Studio San Giacomo
Roma
Via di San Giacomo, 14
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WEB
La ricerca nel segno
dal 22/11/2005 al 22/12/2005

Segnalato da

Scarlett Matassi




 
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22/11/2005

La ricerca nel segno

Studio San Giacomo, Roma

Opere su carta del '900. La mostra si apre con un elegante Veduta di Villa Borghese a matita bruna firmata da Camillo Innocenti intorno al 1911 e si chiude con un coloratissimo Ritmo geometrico del 1969 di Luigi Montanarini. In mezzo, capolavori, rarita' e curiosita' ascrivibili ad una nutrita serie di protagonisti dell'arte italiana del secolo scorso.


comunicato stampa

Opere su carta del '900

17.12.25 "G.mo Sapori con rammarico non posso intervenire alla sua importantissima conferenza la ringrazio del suo pensiero gradisca insieme alla sua signora artistici saluti". G, Balla

Gli artistici saluti inviati da Giacomo Balla a Francesco Sapori e Signora sono uno dei trentasei pezzi in cui si articola La Ricerca nel Segno, la rassegna che, con cadenza annuale, lo Studio San Giacomo di Cristina Funghini dedica al disegno del ‘900.

Dai primi momenti di guerra Balla usa la cartolina per aggiornare gli amici futuristi, bloccati dalle vicende belliche in varie città d’Italia, sull’evoluzione della sua ricerca artistica. Nasce quella che la storica dell’arte Elena Gigli definisce una vera e propria arte postale: su un verso un piccolo dipinto, a testimonianza delle idee che l’artista sta sviluppando in quel periodo, e sull’altro, con grafia e linguaggio futuristi, il messaggio che vuole comunicare. In questo delizioso esempio con timbro postale Roma Centro – 18.XII.925 è un Dinamismo Atmosferico caratterizzato dalla presenza di aggrottate nuvole su cielo azzurro l’immagine scelta da Balla per testimoniare un particolare stato d’animo: il rammarico di non poter essere presente alla conferenza del caro amico scrittore.

L’unica galleria romana specializzata nel disegno non poteva che appartenere ad una fiorentina, Cristina Funghini, figlia, nipote, moglie di antiquari di fama internazionale, ma capace di intraprendere un percorso del tutto autonomo nel mondo dell’antiquariato da età precoce: a 19 anni inaugura il suo primo spazio espositivo e a 21 firma la prima importante mostra di disegni neoclassici. A chi le chiede le ragioni della sua predilezione per il segno, una specializzazione difficile, dalla quale l’improvvisazione è bandita, Cristina risponde che “in arte nulla mi piace più del disegno. Il segno è l’espressione più immediata e spontanea di un artista, la grafia in grado di rivelare sia l’essenza della sua personalità artistica che gli stati d’animo, gli interessi, gli orientamenti legati ad un particolare momento.” I cultori del “ductus” sanno bene che in questo campo l’occhio e l’istinto si formano solo se supportati da uno studio costante e approfondito e, infatti, gli appuntamenti che da due anni a questa parte Cristina Funghini dedica alle opere su carta del ‘900 sono il frutto di una ricerca avviata nel 2000.

La mostra di quest’anno si apre con un elegante Veduta di Villa Borghese a matita bruna firmata da Camillo Innocenti intorno al 1911 e si chiude con un coloratissimo Ritmo geometrico del 1969 di Luigi Montanarini. In mezzo, capolavori, rarità e curiosità ascrivibili ad una nutrita serie di protagonisti dell’arte italiana del secolo scorso.

E’ bellissima e importante la tempera del ’17 che Balla intitola Linee di Forza di Paesaggio + Giardino. L’opera fa parte di un ciclo sperimentale prodotto tra il 1917 e il 1920 in cui si realizza la fusione di due momenti: lo studio delle linee-forza essenziali di un elemento naturale, il paesaggio, unito alla rappresentazione di uno stato d’animo psicologico, la sensazione provata alla vista di un determinato oggetto, in questo caso un giardino.

E’ una sveglia per gli occhi Veglia, il progetto pubblicitario in forma di collage realizzato da Depero nel ’28 per una ditta che produceva orologi. Di Depero si vede anche lo splendido disegno preparatorio di Colpo di Vento, un olio del ’47 descritto dall’artista come una figura femminile “vorticata dal vento, tra vesti e spire di cielo, plasmata dentro un vitreo involucro aereo di pittoriche onde ...”.

Preziose curiosità le carte di Primo Conti: un disegno secessionista realizzato a soli quattordici anni, nel 1914, e due rari esempi di scenografie teatrali degli anni ’20.

La pittura metafisica è rappresentata da due manichini, uno affiancato da un angelo, opera di Carlo Carrà del ’17 e l’altro, attorniato da case, firmato da Sironi attorno al ’20.

L’esordio dell’astrattismo ha un testimone d’eccezione in Pietro Dorazio, presente con una composizione astratta del ’49.

E poi tanti altri a raccontare correnti e tendenze del secolo breve: Carla Accardi, Mirko Basaldella, Felice Carena, Fabrizio Clerici, Romano Dazzi, Filippo de Pisis, Ercole Drei, Pericle Fazzini, Alberto Gerardi, Renato Guttuso, Antonietta Raphael Mafai, Plinio Nomellini, Cipriano Efisio Oppo, Fausto Pirandello, Enrico Prampolini, Giulio Aristide Sartorio, Mario Schifano, Gino Severini, Giulio Turcato, Alberto Ziveri.

Studio San Giacomo
Via di San Giacomo, 14 - Roma

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