Seguendo la linea delle grandi mostre monografiche dedicate agli artisti che hanno maggiore influenza nel panorama internazionale, la Galleria d'Arte Moderna di Bologna apre la stagione 2001 con una importante personale di Arnulf Rainer. Si tratta di un evento eccezionale, che si inaugura in concomitanza con la manifestazione di Arte Fiera e che intende suggellare ancora una volta la collaborazione tra la piu' qualificata mostra mercato italiana e un'istituzione museale come la Gam.
A cura di Peter Weiermair.
Seguendo la linea delle grandi mostre monografiche dedicate agli artisti che hanno maggiore influenza nel panorama internazionale, la Galleria d'Arte Moderna di Bologna apre la stagione 2001 con una importante personale di Arnulf Rainer. Si tratta di un evento eccezionale, che si inaugura in concomitanza con la manifestazione di Arte Fiera e che intende suggellare ancora una volta la collaborazione tra la più qualificata mostra mercato italiana e un'istituzione museale come la Gam.
Curata dal nuovo direttore del museo bolognese, Peter Weiermair, ed inaugurata alla presenza dell'artista, l'esposizione vuole essere una vera consacrazione di Rainer, sulla scia delle ultime grandi mostre a lui dedicate dal Guggenheim Museum di New York e dallo Stedelijk di Amsterdam. Vengono presentate centosessanta opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, che testimoniano tutto il percorso artistico di Rainer a partire dagli anni cinquanta fino ad oggi attraverso un circuito che include pittura, fotografia, disegno e video.
Nella sala centrale della Galleria d'Arte Moderna sono esposti i grandi quadri neri, come a voler ricostruire una sorta di grande cappella, un luogo spirituale dedicato alla meditazione. Nelle sale circostanti, invece, è possibile osservare tutti i grandi cicli di lavori e le molteplici tecniche dell'artista.
Le opere di Rainer descrivono in modi diversi i tentativi dell'uomo moderno di raggiungere la propria identità attraverso un percorso che sottende la sofferta interazione tra arte e natura. Angoscia, vergogna e furia di migliorare rivelano il conflitto devastante che l'artista traduce in uno sforzo creativo continuo dove lo scopo non è quello di produrre un'opera omogenea, banalmente coerente ma quello di perseguire la creazione di un "capolavoro" artistico.
L'immane difficoltà di far aderire la realizzazione materiale all'idea di perfezione assoluta si manifesta, talvolta, nella furia distruttiva che porta Rainer a modificare continuamente il risultato dei propri lavori. Questa sofferta ricerca contribuisce a fare dell'irraggiungibilità il tema principale della sua arte. Partendo dall'estraniamento, dall'abbandono, dalle ferite e dalle debolezze dell'uomo egli indica un percorso spirituale che mira ad una salvifica, ma inattuabile guarigione.
Spesso il mezzo artistico sono fotografie ricoperte con pittura e disegni, lacerate e graffiate, tanto da rendere irriconoscibile ed estraneo il documento autentico. A volte, analizzando il linguaggio del corpo, l'artista cerca di dare forma e senso all'elemento umano attraverso la negazione dialettica del tangibile. E le deformazioni del proprio volto così come le pose corporali espressive tradiscono l'ossessione di Rainer ad essere "altro" dal mondo reale, un nuovo Prometeo che si appropria dei poteri attribuiti agli dei.
Il catalogo conterrà una ricca antologia di testi di Arnulf Rainer, per la prima volta tradotti in italiano, oltre ad un saggio introduttivo di Peter Weiermair e di Werner Hoffmann.
Inaugurazione - mercoledi 24 gennaio - ore 18.30
Orari - tutti i giorni - dalle 10.00 alle 18.00 - festivi e prefestivi - dalle 10.00 alle 19.00 - chiuso il lunedì
Ingresso - £ 8000 - ridotto £ 4000
GAM - Galleria d'Arte Moderna - piazza Costituzione 3 - Bologna - Tel. 051 502859 - Fax. 051371032