Camelot
Gallarate (VA)
via P. Sottocorno 5
0331 701264 FAX 0331 701272

Amleto Emery
dal 19/11/2005 al 18/12/2005

Segnalato da

Ettore Ceriani




 
calendario eventi  :: 




19/11/2005

Amleto Emery

Camelot, Gallarate (VA)

La caduta della parola. Il ciclo in mostra rappresenta un'indagine che l'artista dedica al tema della citta', intesa nel senso piu' completo del termine, ma soprattutto uno specchio della presenza umana, della sua storia, della sua vitalita' e della sua potenzialita' di relazioni e riferimenti.


comunicato stampa

La caduta della parola

a cura di Ettore Ceriani, Claudio Calzavacca, Achille Ghidoni

A cinque anni dalla scomparsa, Camelot, che da tempo percorre le vie dell’arte con singolari intenti, si appresta a ricordare la figura e l’opera di Amleto Emery, pittore di sensibilissima espressività e forte impronta emotiva.

Il suo percorso artistico si è purtroppo intrecciato con due lunghe e dolorose malattie che tuttavia non sono riuscite a frenare la sua convinta e singolare vocazione pittorica. Anzi, proprio da tali esperienze la sua pittura ha tratto le motivazioni per diventare un singolare diario umano, che da una parte mantiene le originarie connotazioni esistenziali e dall’altra si trasforma in accorate riflessioni che toccano il creato, l’uomo, la vita.

La mostra si articola in 28 immagini tratte dal ciclo ‘La caduta della parola’ che l’artista ha composto fra il 1999 ed il 2000. Non a caso, sul retro, oltre al titolo è riportata la dicitura ‘verso il 2000’, che diventa una speranza nello straziante decorso della malattia.

Il ciclo in questione rappresenta un’indagine (non la prima) che l’artista dedica al tema della città, intesa nel senso più completo del termine, ma soprattutto specchio della presenza umana, della sua storia, della sua vitalità, in tutta la sua potenzialità di relazioni e riferimenti.
Linfa vitale che anima la composita massa umana all’interno di una comunità è la possibilità di comunicare, che porta all’esperienza, alla testimonianza, alla memoria, individuale e collettiva.
Nelle sue brevi uscite in ambito urbano, l’artista si accorge però della progressiva consunzione di questo valore essenziale. Nel ritmo frenetico dell’esistenza, le possibilità di comunicazione si vanno sempre più restringendo a favore di messaggi massificanti, come i manifesti pubblicitari, perlopiù banali e riduttivistici, in linea con la fretta e la superficialità che governano la società contemporanea.

Nella sua capacità di leggere il dato reale con immaginazione speculativa, Emery trasforma queste icone della modernità in puro messaggio pittorico, elevandolo a mezzo di confronto con un fenomeno non più collocato nell’oggettività dell’iconosfera urbana, ma assurto a veicolo di scandaglio della propria interiorità.

Scrive Ettore Ceriani in catalogo: “E’ una pittura che nasce dall’intuizione, ma che mantiene una salda struttura formale. A volte asimmetrica, quasi a voler acuire le tensioni fra le risonanze coloristiche, alcune di superficie, altre che sembrano provenire da un automatismo profondo, vive di impasti timbrici armoniosi, in alcuni casi persino solenni, volti a mettere in evidenza una ricerca che spesso appare come accorata poesia. Così, mentre un simbolo della società moderna si usura, decade fino all’orlo della comparizione, l’artista se ne impadronisce, lo reinventa, gli ridà possibilità comunicative e, riscattandolo dalla sua originaria funzione, lo rende a immagine della sua esperienza esistenziale”.

Amleto Emery nasce a Monza nel 1923.

Dal 1947 al 1953 studia pittura e decorazione presso l’Istituto Paolo Borsa, alla Villa Reale di Monza.

Partecipa alle Mostre Nazionali ‘Città di Monza’ 1951 e 1953: un suo dipinto viene acquisito dalle Collezioni Civiche. Entra in contatto con la Galleria di Alberto Montrasio, legandosi d’amicizia con il titolare.

Nel 1959 è a Milano, città dove vive e lavora fino al 1963, quando con la famiglia si trasferisce a Vigevano.

Dal 1965 svolge la sua attività di artista a Gallarate, introdotto inizialmente nell’ambiente artistico dall’architetto Serio e dalla sua galleria, ‘L’Arnetta’.

Nel 1986, dopo un decennio di inattività, dovuta ad una lunga malattia, riprende a dipingere e ad esporre.

Con gli anni ’90 muta il linguaggio pittorico che egli definisce il ‘segno dell’anima’ ed inizia una stagione di grandi e fecondi fermenti.

Sue opere sono collocate presso musei e collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero: Parigi, Chicago, Johannesburg.

Muore a Gallarate all’inizio del 2001.

Catalogo: con testi di E. Ceriani e Alberto Montrasio.

Inaugurazione: domenica 20 novembre, ore 11

Camelot
via P. Sottocorno 5 - Ronchi di Gallarate
Orari: 9-12 / 15-18.30

IN ARCHIVIO [1]
Amleto Emery
dal 19/11/2005 al 18/12/2005

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede