Group show. In mostra una serie di ritratti e autoritratti attraverso cui gli artisti rivelano il bisogno umano di lasciare una testimonianza nel tempo, ponendo in gioco se' stessi o ritraendo chi ha significato per loro un volto da ricordare o solo una storia.
Group show
Lo specchio rimanda la nostra immagine, fedele a se stessa. Platone ci aveva avvisato, nel Mito della caverna: spalle alla luce di un fuoco (la verita'?), l’uomo guarda, proiettate sulle pareti, le ombre delle persone che si muovono su un muretto tra l’uomo e il fuoco: fallace visione di quella che crede essere la realta'. Cos’e' dunque il ritratto? una mera riproduzione del vero o una proiezione ideale del soggetto? L’uomo ritratto e' semplicemente il volto che vediamo o qualcosa di piu'? quell’ insieme di emozioni, sentimenti, passioni nascoste che la mano dell’artista ha saputo immortalare e rendere percettibili dietro lo sguardo profondo, specchio dell’anima? Su questo affascinante tema, che da sempre ha ispirato gli artisti fin dalle icone e dai laici ritratti dei principi mecenati, la Galleria Ca’ di Fra’ presenta la mostra “Ritratto-Autoritratto".
Per se' stessi nell’autoritratto o per gli altri su commissione, l’artista rivela il bisogno umano di lasciare una testimonianza visiva di se'.
Con la fine del Medioevo, in cui la ritrattistica aveva un ruolo educativo e trattava per lo piu' immagini sacre, l’eta' moderna segna una svolta che apre l’ingresso del quotidiano nell’arte, compreso il ritratto inteso come omaggio al potere del principe. Anche le icone si umanizzano. Le Madonne diventano madri con bambini-Gesu' che giocano spensierati. Nell’eta' moderna, quindi laica, il ritratto diventa omaggio a se' stessi, al proprio semplice “essere umani", memoria per i posteri. Principi e mecenati lo usano per esaltare la propria potenza e la loro (vana?) gloria. Ma anche nei ritratti votivi, in cui il principe e famiglia venivano dipinti accanto ai santi protettori della casata o della regione, l’artista non mancava di inserirsi nel fondo, dietro a tutti o sotto mentite spoglie, nel ruolo di servitori, guardie o personaggi di corte. Un monumento “ad eternum" che sopravvivesse al trascorrere del tempo, inesorabile. Testimonianza visiva di un’esistenza altrimenti affidata ad una firma o dal racconto, nel migliore dei casi, degli storici del tempo.
La stessa testimonianza che gli artisti contemporanei continuano a perpetrare in nome di quel “monumento"che segni il loro passaggio in questa Vita, ponendo in gioco se' stessi o ritraendo chi ha significato per loro un volto da ricordare…o solo una storia. La loro.
Inaugurazione: Giovedi' 15 Dicembre 2005, ore 18
Galleria Ca’ di Fra’
Via Carlo Farini 2 - Milano
Orario: Lun-Sab h. 10-13 e 15-19