange. Entrambi gli edifici sono visti come piattaforme che consentano una visione a 360° sul brulicante mondo sottostante.
Ledoux Project/ Two Spheres, del 2003, fa infine riferimento ad uno schizzo di Claude-Nicholas Ledoux per la città ideale di Chaux, dove è raffigurato un edificio sferico, che echeggia il sole nascente all’orizzonte.
Ian Kiaer è nato a Londra, dove vive, nel 1971. Ha frequentato la Slade School of Arts e il Royal College of Art, dove si è diplomato nel 2000. Le sue mostre pubbliche includono: Universal Experience, MCA, Chicago, Hayward gallery, London (2005); Empty Garden II, Watarium Museum of Contemporary Art, Tokyo (2004); Art Now: Ian Kiaer, Tate Britain; Happiness: A Survival Guide for Art & Life, Mori Art Museum, Tokyo; Ritardi e Rivoluzioni, Biennale di Venezia (2003), Building Structures, P.S.1, New York; Artists Imagine Architecture, ICA, Boston (2002); Manifesta 3, Ljubljana (2000).
Opere in mostra:
Ian Kiaer, Endless House project: Bruegel alpine pod, 2005.
Watercolour, glitter and silverleaf on canvas (40.5 x 36.5 cms); Polystyrene sheet (79.5 x 106 cms); Football and plastic (16cms diameter); Fan heater, netting and plastic (dimensions variable); Compressed foam (45 x 37 cms). Installation dimensions variable Private Collection Berlin, Courtesy of Alison Jacques Gallery, London
Ian Kiaer, Endless House project: Bruegel black lake cushicle, 2005.
Formica and plastic W: 100 x L: 307 cms; Acetate W:15 x D:15 x H:10 cms Installation dimensions variable. Courtesy of Alison Jacques Gallery, London and Massimo De Carlo, Milan
Ian Kiaer, Bruegel Project/ Tange, 2005
7 parts: wood and acrylic rods (10(h) x 81 x 22.5 cms); acrylic sheet and acrylic rods (5(h) x 100 x 23 cms); cardboard, rubber, plastic and clay (40(h) x 37 x 9 cms); bubblewrap foam, (82(h) x 52 cms diameter); DVD monitor (40(h) x 38 x 40 cms); watercolour on linen (36 x 30 cms); Plastic sheet with enamel paint (220 cms diameter). Installation dimensions variable.
Courtesy of Alison Jacques Gallery, London and Massimo De Carlo, Milan
Ian Kiaer, Ledoux Project/ two spheres, 2003.
3 parts: rubber football bladder (15.5 cms high), rubber football bladderwith marked talon (22.5 cms high), foam (0.5 x 2.5 x 2.5 cms). Installation dimensions variable.
Private Collection Italy, Courtesy of Alison Jacques Gallery, London
Inaugurazione 18 novembre ore 18:30
The British School at Rome
Via Gramsci 61 - Roma
Orari: dal lunedì al sabato 16 – 19.30. Ingressolibero