Caterina Molari - Agenzia PrimaPagina
Il Rococo' di Corrado Giaquinto. Attraverso una selezione di oltre 50 tra dipinti e bozzetti e un corpus di altrettanti disegni, l'esposizione mira a illustrare l'intera attivita' dell'artista: sia le opere raffiguranti immagini sacre, realizzate per la committenza ecclesiastica e la devozione, sia la produzione di soggetti profani, destinati alla committenza privata e all'ambiente cortese.
Il Rococo' di Corrado Giaquinto a Cesena
A cura di Michela Scolaro
Dal 9 dicembre 2005 al 15 marzo 2006 la Biblioteca Malatestiana
e il Palazzo Romagnoli di Cesena ospitano oltre 100 opere dell¹artista
settecentesco tra tele, bozzetti e disegni provenienti da tutta Italia e
dall¹estero La mostra e' idealmente gemellata con altre due esposizioni
dedicate a Corrado Giaquinto in programma nel 2006 a Madrid e a Napoli
Affreschi maestosi, splendide pale d'altare, delicate tele di devozione
realizzate con uno stile personalissimo, caratterizzato dall'uso stravagante
dei colori e dall'eleganza delle forme, che tanto colpirono il giovanissimo
Goya nei suoi primi passi da artista.
A Corrado Giaquinto, una delle personalita' di maggior spicco nell'ambito del
rococo' europeo, e' dedicata la mostra dal titolo ''Il cielo e la terra'', in
programma a Cesena dal 9 dicembre 2005 al 15 marzo 2006 nelle sale della
Biblioteca Malatestiana e di Palazzo Romagnoli. Sono oltre un centinaio le
opere in mostra tra tele, bozzetti e disegni, provenienti non solo da tutta
Italia, con prestiti prestigiosi dalla Galleria degli Uffizi di Firenze e
dal Palazzo del Quirinale, ma anche dall'estero, tra cui alcune tele della
collezione privata del Cardinale Fesch, zio di Napoleone Bonaparte.
La mostra allestita a Cesena e' idealmente gemellata con altre due
esposizioni dedicate a Giaquinto che verranno realizzate nel 2006 a Madrid e
a Napoli. Il percorso espositivo lega idealmente tre citta' che diedero
ospitalita' all'artista nel corso della sua felice carriera: Cesena, dove
Giaquinto realizzo' intorno alla meta' del '700 gli affreschi della Cappella
della Madonna del Popolo del Duomo e una splendida pala d'altare; Madrid,
che ospito' l'artista come Primo pittore presso la corte del Re Ferdinando
VI, dove e' in programma un grande evento espositivo nell'aprile 2006 che
ospitera' anche alcuni dei dipinti in mostra a Cesena; e Napoli, sede dei
primi anni di apprendistato del pittore, dove e' prevista una esposizione a
Castel Sant'Elmo nell¹autunno del prossimo anno.
La mostra
Attraverso una selezione di oltre 50 tra dipinti e bozzetti e un prezioso
corpus di altrettanti disegni, l'esposizione cesenate ''Il cielo e la terra''
mira a illustrare l'intera attivita' di Corrado Giaquinto, sia le opere
raffiguranti immagini sacre, realizzate per la committenza ecclesiastica e
la devozione (''il cielo''), sia la produzione di soggetti profani, destinati
alla committenza privata e all¹ambiente cortese (''la terra''). La mostra
restituira', quindi, la figura dell'artista nella sua completezza, non solo
come creatore di immagini sacre (grandi decorazioni ad affresco, documentate
attraverso magnifici bozzetti e studi preparatori, elaborate pale d'altare e
quadri da cavalletto per suscitare e sostenere la religiosita' nella sua
dimensione piu' raccolta), ma anche come pittore di miti e scene profane,
destinate ad abbellire i palazzi delle nobili famiglie.
Le oltre cinquanta tele e bozzetti saranno esposte nella magnifica cornice
di Palazzo Romagnoli, decorato da Giuseppe Milani (il pittore che piu' di
ogni altro a Cesena risenti' della suo magistero) mentre la Biblioteca
Malatestiana ospitera' una prestigiosa galleria di una quarantina di disegni,
provenienti dal Museo di San Martino di Napoli. L'ampia selezione di opere,
che giungono a Cesena da tutta Italia (Roma, Napoli, Firenze, Torino,
Palermo, Lecce, Bari, Molfetta) e anche dalla Francia (tra cui tre quadri
appartenuti al Cardinale Fesch, zio di Napoleone Bonaparte) testimonia la
vasta produzione di un artista italiano che ha segnato profondamente lo
stile pittorico del XVIII secolo in Europa, apprezzato sin da giovane per la
sua attivita' svolta tra Napoli, Roma, Torino e voluto fortemente dai Reali
di Spagna a Madrid come Primo Pittore di Corte a meta' del '700.
