Il predatore dell'immaginario. Mezzo secolo di attivita' dell'artista attraverso un itinerario costituito da 156 opere, dai dipinti degli anni '60 al 2005, con una ricca sezione video. La mostra si articola in tre zone dedicate all'arte in cielo, alla Terra come Pianeta delle Meraviglie e alla navigazione nell'universo iconologico come libera trasmissione di creativita'.
Il predatore dell'immaginario
A cura di Lucio Cabutti
La Direzione per la Promozione delle Attivita' Culturali della Regione Piemonte continua, con una nuova mostra in Sala Bolaffi, il suo percorso di valorizzazione dei maestri dell’arte contemporanea piemontese. Per la prima volta, dal 15 dicembre al 15 gennaio nelle sale di Via Cavour 17 verra' allestita, con la curatela di Lucio Cabutti, una vasta esposizione retrospettiva dedicata a Silvano Gilardi in arte “Abacuc": mezzo secolo di attivita' attraverso un itinerario interattivo costituito da 156 opere, dai dipinti degli Anni Sessanta del Novecento al 2005, con una ricca sezione video.
Silvano Gilardi vive e lavora attualmente a Mendrisio, ma e' nato nel 1933 a Torino in una famiglia di origine svizzera proveniente proprio dal Cantone Ticino. Debutta sulla scena artistica negli Anni Cinquanta come artista grafico, e negli Anni Sessanta come pittore. Firma le opere con lo pseudonimo di “Abacuc" e con questo nome d’arte fa parte del gruppo storico di “Surfanta" che proponeva un nuovo surrealismo abbinato ad un antico senso del fantastico. Ma gia' allora, nella elaborazione concreta delle immagini, prendeva decisamente le distanze dalle allusioni surrealiste dei colleghi. La sua stessa formazione giovanile nel campo del restauro lo orientava verso una piu' intensa oggettivita' incarnata nel linguaggio dell’arte come nella realta' della natura.
Cosi', chiuse nel 1972 la rivista e l’esperienza di “Surfanta", il pellegrinaggio creativo e critico di Silvano Gilardi ha sviluppato un linguaggio che alterna analisi iconologica e accertamenti sul campo, acutezza di visione e risonanze arcane del mito. Inesauribili sequenze di figure, nature morte, paesaggi che spaziano dalla mitologia alla letteratura classica si avvicendano anche nella produzione dei decenni successivi, fino ai sistematici lavori realizzati nel 2005.
Distribuita sui due piani della Sala Bolaffi, la mostra si articola in tre zone dedicate all’arte in cielo (che ha costituito fra l’altro il soggetto delle esperienze estetiche vissute dall’artista pilotando aerei e alianti, e tradotte nel ciclo pittorico dei “Volatari"), alla Terra come Pianeta delle Meraviglie e alla navigazione nell’universo iconologico come libera trasmissione di creativita'. Lo spettatore potra' scegliere diversi percorsi fra le 156 opere esposte e circa 1500 altre opere visualizzate nei molti punti video.
Cosi' la rassegna monografica di Sala Bolaffi documenta e sviluppa anche le interazioni fra l’opera di Silvano Gilardi e il linguaggio della video arte. Nel 2002 il pittore ha infatti partecipato alla videomostra del “18o/23o' Video Art Festival di Ascona e monti" che nell’edizione del 2005 lo ha segnalato come “artista dell’anno". E nel 2005 al Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione (Torino) e' stato protagonista con lavori dedicati al suo corso annuale del Laboratorio per l’Affresco e ai suoi dipinti realizzati all’aperto per il Museo. L’interazione creativa fra tecniche classiche e tecnologie elettroniche delle videomostre del 2002 e del 2005 continua con risultati affascinanti nella retrospettiva torinese.
Inaugurazione: 15 dicembre
Sala Bolaffi
via Cavour 17 - Torino