L'anima di Castiglia. Celebrazioni per il centenario della nascita 1905-1988. In mostra a Roma 36 opere provenienti dalla Fondazione Diaz-Caneja di Palencia, in un percorso espositivo che parte dalle opere iniziali come “El farol" del 1925 per giungere a “Tierra Roja" del 1987. L'artista fu rinchiuso in carcere dal 1948 al 1951 per la sua militanza politica in contrasto con il Franchismo ma la sua opera pittorica rimase sempre al di fuori di qualsiasi ideologia.
L’anima di Castiglia. Celebrazioni per il centenario della nascita 1905-1988
L’Instituto Cervantes di Roma in collaborazione con la Fondazione
Di'az-Caneja e Caja Duero presenta in anteprima assoluta in Italia la
prima retrospettiva di Juan Manuel Di'az-Caneja: straordinario
protagonista e testimone dell’arte europea del Novecento. La rassegna
sara' l’occasione unica e imperdibile per conoscere l’opera di questo
grande artista spagnolo.
L’esposizione e' la prima tappa internazionale degli eventi espositivi
volti a celebrare in tutto il mondo il centenario della nascita
dell’artista e, giunge a Roma dopo il grande successo dei mesi scorsi
durante la grande esposizione al Museo Nacional Centro de Arte Reina
Sofi'a di Madrid (MNCARS).
Schivo e riservato, Caneja e' stato uno degli artisti della storica
Galleria Theo di Madrid, la stessa di Picasso, Calder, Miro' e Chillida.
Intellettuale, artista e poeta frequenta a Madrid la Residencia de
Estudiantes, lo stesso circolo culturale di altri protagonisti della
cultura spagnola del tempo quali, Federico Garci'a Lorca, Salvador Dali',
Luis Bunuel e Severo Ochoa.
Impegnato politicamente prova anche la dura esperienza del carcere, dal
1948 al 1951, per la sua militanza politica in contrasto con il
Franchismo. E anche se la sua opera pittorica rimarra' sempre al di fuori
di qualsiasi ideologia, Caneja, “esiliato interiore", lavoro' in silenzio
fino a che, con l’arrivo della democrazia negli anni ’70, si ampliera' il
crescente riconoscimento ufficiale per la sua arte culminato con la
concessione nel 1980 del Premio Nazionale delle Belle Arti (Premio
Nacional de Artes Pla'sticas), al quale ne seguirono altri e importanti.
Di lui scriveranno i piu' importanti storici e critici d’arte della
Spagna. Muore a Madrid nel 1988.
“Caneja - L’anima di Castiglia" con motivo del Centenario della sua
nascita (1905-1988) e' la retrospettiva che si presenta a Roma, dal 15 di
dicembre 2005 al 29 gennaio 2006, presso la Sala dell’Instituto
Cervantes in Piazza Navona, e curata da Javier Villa'n Zapatero e Juan
Francisco del Valle Gori'bar. Dell’artista si presenta una selezione
composta da 36 opere, rappresentative e significative di tutto il suo
percorso artistico.
L’arte di Caneja, dalle origini cubiste alle occasionali influenze con i
membri della cosiddetta “Scuola di Vallecas", e' un cammino sicuro verso
la privazione e in cerca della verita' essenziale della pittura.
E, dall’impronta cubista e dallo stile figurativo degli anni ’40 e ’50,
Caneja, si evolvera' negli anni sessanta per giungere ad uno stile
personale basato nella ricreazione del paesaggio di Castiglia, che lo fa
diventare uno dei migliori interpreti del paesaggio spagnolo del secolo
scorso. Concentrato su questo tema, in parte come percorso obbligato per
le difficili circostanze del dopoguerra, per Caneja dipingere sara' lo
svago della memoria. Trattato come una rete geometrica nella quale
rimangono riflessi i diversi elementi geografici - e con una lettura
ossessiva di questi - Caneja, negli anni ottanta, in piena maturita'
artistica, produce le sue ultime opere nelle quali, le suggestioni
cromatiche e compositive dei suoi paesaggi, consegnano all’arte del
Novecento la testimonianza di questo grande protagonista.
In mostra a Roma 36 opere complessive, provenienti dalla Fondazione
Di'az-Caneja di Palencia, in un percorso espositivo che parte dalle
opere iniziali come “El farol" del 1925 per giungere a “Tierra Roja" del
1987 realizzata negli ultimi anni della sua vita. Oltre a opere di
grande bellezza e intensita' poetica e pittorica come “Iban a comunicar"
(1948) o “Mujer peina'ndose" (1950).
La Fondazione Di'az-Caneja
Il legame di Caneja con la sua citta' natale, Palencia - situata
nell’entroterra settentrionale della Spagna -, lo portera' a donarle gran
parte della sua opera, confidando nell’entusiasmo e nella caparbieta'
della sua vedova, Isabel Ferna'ndez Almansa, per una adeguata
sistemazione. Frutto di tutto questo e' la Fondazione dedicata alla sua
opera - e alla promozione e diffusione dell’arte contemporanea in
generale- costituita nel 1991 e inaugurata nel 1995.
Oltre la Fondazione, le tele di Caneja sono presenti, tra le altre,
nelle collezioni dei musei spagnoli piu' importanti come il Museo
Nacional de Arte Reina Sofia di Madrid, l’Instituto Valenciano de Arte
Moderno (IVAM) o il Museo Municipal de Madrid.
Juan Manuel Di'az-Caneja
Nasce a Palencia (Castilla y Leo'n) nel 1905, si trasferisce a Madrid a
diciotto anni per studiare Architettura. Entro' per la prima volta in
contatto con le avanguardie seguendo le lezioni di Va'zquez Di'az, uno
dei pittori piu' noti dell’epoca.
Instituto Cervantes
Piazza Navona, 91 - Roma