Il percorso espositivo sara' inoltre completato da due opere esemplari della
produzione a sfondo religioso di Giacquinto, ospitate in altrettanti edifici
sacri di Cesena: gli affreschi della Cappella della Madonna del Popolo nella
Cattedrale, voluti dal canonico Francesco Chiaramonti, e la pala d¹altare
con la Nativita' della Vergine per la chiesa di S. Maria del Suffragio,
realizzate dopo una serie di accurati disegni e di bozzetti dettagliati,
segno della meticolosita' dell'autore e della considerazione in cui teneva la
commissione di Cesena.
La mostra, promossa da Comune di Cesena, Istituzione Biblioteca Malatestiana
e Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, e' corredata da un ampio catalogo
con testi di Alfonso Perez Sanchez, gia' direttore del Prado di Madrid,
Andrea Emiliani, Michela Scolaro, Clara Gelao, Michela Di Macco, Rossana
Muzii, Marisa Volpe.
L'artista
Personalissimo interprete ed esponente di primo piano delle varie correnti
di gusto che nella prima meta' del secolo XVIII si intrecciano tra Napoli,
Roma, Torino, Corrado Giaquinto (Molfetta, 1703 Napoli, 1776) e' una delle
personalita' di maggior spicco nell'ambito del rococo' europeo.
Giunto a Napoli nel 1719 al seguito di Monsignor De Luca, suo mecenate, dopo
l¹apprendistato alla scuola di Francesco Solimena, Giaquinto si trasferisce
a Roma nel 1723, dove compie il giro delle sue esperienze giovanili a
contatto diretto con i grandi testi della tradizione barocca. Nell'ambiente
artistico romano, caratterizzato da una pittura relativamente impegnata, non
senza spunti di critica sociale e di costume e dalla fortuna di artisti
emiliani di tradizione piu' o meno accademizzante, Giaquinto svolge un'azione
di primo piano, ma di opposta direzione: fu il rappresentante piu' autorevole
di una pittura in cui la naturale grandiosita' barocca, la preziosita'
luministica, la scioltezza cromatica conducono ad un impatto diretto con la
verita' delle cose e dei sentimenti. A Roma Giaquinto realizza lavori
decisivi nella sua evoluzione pittorica, tra cui una committenza della
Congregazione di San Nicola dei Lorenesi, la volta della Cappella Ruffo
nella Basilica di S. Lorenzo in Damaso, la volta e il coro di S. Giovanni
Calibita sull'isola Tiberina ed il grande programma decorativo di S. Croce
in Gerusalemme.
A questo pittoricismo raffinato, decisamente rococo', non sono estranei i
soggiorni a Torino, dove l'impatto con l¹eleganza scenografica e ambientale
delle architetture juvarriane, affranca il linguaggio pittorico di Giaquinto
da ogni grevita' monumentale in favore di una liberta' decorativa che d'ora
innanzi si fa sempre piu' spinta, ma anche sempre piu' raffinata e preziosa.
A suggello di una carriera ormai all'apice, segnata da commissioni
prestigiose, viene chiamato nel 1753 a Madrid dal re di Spagna, Ferdinando
VI, per ricoprire la carica di primo pittore di corte. Precede di poco
questo incarico la realizzazione a Cesena degli affreschi della cappella
della Madonna del Popolo in Cattedrale, di cui il Museo di Capodimonte
conserva sei dei sette bozzetti preparatori e la pala de La Nativita' della
Vergine nella chiesa del Suffragio, di sofisticata grazia profana.
Il soggiorno madrileno impresse nuovi stimoli alla sua creativita' che
conobbe un¹ulteriore magnifica stagione, durante la quale ebbe modo di
affermare con l¹esempio delle opere, numerosissime, e l¹insegnamento
all¹Accademia di San Fernando, il suo predominio sulla scena pittorica
madrilena: quella stessa in mezzo alla quale muovera' i primi passi il
giovane Goya, il cui debito nei confronti della piu' spericolata tradizione
tardobarocca italiana e di Giaquinto in particolare, sono a tutti noti dopo
le indicazioni di Roberto Longhi. Nelle grandi imprese destinate alla
committenza chiesastica, e soprattutto nella spigliata eleganza dei
bozzetti, dalla tavolozza iridescente e screziata, rifulgono appieno e
liberamente le sue splendide doti pittoriche, il suo uso spregiudicato e
stravagante del colore, i'visi verdi e azzurri', gli iridescenti
cangiantismi, la diafana luminosita' di porcellana degli incarnati e delle
vesti.
Comitato scientifico: Andrea Emiliani, Nicola Spinosa, Clara Gelao, Michela Scolaro
Comitato tecnico organizzativo: Daniela Savoia, Fernanda Capobianco, Katia
Fiorentino.
Autori del catalogo: Alfonso Perez Sanchez, Andrea Emiliani, Michela
Scolaro, Clara Gelao, Michela Di Macco, Rossana Muzii, Marisa Volpe
Inaugurazione: venerdi' 9 dicembre, ore 16
Biblioteca Malatestiana e Palazzo Romagnoli - Cesena
Orario di apertura: feriali 913/14 - 18,30, Festivi 10-18,30